Sembra sia stato fatto tutto ma con la radio si può ancora inventare nuovi linguaggi e forme di intrattenimento anche nel 2024. E con la ventata di novità che arriva da manifestazioni come il Festival di Sanremo c’è da ben sperare. Alex Intermite, nome d’arte Alexin, tarantino di origine e milanese d’adozione, è una delle voci di punta della nuova emittente radiofonica di Radio Cecchetto, la stazione web e Dab (ascoltabile anche in app). Conduttore radiofonico e giornalista di lungo corso, Alexin è al momento al centro di una grande rivoluzione che porterà Cecchetto, famoso talent scout della discografia e mondo dello spettacolo italiano, di nuovo al centro della storia dei media nel nostro paese con la sua neonata società Cecchetto Broadcasting.
Alexin, ci racconti come è nato il tuo coinvolgimento con Radio Cecchetto?
Ho conosciuto Claudio tempo fa e prima di Natale ci siamo ritrovati a cena. Da lì è nata l’idea di collaborare durante la settimana di Sanremo 2024 con la sua nuova radio, che tra l’altro ha appena lanciato, Riccione OnAir. Sono stato la prima voce della radio e Sanremo non si poteva certo perdere come evento mediatico.
Come è stata la tua settimana sanremese?
Una settimana intensa, a Sanremo si dorme pochissimo. Siamo capitati proprio nel momento di maggior interesse per la manifestazione. E in più proprio nell’anno del trionfo definito di Amadeus che lo stesso Cecchetto aveva scoperto negli anni Ottanta. Avevamo una postazione dentro l’Ariston dove passavano gli artisti anche se a volte gli ho raggiunti in albergo per poterli intervistare comodamente.
Come ha influito Cecchetto nel tuo percorso di speaker radiofonico?
Ha influito moltissimo. Gia nel 1996 sono venuto a Milano, per la prima volta, non per visitare la città ma per ascoltare Radio Capital, la seconda radio creata da Claudio, che all’epoca non aveva frequenze nella mia città e senza l’esistenza di internet era l’unico modo che avevo per ascoltarla. Lo dico per farti capire quanto sia stato importante per me anche quando non lo conoscevo di persona. E oggi seguire i suoi consigli diretti a me è una grande soddisfazione.
Come è stato conoscerlo?
La realizzazione di un grande sogno. Come prima cosa mi ha cambiato nome, Alexin, e di questo ho riso con Amadeus. Gli ho detto: “A te a 24 anni ti ha cambiato il nome da Amedeo Sebastiani, a me l’ha cambiato a 45 anni”. Lui mi ha rassicurato: “Se te l’ha cambiato lui va bene”.
Hai incontrato altre sue ‘creature’ mentre eri al festival?
Oltre a Fiorello e Amadeus, c’era Dj Francesco, che già conoscevo, che con la sua agenzia cura la comunicazione social di Mr Rain. Per me è stato fantastico conoscere queste persone che hanno un legame con lui.
Cosa ha apprezzato maggiormente di te?
Mi riconosce la solarità penso, la semplicità nell’arrivare a tutti con un linguaggio semplice e garbato.
Tutta la tua formazione è devota al mondo della radio.
Si, ho sempre fatto radio fin da piccolo, ma non solo. In realtà dal 2011 gestisco anche un’attività di management insieme al mio socio di sempre Alexander Tempestini che si chiama The Best Organization che ho aperto nel quartiere di NoLo a Milano, quando ancora non era cool. E anche qui ci sono state sorprese e coincidenze. Molti degli artisti che seguo, come Jerry Calà, Umberto Smaila e Massimo Boldi conoscevano bene questa zona perché l’hanno frequentata a vario titolo agli inizi della loro carriera. Jerry è cresciuto da bambino qui.
Ci racconti dei tuoi inizi?
Sono nato nel 1978 e ho iniziato a lavorare in radio a 14 anni a Taranto, la mia città. Poi mi sono spostato a Bari con passaggio a Radio Puglia, poi Ciccio Riccio, e nel 1999 mi sono trasferito a Milano da dove ero inviato per Radio Norba e lavoravo presso Radio Lombardia. La musica è stato un po’ la compagna di viaggio.
E dove ti ha portato?
