Con un programma tv giunto alla quarta stagione con grande successo di pubblico, Damiano Gallo si è imposto all’attenzione dei media italiani come il riferimento delle dimore delle antiche case nobiliari nella nostra penisola. “Chi ha dormito in questo letto“, di sua produzione e ideazione, lo vede condurre con Silvana Giacobini su Home & Garden TV di Discovery-Warner Bros, un salotto di scambi di idee e notizie di raro interesse e pacatezza. La tv nobile, per messaggi che lancia e dimore che svela, non è affatto elitaria. Una televisione che informa, fa scoprire e rilassa (per le puntate in streaming qui). L’imprenditore e volto tv ha concesso a The Way Magazine un incontro che traccia un bilancio sull’ultima edizione del programma, girato tra le case sfarzose del centro Italia. E lancia anche un appuntamento per il futuro.

Damiano c’è una grande ondata di interesse per il tuo programma sulle dimore nobiliari. Pensi che sia dovuta alle location o alle storie dei loro proprietari?
È il primo format tv dedicato alle dimore nobiliari private. Per la prima volta i proprietari di casa hanno uno spazio televisivo per poter parlare della loro eredità, morale più che materiale, un importante patrimonio artistico che ha fatto dell’Italia, nel tempo, il grande bel paese che tutto il mondo ci invidia. Ho individuato questo buco televisivo e da produttore ho pensato che fosse doveroso far parlare i diretti interessati. Le loro storie a volte romanzate tengono incollato il pubblico al televisore. Un piacere ascoltarli, io stesso lo farei per ore.

Una cosa sorprendente che hai imparato dall’edizione appena andata in onda?
Per me è sicuramente un privilegio vivere queste magioni ma è altrettanto faticoso, lo riconosco, mantenerle. Ho capito che se non si hanno capacità imprenditoriali per far rivivere queste case, il declino a volte è inesorabile.

Hai ospitato The Way Magazine in due puntate di “Chi ha dormito in questo letto” girate nei palazzi storici di Roma. Che ricordo hai delle famiglie che ti hanno accolto?
Le principesse Maria Pia e Giacinta Ruspoli sono due care amiche che hanno messo a disposizione alcune delle loro dimore, in particolare, il castello Ruspoli ed il Palazzo Ruspoli. La sconfinata ricchezza dei loro avi mi ha impressionato. Le magioni sono gestite magnificamente e ho molta stima di loro due. Da sole in un ambiente spesso patriarcale, sono riuscite a fare grandi cose.
E che ricordo porti dietro dall’esperienza con l’altro volto noto del programma, tanto amato dal pubblico?
Io e Silvana Giacobini siamo ormai affiatatissimi e lavorare con lei, la signora del giornalismo italiano e della tv, è per me un grande privilegio. Imparo sempre tantissimo, sono una spugna e ascolterei i consigli di Silvana ininterrottamente. Sarà ancora con me nella prossima edizione.
Come vedevi da ragazzino questo mondo fatato delle antiche casate? E cosa hai imparato ora che ci lavori?
Che sono case strepitose ma non vorrei possederle. Ho alcuni immobili, nel mio piccolo, anche io e so quanto sia difficile gestirli. Non oso immaginare la difficoltà che c’è dietro alla conduzione e mantenimento di una casa storica. Preferisco girare le puntate e tornare nel mio piccolo appartamento milanese.
Per entrare nelle case dei grandi nobili ci vuole tatto ed empatia. Tu cosa metti in campo per stabilire la necessaria connessione con queste persone?
Che bella domanda che mi porgi. E in molti mi chiedono come faccio, in veirtà. Mi aiuta il mio carattere e la versatilità. Riesco davvero a entrare in contatto con tutti. Mi trovo a mio agio con le belle persone …spero di farti sorridere con questa rivelazione che serve solo per farti comprendere le diverse sfaccettature del mio carattere. Ho avuto un compagno maggiordomo nella mia vita ma ho anche avuto un fidanzato principe. Stavo meglio con il primo ma in entrambi i casi le relazioni sono finite. Adesso sto con un creativo che mi riempie cuore, anima e vita e con lui non mi annoio mai.


