Cristiano Leone è studioso e appassionato d’arte in prima persona. La cultura dell’arte performativa è un suo punto di partenza privilegiato per condurci alla scoperta di una serie di espressioni artistiche che spesso sfuggono alla classificazione.
Il suo interessante, corposo volume “Atlante della Cultura Performativa“, analizza il rapporto tra la forma d’arte, il suo contesto storico e ambientale. “Ciò che è sempre più importante capire è che la capacità di fare arte performativa è diventata centrale nella nostra vita quotidiana – dice l’autore – ; il modo in cui le nuove generazioni si relazionano tra loro spiega come il “contatto” umano è sempre più filtrato in una ricerca incessante di esibirsi, di mostrare, e condividere ogni aspetto della propria vita attraverso un filtro digitale. Piattaforme di social media, in particolare TikTok, hanno accelerato questo processo: sono diventati il filtro ideale per esternalizzare una capacità performativa che possiamo definire continua, e che non è più solo una necessità ma un approccio relazionale acquisito. Questa è una modalità di comunicazione che è diventato l’aspetto più determinante e totalizzante dei rituali sociali”.
Il libro è anzitutto un viaggio tra varie opere ed autori che rappresentano momenti fondamentali
dell’arte performativa, tappe che ne definiscono le caratteristiche, ne ripercorrono la storia e ne
manifestano le ripercussioni sul tessuto culturale.
Tra 4 continenti- Asia, Africa, Europa, Oceania e Americhe- e 36 paesi il lettore viaggia tra musei, siti culturali, spazi multimediali, o trasformati dalla cultura, teatri, festival multidisciplinari, musica, arti visive e performative, parchi di sculture e centri culturali ibridi che sfuggono a qualsiasi tentativo di catalogazione.
In oltre 440 le pagine e 200 illustrazioni, sono “censiti” 65 “universi di arte performativa”, dal museo su un’isola in Giappone, al Carnevale di Rio, dal rave party nella campagna britannica, a un centro culturale ospitato in un’ex casa funeraria alla periferia di Parigi.
Cristiano Leone è antesignano di un nuovo modo di fare cultura, una visione non limitata a un solo spazio e a un solo tempo, sinonimo di inclusione del pubblico più eterogeneo, per una cultura aperta a tutti, diffusa e immersiva. Che si tratti di progetti per alcuni grandi istituzioni pubbliche, o per collaborazioni con noti brand della moda e del design, Leone spazia dalla performance art alla musica, alla danza, alla videoarte, al teatro, e alle arti visive, coinvolgendo artisti di fama mondiale.
Mai come in questo momento storico e sociale si sente la necessità, anche da parte delle aziende, di investire nell’ambito culturale come leva di marketing e costruzione di un’identità profonda, a vantaggio anche della crescita economico sociale del proprio Paese.
La sua mano si è vista di recente in occasione della mostra sperimentale Lessico animale di Yuval Avital, di cui Leone è stato curatore e drammaturgo dinamico, nel 2022, opera al confine tra performance art, teatro, arti visive e performative; o nel 2023, quando Lessico Animale ha assunto una nuova forma espositiva e performativa alle Terme di Caracalla, con un secondo capitolo, Lessico Animale. Mysterion, per celebrare i sotterranei del vasto complesso monumentale e il suo antico Mitreo, tornato dopo molti secoli ad accogliere in chiave contemporanea la ritualità del culto di Mitra.