Un brand di gioielli innovativo, minimal e molto chic, nella città della moda e del design. Philo Milano realizza gioielli modellati in ogni singolo pezzo a mano, ricercando calore e organicità fino a definire un oggetto dalle forme naturali e dal tatto vellutato. Uno dei soci e founder del brand totalmente made in Italy, nonché designer del prodotto, è Stefano Guagliumi.
Philo Milano, da dove nasce questo nome e perché?
Il nome Philo è riconducibile al concetto di “amore per” nel significato della parola greca ‘philos’. Significa “che ha amore, simpatia e affinità per.” È un concetto emozionale che lascia spazio a molteplici significati legati all’amore, all’amicizia e ai sentimenti in generale.
Philo, che si pronuncia con la “F”, ha inoltre una chiara assonanza con la parola “filo” che caratterizza il nostro prodotto. Infatti, i nostri gioielli sono realizzati prevalentemente con l’utilizzo di un filo d’oro, declinato in diverse collezioni, che rappresenta il nostro spirito semplice, essenziale e moderno, impreziosito dall’utilizzo di pietre preziose e semipreziose con le quali diamo tocchi di colore ai nostri gioielli.
Cosa rappresenta Milano per voi, tanto da inserirla anche nel nome del brand?
Milano è la nostra città. A Milano siamo cresciuti e viviamo, abbiamo studiato design e abbiamo creato la nostra azienda. Ne amiamo pregi e difetti e andiamo fieri della reputazione che Milano ha in tutto il mondo grazie alle sue eccellenze nel mondo della moda e del design.
Chi c’è dietro a questo marchio tutto Made in Italy?
Dietro al progetto ci siamo principalmente Sergio Acquaviva ed io, entrambi formati al Politecnico di Milano in Architettura e Design del prodotto. Dopo esperienze nel mondo dell’accessorio moda, sia in azienda che come designer per altri marchi, abbiamo deciso di intraprendere questo viaggio nel mondo del gioiello disegnando e commercializzando la nostra idea. In secondo luogo, ma non meno importanti, ci sono tutti i collaboratori che ci stanno aiutando a crescere in tutti gli ambiti. Dalla produzione alla commercializzazione, dallo sviluppo del marketing ai social media.
A proposito di Made in Italy, quale posizione avete a rigurado dal punto di vista della produzione?
La filosofia del nostro lavoro è valorizzare quanto più possibile la produzione italiana. Nella fattispecie produciamo l’80% del prodotto a Milano e il restante in provincia di Pavia e andiamo fieri di questa scelta che è senz’altro più affine al rispetto della tradizione di un settore, quello orafo, che come la maggior parte dei settori, è stato investito da questa profonda accelerazione produttiva per soddisfare una logica di consumo frenetico e veloce. Il binomio produzione/consumo è ormai estremizzato e il time to market è diventato una delle leve di vendita. Oggi siamo ormai abituati a volere tutto e subito rischiando di perdere, a mio parere, il piacere di considerare che dietro alla produzione di un prodotto artigianale esistono tempi e procedure differenti da una produzione massificata, che conferiscono al prodotto stesso un valore più alto e in qualche misura più “nobile”.
Cosa comporta in termini di costi e di tempistiche di produzione?
La nostra è una produzione che amiamo definire artigianale in serie. Questa artigianalità ha chiaramente delle logiche differenti rispetto alla produzione industriale. Ogni prodotto passa in molte mani prima di arrivare in vetrina e queste mani sono quelle di orafi artigiani con varie specializzazioni che conferiscono al prodotto un’anima che crediamo si percepisca nel prodotto finito.
Quando è nata Philo Milano e quanto è stato difficile partire, farsi conoscere e posizionarsi in un mercato dove c’è sempre più concorrenza e in un settore, quello del lusso, già di per sé meno accessibile?
Philo Milano è nato nel 2016 quando ancora la gioielleria minimal non esisteva, o quasi. Siamo partiti credendo che l’epoca dei gioielli dalle forme importanti stesse perdendo appeal sul mercato e che ci fosse spazio per nuovi linguaggi. Il tempo ci ha dato ragione e, per effetto dell’accelerazione dei mercati, ci siamo trovati presto in compagnia di molti brand che nascevano con l’intenzione di cavalcare la nuova tendenza stilistica che stava prendendo corpo. Oggi lavoriamo in un segmento di settore molto affollato e il nostro tentativo per distinguerci è di perseguire l’obiettivo originale ovvero quello di crescere tenendo alti i valori del Made in Italy e della qualità.
Visto la difficilissima situazione globale che stiamo vivendo, rispetto agli obiettivi che vi eravate prefissati nel 2020, quanto avete dovuto cambiare strategia e modello di business?
Purtroppo, l’evento globale che ha investito le nostre vite e tutti i mercati è stato talmente improvviso e per molti versi paralizzante che non ci ha consentito di modificare il nostro approccio al mercato in modo sostanziale. Per questo motivo, come la maggior parte delle aziende nel settore moda, fashion e design, abbiamo sofferto molto nel 2020. Il nostro modello di business è prevalentemente da business a business. Il nostro primo cliente è la gioielleria. Abbiamo anche una porzione di vendite al consumatore tramite piattaforma e-commerce, ma la nostra intenzione primaria è cercare di radicare la presenza del brand sul territorio per poi, a cascata, aumentare la notorietà sul cliente finale.
Come vedete il vostro futuro e quello del settore?
Crediamo che le gioiellerie gestite in modo lungimirante saranno in grado di riprendersi da questo periodo di grandi difficoltà e ripartire con nuovo entusiasmo e progettualità dando già segni di significativa ripresa nella prossima primavera. Noi di conseguenza.
Parallelamente abbiamo progetti di sviluppo per convertire rapidamente il modello di business sviluppando e potenziando le piattaforme informatiche, con grande attenzione a trasferire lo stesso messaggio e lo stesso calore che cerchiamo di dare sul punto vendita.
Sempre a causa di questa crisi in atto, avete notato cambiamenti nel vostro tipo standard di consumatore finale?
No, credo che il nostro cliente finale non sia cambiato in seguito alla crisi di questo periodo. Uno dei pensieri che ha concorso a creare il progetto è stato proprio dedicato al target: chi non indosserebbe un filo d’oro al polso? Ciò a significare che il nostro gioiello è talmente essenziale e trasversale da abbracciare un potenziale target che va da 15 ai 70 anni. Credo che in momenti di crisi economica così profonda il profilo del target si modifichi prevalentemente in termini di potere o intenzione d’acquisto e, purtroppo, l’impatto della crisi sull’economia reale è già visibile.
Obiettivo 2021?
Gli obiettivi sono tanti. In primo piano c’è sempre il prodotto che punta alla perfezione. Non smettiamo mai di essere critici con noi stessi e, di conseguenza, di cercare sempre di migliorare. Quest’anno vorremmo consolidare la nostra presenza a livello di immagine sui punti vendita e incrementare il numero di rivenditori di livello medio alto che sposino e sostengano il nostro progetto.