Aldo Dalla Vecchia, il tuo autore, ha fatto televisione sin dai tempi delle grandi innovazioni degli anni 90. Che cosa assorbi da lui?
Con Aldo ci punzecchiamo continuamente. Abbiamo caratteri fortissimi entrambi ma ho scelto lui per queste edizioni perché so che ha tantissima esperienza e mi piace ascoltarlo. Mi piace la sua ironia, le sue intelligentissime battute a volte crude e pungenti ma ammiro la sua estrema cultura. Se non erro ha scritto 24 libri e ha vinto più di 48 premi. Quindi pensa quanto c’è da imparare da lui. Aldo sarà sempre una fonte di ispirazione.
Come ti spieghi la scarsa attenzione che la tv generalista attribuisce al patrimonio culturale italiano?
Cogli sempre gli aspetti più interessanti e le tue analisi sono precise e puntuali e sono contento di risponderti. Siamo abituati a un tipo di televisione spazzatura, forse anche alimentata dalla deriva dei social media. Voyeurismo, ridicolaggine e cattivo gusto hanno imperversato per anni in tv. Gli editori, secondo me sbagliando, hanno puntato a questo, a fare soldi a discapito della cultura, del buon gusto e soprattutto della meritocrazia. In tv ma come in molti ambiti vediamo passarci avanti personaggi privi di basilari nozioni e il modello televisivo che ci è stato proposto rappresenta una faccia della società che viviamo. Quindi non mi meraviglio affatto. Certo, da imprenditore che ha puntato tutto sulla cultura, sui libri con i miei festival letterari siciliani e su documentari televisivi di informazione, posso solo prendere atto che sia a volte frustrante ma di certo è questa la strada che voglio percorrere.
Chi sono i tuoi riferimenti televisivi?
Mi ispiro ad Alberto Angela piuttosto che ad alcuni conduttori italiani, paladini della tv trash e pazienza se i miei format verranno visti da 400mila telespettatori e non da milioni di persone. Preferisco circondarmi di cose belle ma soprattutto di persone belle e intelligenti piuttosto che stupide e ignoranti.
C’è un modo per risultare comprensibile e istruttivo al tempo stesso per il pubblico televisivo?
Più vado avanti con le edizioni più mi sento responsabile e anche per questo mi avvalgo sempre di più di professionisti come autori, registi e operatori con tanta esperienza. Ritengo che il margine di errore si riduca drasticamente se a lavorare si sia in gruppo. Ho sempre pensato che la naturalezza e la preparazione siano gli unici strumenti utili per raggiungere il pubblico. Non mi piace la tv troppo artefatta. Dico sempre ai miei ospiti che intervisto che non mi piace mandare le domande prima perché tanto improvviserò sempre. Voglio una tv spontanea.
Da agente immobiliare cosa consigli ai nobili che incontri in tv?
Di continuare a fare quello che stanno facendo magnificamente. Di esporsi sempre di più e di aprire i loro salotti e circoli perché non è più tempo di rinchiudersi. Perché viviamo nel mondo della condivisione. Un plauso a loro e alle associazioni nate per la tutela del patrimonio storico italiano.
Stai già preparando la prossima edizione?
Posso già anticipare che Giacinta Ruspoli nell’imminente prossima edizione che stiamo per girare condurrà insieme a me e Silvana Giacobini le prossime puntate. Ritengo giusto affidare a Giacinta uno spazio…chi meglio di lei può parlare di nobili. In merito alle destinazioni, voglio dedicarmi alla Campania e ai napoletani. Vedremo. Spero di riuscire a realizzare questo progetto, in un momento in cui quell’area d’Italia è sotto i riflettori per tanti aspetti positivi.