Beh, mi ha portato a vivere di musica a 360 gradi! Quest’anno ho riunito delle grosse radio regionali con i miei collegamenti per Radio GRP dal Piemonte, Radio Puglia, Radio NBC in Trentino Alto-Adige. Curavo in varie modalità momenti di talk e al tempo stesso ero in giuria giornalisti al roof del Teatro Ariston.
Che sensazione hai avuto da questa esperienza?
È vero che si sono divertiti tutti c’era un bel clima, c’era agitazione sicuramente per la gara ma erano tutti sulla stessa lunghezza d’onda.
Il tuo lavoro ti mette a contatto con gli idoli musicali. Qualche impressione?
Emma mi ha sorpreso, è stata una bella intervista ed è scattata una bella intesa, tra pugliesi ci siamo amati subito! Dargen D’Amico è stata una rivelazione, non immaginavo la sua profondità, l’avevo intervistato solo a distanza. E sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla sua intensità.
Questo non era il tuo primo festival…
Il primo fu nel 2001 con Raffaella Carrà e io ero con una radio locale e Ambra Angiolini accanto lavorava per Radio Kiss Kiss. La grande emozione che ricordo è la prima volta che sono entrato durante le prove al teatro Ariston con Giorgia che cantava “Di Sole e d’Azzurro”. Lei è una che è durata e si è evoluta. Mi è piaciuta quest’anno nelle vesti di presentatrice. Potrebbe essere il lancio per una nuova carriera. La vedrei bene con Paola Cortellesi, potrebbe essere il suo Fiorello.
Che cambiamento c’è stato secondo te nella percezione di Sanremo?
Amadeus ha fatto un percorso del festival cambiando radicalmente il target, la forbice si è stretta, gradualmente nei vari anni concentrandosi verso il pubblico giovane che è poi il pubblico che acquista musica. E questo ha avvicinato le etichette alla nuova modalità di festival. L’aveva fatto Cecchetto nel 1980 quando era un festival austero con l’orchestra, ci voleva un evento giovane. In tre anni fu lui a voler introdurre il playback facendo ascoltare la musica giovane fedele al disco, dando un taglio al passato.
Credi che l’operazione di Amadeus verrà giudicata epocale nel tempo?
Amadeus ha avuto forte intuito perché Il Tre, Fred De Palma e Geolier erano già campioni di stream ma non erano conosciuti al grande pubblico. E come loro tanti altri. La proposta musicale di oggi al Festival, con canzoni ritmate e dance, porta nella testa delle persone la felicità, c’è bisogno di quello in questo momento. È stata una scelta, ci sono anche indagini scientifiche che sostengono queste ripercussioni. Amadeus è stato bravo a catalizzare l’attenzione del pubblico giovane, un’operazione che resterà epocale nel tempo.
Che durata avrà nella musica consumata l’effetto di questo festival?
Da addetto ai lavori come radiofonico ti dico che la valanga di musica nuova che ha proposto Sanremo 2024 non potrà essere tutta assorbita subito. Ma pezzi come quello di Annalisa e The Kolors, che hanno ribadito il loro imprinting rimanendo fedeli a loro stessi, ce li porteremo fino all’estate. Altri pezzi verranno scoperti col tempo, mentre alcuni artisti faranno certamente uscire altri tormentoni in vista dell’estate. Credo sia un buon momento per la musica italiana.
Delle donne in gara che dici?
Fiorella Mannoia credo che pensasse di meritare di più ma ha portato una canzone legata al passato, al suo passato, e strizzava troppo l’occhio a De André. Non basta portare un argomento importante per farsi notare. Di Angelina Mango avevo davvero previsto la vittoria, portava una bella canzone, con la grinta che ha dimostrato. Sono contento che a Eurovision abbia intenzione di proporre lo stesso pezzo con inserti in spagnolo e inglese. Il produttore Dardust è influenzato dalla Spagna e ci starà bene.
Tra la gestione di artisti e la vita in radio cosa porterai avanti?
Un domani mi piacerebbe dedicarmi solo alla conduzione. Anche di eventi dal vivo ma la radio è il mio primo amore. Ho sempre ascoltato le registrazioni di Claudio Cecchetto o dei suoi artisti e quello mi ha forgiato.