Tra le 10 province toscane, quella di Lucca è sicuramente tra le più cosmopolite e universalmente ammirate. Merito di un paesaggio preservato, uno stile di vita “very Italian”, e anche dell’offerta culturale che il capoluogo mette in campo ogni anno. In questa estate 2024, il programma del Lucca Summer Festival messo in piedi dalla D’Alessandro & Galli ha fatto faville: gradimento alle stelle per la proposta musicale in piazza Napoleone, 200mila biglietti venduti per le performance distribuite in circa un mese. Ricadute floride per il territorio: concerti pieni di stranieri che visitano la città, fan in arrivo da tutta Italia, 4mila lavoratori locali che hanno mosso la macchina della kermesse. Mario Pardini, sindaco di Lucca, si è rivelato inaspettatamente un grande fan e amico delle rockstar che hanno calcato il palco. Un po’ per spirito di accoglienza istituzionale, un po’ per sincera passione musicale, Pardini si è rivelato un autentico sindaco “rock”. Sui social media si sono viste delle foto dei suoi incontri con delle autentiche leggende, da Ed Sheeran a Rod Stewart e Duran Duran, ma solo a The Way Magazine il sindaco ha accettato di condividere i suoi ricordi a festival terminato.
Sindaco lei guida una città con tante iniziative culturali. A cosa è improntata la qualità dell’offerta?
La formula vincente è coniugare le bellezze architettoniche e paesaggistiche a grandi eventi, in un’alchimia unica e di grande fascino attrattivo per tutti. Questa è la formula del successo di Lucca.
Siete reduci da uno dei più affollati Summer Festival di sempre. Che ricordi ha di questa edizione? Quanti spettacoli ha visto?
Ho assistito a quasi tutti i concerti, anche se nel mio ruolo passavo molto tempo nella “sala controllo” per l’afflusso e il deflusso delle persone. Il ricordo più bello di questa edizione ovviamente è aver suonato la batteria con John Taylor, avverando un sogno che mi portavo dietro dall’adolescenza, ma anche stringere la mano ad artisti come Ed Sheeran, Tom Morello e Clapton ha avuto un bell’impatto emotivo.
L’incontro con John Taylor. Come è avvenuto chi si è proposto e soprattutto a chi è venuto in mente di suonare assieme?
Eravamo dietro le quinte, dove mi reco ad ogni concerto per dare il benvenuto in veste istituzionale ad ogni ospite internazionale del festival. Parlando è venuto fuori che suonavo la batteria e John mi ha portato nel suo camerino, dove era montata una batteria per le prove, chiedendomi di suonare e lui mi sarebbe venuto dietro con il suo strumento. Così è stato: un momento magico ed assolutamente memorabile.
Che formazione musicale ha lei?
Ho studiato pianoforte e poi negli anni del liceo mi sono appassionato alla batteria proprio iniziando con le canzoni dei Duran Duran, poi suonando in una band con gli amici della scuola. Ci chiamavamo “Mania-C” e facevamo sia pezzi originali nostri che cover da Guns’n’Roses, Iron Maiden, Ozzy Osbourne. Più avanti negli anni, quando lavoravo in Argentina, c’è stata un’altra breve parentesi pop insieme al mio socio ed amico con un duo che avevamo chiamato “snoB”, i cui suonavo il pianoforte e scrivevo le canzoni.
Cosa amava di più della musica dei Duran Duran?
La compattezza tra suono e poetica di canzoni grandiose come “Save a Prayer”, il synth pop ed il loro essere pionieri sia nella tecnologia che nella comunicazione, attraverso cui hanno creato il mito di una band che ancora oggi fa sold out ad ogni concerto.
È stato anche nell’organico del Lucca comics, che tipo di manifestazione è diventata oggi?
Sono stato prima co-fondatore e coordinatore dell’Area Movie (ispirata dal Comicon di San Diego), poi presidente dal 2018 al 2020. Oggi Lucca Comics and Games è la più grande fiera di cultura pop del mondo occidentale.
Che cosa chiedono gli stranieri alla casa comunale?
Spesso vogliono sposarsi in municipio.
Ce ne sono anche tanti che vivono stabilmente li, giusto?
Sì, molti scelgono le colline intorno alla città per il clima, la bellezza dei luoghi, la pace e la grande qualità della cucina e dei vini.
L’offerta culturale va più incontro ai residenti italiani o quelli stranieri?
Diciamo che copre tutti i target, dal grande evento – che richiama sia i turisti che i cittadini – alle proposte mirate come concerti lirici o classici, festival di cinema, rassegne letterarie ce n’è per ogni gusto e nell’arco di tutto l’anno. Infatti a dicembre presentiamo sempre il calendario annuale eventi in grandi città come Roma o Milano sottolineando che Lucca è “Una meta per ogni stagione”.
La biennale delle opere di carta: che bilancio può tracciare?
Si chiama Lubica ed unisce l’arte all’economia del più grande polo cartario europeo in una grande manifestazione diffusa, che si spalma con le sue opere nelle strade e piazze del centro, sintetizzando il termine – da me coniato per Lucca – di “Art Smart City”.
Riuscirete a tenere alta la qualità dell’offerta culturale anche il prossimo inverno?
Certo, uno dei segreti del successo è migliorare sempre.