La casa/atelier di Rosa Di Brigida è alquanto singolare: nel cuore di Roma ed in un palazzo storico, in quel magnifico dedalo di strade cittadine dove da secoli, artisti, semplici cittadini, aristocratici d’alto lignaggio passeggiano e raggiungono i monumenti della Città Eterna.
Rosa nasce a Castelvenere, un paese del Sannio, e come lei ci racconta, la famiglia si trasferisce a Roma quando ha cinque anni. La città la fa crescere rapidamente. Adolescente ribelle, contro il parere dei genitori si avventura caparbiamente nel suo percorso artistico, che si rivela molto solitario così come d’altronde è la sua vita. Frequenta l’Istituto d’Arte, poi l’Accademia; incontra il Teatro e se ne innamora. Inizia a scrivere piccole performance, ne cura la scenografia, i costumi, le musiche. Insieme ad altri artisti fonda l’associazione ERA DEA, prende uno studio-teatro nel centro di Roma e per otto anni, dal 2004 al 2012, ogni quindici giorni mette in scena happening poetici, spettacoli, eventi, poi replicati in ambientazioni non propriamente teatrali. Continua a ideare mostre di pittura e allestire fortemente identificabili in relazione ai luoghi in cui vengono rappresentati. Per molti anni recita in sceneggiati televisivi di successo: “Caro Maestro”, “Padre Pio”, “Un Nero per casa”, “Un medico in famiglia”, “Incantesimo”, “Un posto al sole”. Al cinema è diretta da registi quali Fatih Akin (“Solino”), Woody Allen (“To Rome with Love”), Gianfranco Mingozzi (“Il Frullo del Passero”). Ma la pittura e la recitazione si fondono ed interagiscono nei suoi lavori come il recentissimo progetto “Cartoni di guerra” e il corto “Il destino nelle parole” con la regia del giovane talentuoso regista Francesco d’Ascenzo. Per ciò che concerne “Cartoni di guerra”, la realizzazione nasce dai recenti drammi della guerra che devasta l’Europa, ma ancor di più da tutte le guerre, sia quelle combattute con le armi che quelle che molti popoli sono costretti a combattere da sempre, ogni giorno, per superare la paura, la violenza, l’insicurezza, il disagio economico, culturale e sociale.






Come l’artista afferma: “Quasi tutto è perduto, ma qualcuno è salvo e allora tutto è salvo. Mi sono trovata di fronte, quasi senza accorgermene, opere di grande attualità e di grande impatto visivo ed ecologico. La violenza delle tele squarciate e sanguinanti di dolore si specchia nel triste gioco infantile dei collage su cartone. “Cartoni di guerra” è una mostra di pittura con performance dal vivo che eseguirò personalmente guidando il pubblico attraverso le opere, raccontando storie di soprusi, di guerra ma anche di pietà e rinascita. I protagonisti sono sempre personaggi soli, dei monologanti che sulla tela mostrano il loro dolore e le violenze subite”. “Il destino nelle parole” è stato interamente girato all’interno di un monumento eccezionale: il Battistero Paleocristiano di Santa Maria Maggiore a Nocera Superiore in provincia di Salerno: un autentico gioiello dell’architettura del VI sec. d. C., in cui l’artista ha incarnato le vesti di Maria, la madre di Gesù e dell’umanità intera, tra le possenti colonne antiche e nel fonte battesimale ottagonale, tra effetti scenici, sonori e luministici di inatteso impatto visivo. Il film in anteprima nazionale sarà proiettato il 26 maggio a Nocera, nell’ambito del “Maggio Diocesano della Cultura”.

E la sua casa, o meglio lo studio/atelier? È tutto un continuum di tele e colori forti, violenti che si accampano ovunque, dominano con la loro presenza la scena domestica che quasi svanisce alla vista. Bisogna appuntare l’attenzione per cogliere i dettagli del blasonato palazzo dalle porte auguste e imponenti o la rampa di scalette litiche che conducono all’alcova; e le volte antiche riprendono la loro magistrale funzione di custodire ed esaltare le opere di Rosa che trasudano di veemenza cromatica, ora cupa, ora solare dalle linee marcate e solcate dalla drammaticità del tratto. Un percorso che consta di ben 29 quadri quello di “Cartoni di Guerra” che presto troverà una location d’eccezione come ogni evento proposto da Rosa di Brigida! Ma questo al momento rimane un piccolo segreto che come ogni artista non ci vuole svelare.
Testo a cura di Teobaldo Fortunato