Il prestigioso riconoscimento de “L’ambrogino d’oro” si celebra a Milano il 7 dicembre, giorno in cui cade la festività di S. Ambrogio, patrono della città, ed è stato creato nel 1925 dal Sindaco Luigi Mangiagalli. Il suo nome si ispira alla storica moneta d’oro milanese, assai pregiata durante il governo dei Visconti.
LA MODALITÀ
Ogni anno si assegnano fino a un massimo di 15 medaglie d’oro e 20 attestati di benemerenza civica, a coloro che con la loro attività, hanno contribuito a dare lustro alla città di Milano. L’elenco dei premiati viene stilato dall’Ufficio di presidenza del Consiglio Comunale di Milano, ed il sindaco in carica, ha diritto di veto.
Tra gli insigniti, ci sono pure i milanesi che hanno ricevuto la nomina a Maestri del Lavoro, da parte della Presidenza della Repubblica.
I PREMIATI EDIZIONE 2022
La Grande Medaglia d’oro alla Memoria va a don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, per cui si leva una commossa standing ovation, mentre le altre Medaglie d’oro alla Memoria sono dedicate a Carmen De Min, storica mamma del Leoncavallo, Manlio Armellini, patron del Salone del Mobile, al presentatore Cesare Cadeo e a Valentino De Chiara, re del frisbee italiano.
Ritirano gli Ambrogini d’oro: lo stilista Martino Midali, Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, Francesco Paolo Tronca, ex prefetto di Milano, il musicista Mauro Pagani, la giornalista e scrittrice Michela Proietti, l’attore Diego Abatantuono, Gianvincenzo Zuccotti, Francesca Parvizyar, Enzo Lizzi.
A ricevere gli attestati di Civica benemerenza sono tra gli altri: Fondazione Cariplo, Consulta Periferie Milano, Off Campus Polimi, Associazione Confesercenti Milano, Associazione Circolo Meazza.
LA SEDE DELLA MANIFESTAZIONE DEL 7/12/2022
Quest’anno la premiazione si svolge nello storico teatro “Dal Verme”, inaugurato nel lontano 1874, dove hanno calcato le assi del palcoscenico, i più illustri artisti mondiali.
LE DICHIARAZIONI ESCLUSIVE DI MARTINO MIDALI
Pur essendo una scrittora milanese d’adozione, e con residenza a Milano dal 1987, non avevo mai assistito alla cerimonia di premiazione degli Ambrogini d’Oro.
L’impatto emozionale è forte, ed amplificato dallo scenario glorioso del teatro ospitante. Si respira la magia fattiva e vibrante di una creatività meneghina che si è fatta strada nel mondo, ed oggi si incarna nelle figure dei premiati. Sono presente in qualità di amica e biografia ufficiale di Martino Midali, a cui chiedo le prime impressioni a caldo, subito dopo avere ricevuto l’Ambrogino d’Oro.
Che valore ha per te ricevere l’Ambrogino d’Oro nei tuoi 40 anni di carriera?
Per me è il regalo più prezioso, che corona i 40 anni di carriera come stilista, che cadono proprio quest’anno. Ricevere l’Ambrogino d’Oro è stato per me intimamente emozionante. Rifletto che quarant’anni sono proprio volati, tanto che mi sembra quasi di non averli vissuti! Il premio, è una sottolineatura di tutte le fasi della vita, che ho attraversato con il lavoro di stilista.
Che ruolo ha avuto e ha Milano per te e per la tua attività di stilista?
Io sono nato a Mignete, ai tempi provincia di Milano e oggi di Lodi, e mi sono trasferito a Milano ad appena 16 anni. Questa città è diventata grande assieme a me, che camminando ad occhi aperti per le sue strade, cercavo la “mia”, di strada, trovata nella vocazione di stilista.
Milano è la donna emblema che ho vestito negli anni. Come Milano si è trasformata nella “gran Milan”, la mia donna è uscita da casa ed ə diventata la manager meneghina, che vesto di abiti che vanno bene h 24, da quando entra in ufficio al mattino con il mio pantalone in jersey indeformabile, con l’elastico in vita e le scarpe da tennis, a quando esce alla sera per fare l’aperitivo, e basta un tacco per fare diventare il suo outfit glamour,
Questo è il tuo secondo premio, dopo il “Premio Messina Cinema” ricevuto quest’Estate.
Devo dire che il “Premio Messina Cinema”, mi ha portato fortuna. Certo l’Ambrogino d’Oro si colora dell’internazionalità di un’onoreficenza ricevuta nella mia città, dove tutto è possibile, ed io ne sono la prova, dato che incarno l’emblema del self made man.
A chi dedichi questa onorificenza?
Ringrazio ovviamente l’Ufficio di presidenza del Consiglio Comunale di Milano, e su tutti il sindaco Giuseppe Sala, per avermi inserito tra la rosa dei premiati. Dedico questo Ambrogino d’Oro alle future, meravigliose, donne sconosciute che incontreranno i miei abiti, e a Milano, che a me ha dato tutto: mi ha trasformato da ragazzino con gli occhi pieni di sogni, a uomo che ha visto quei sogni concretizzarsi in una professione che per prima, mi è stata riconosciuta dalle donne milanesi, che hanno capito e interpretato il mio stile innovativo, e poi da quelle di tutta Italia. Milano è cresciuta assieme a me: io sono diventato uno stilista affermato, mentre mutava da città provinciale, a mitteleuropea. E sono fiero di avere contribuito a farla scintillare, portando la mia moda fino a New York. Grazie Milano, da un longobardo innamorato di te!