Dal Brasile al Portogallo, Claudio Westphalen porta il suo universo pittorico in numerose mostre d’arte contemporanea sia in prima persona che come partecipante a collettive. Partito dalla tela, come molti degli artisti del mondo latino, si è fatto conoscere anche per murales e installazioni che girano il mondo.
Molte volte la suggestione dell’arte è più forte delle nostre scelte di lavoro: semplicemente la vita sembra prendere il sopravvento e la società ci impone scelte obbligate. Ma come spesso accade, parafrasando la celeberrima espressione, Amor vincit omnia, le passioni coltivate a lungo travolgono la routine quotidiana; è quanto ci racconta Claudio Westphalen, un artista brasiliano, trasferitosi in Portogallo nel 2017.
“Sono nato il 25 novembre 1961 a Curitiba (PR), nel sud del Brasile, dove si è concentrata la maggior parte dell’immigrazione tedesca (da cui il mio cognome) e italiana della fine del XX secolo. Quando ero ancora un bambino, la mia famiglia si trasferì a Recife (PE), nel nord-est del Paese, una regione con culture particolari e diverse da quelle del sud. Nella nuova città, ho studiato fino alla laurea in ingegneria civile e poi mi sono trasferito a San Paolo per un lavoro di ingegneria presso l’azienda sanitaria dello Stato, dove ho trascorso i miei ultimi 25 anni in Brasile. Quando ero all’università ho iniziato a interessarmi alla pittura e frequentato corsi di disegno e pittura al Museo Municipale di Olinda (PE). Poi è arrivato il lavoro, facendomi mettere da parte pennelli, colori e sogni”.
Gli anni nel campo delle scienze esatte hanno procurato all’artista uno stress lavorativo: gli fu diagnosticato il “burnout” e dopo le dimissioni, ha iniziato a dedicarsi a tempo pieno alla pittura e a realizzare il sogno di vivere in Portogallo.
“È qui che le cose hanno iniziato ad accadere: nel 2018 e nel 2019 ho partecipato a “Coletivo Brasil”, mostre collettive con artisti brasiliani e portoghesi a Torres Vedras, una città a 40 chilometri a nord di Lisbona. Ho partecipato a laboratori di disegno, pittura, ceramica, pittura di mobili e artigianato. Il blocco dovuto al Covid-19 mi ha dato una grande motivazione per sfruttare al meglio tutto questo tempo e sviluppare il mio lavoro. In questo modo, sono riuscito a mettere insieme una collezione di 26 dipinti acrilici su tela, che nel 2022 sono stati esposti alla mia prima mostra personale a Torres Vedras”.
Nello stesso anno, Claudio si è trasferito nel nord del Portogallo, nella città di Ponte de Lima, considerata la più antica del Paese, situata nella regione del Rio Minho. “Qui mi trovo a 70 chilometri dalla città di Porto, dove sono stato invitato a partecipare a due mostre collettive con artisti portoghesi presso la Galleria Pedro II. Sempre a Ponte de Lima, per il terzo anno consecutivo, sono stato selezionato per partecipare all’Esposizione Internazionale di Ponte de Lima (Art’in Lima)”. A proposito del suo atelier d’artista, possiamo affermare che si tratta di un bello spazio pieno di luce, all’interno della sua casa affacciata sul rigoglioso giardino. Adora i suoi quattro cani che lo accompagnano ogni giorno, sdraiati intorno a lui mentre dipinge.
Continua la sua confessione: “Questo breve viaggio nell’arte mi ha dato l’opportunità di conoscere molti amici artisti anche loro, che mi motivano, mi lodano, mi criticano. In altre parole, mi danno opinioni e consigli, elargiscono suggerimenti e informazioni tecniche; tra questi non posso non ringraziare Lauro Monteiro (BR), Ricardo Passos (PT), Sean Joseph Kenny (UK), Maria Andersen (PT) e Hélia Mathias (BR)”.
Le opere di Claudio Westphalen sulle pareti della casa e nell’atelier aperto alla verde della natura, sono puri elogi al colore, alle linee, alle macchie, a volte a piccole simmetrie, delicate del cuore. Il suo universo pittorico e scultoreo si rinnova ogni volta, giorno dopo giorno, seguendo gli stati d’animo e le sperimentazioni continue, lontano dal nuovo mondo oltreoceano da cui ha scelto di andare via per vivere e dipingere altrove i suoi immensi paesaggi dell’anima.
Testo Teobaldo Fortunato, foto courtesy dell’artista Claudio Westphalen