Perché la carta è ancora protagonista dell’arte, migliaia di anni dopo la sua invenzione? Perché le aste e l’amore per l’arte non ha mai sostituito questo supporto. Al Palais Brongniart di Parigi si è appena concluso il Salon Du Dessin, 27esima edizione, con 39 gallerie dal mondo che hanno portato opere su carta dall’antichità al 900.
Il fascino di vedere Rinascimento e pop art accostati non ha uguali: c’è Kandinsky e Monet, Guercino e cataloghi raffinati di Sotheby’s. Tutti su carta, che torna a regnare tra i sogni dei collezionisti in piena abbuffata e inflazione digitale.
Non solo artisti famosi e popolari, ma soprattutto rarità. Sentite cosa dice Benjamin Couilleaux, curatore del Musée Cognacq Jay di Parigi: “Cerchiamo molto artisti secondari che possano riflettere l’arte del Settecento e il gusto Cognacq”.
LE NUOVE LEVE – Tra i nuovi espositori (selezionatissimi 5) ci sono stati i Rosenberg. Mica tanto nuove leve: la famiglia è una delle più influenti dell’arte moderna e Marianne Rosenberg ha fondato la galleria nel 2015 proseguendo l’azione di famiglia. Oggi rappresenta da sola artisti come Brendan stuart Burns, Maureen Chatfield and Tom h. John.
Omer Tiroche è il più giovane gallerista del quartiere Mayfair a Londra, la mecca del lusso e del collezionismo d’arte. La sua galleria moderna ha aperto nel 2015 e a parigi ha portato grandi artisti del Novecento in disegni. Come quelli che vi facciamo vedere del Pescatore di Pablo Picasso, datati 1957.

Nuovo arrivo al Salone è anchela gallerista svizzera attiva fin dal 1969, Annemarie Verna, che è presente anche ad Art Basel. Qui a Parigi per la prima volta ha portato lavori di artisti contemporanei come James
Bishop, Donald Judd, Sol Lewitt, Robert Mangold, Sylvia Plimack Mangold, Fred Sandback, Richard Tuttle.
In visione ci sono pure stati dei disegni appartenenti alla collezione del Musée d’arts de Nantes, appena riaperto, che ha in carnet disegni della Maison Chaumet per le corone, le opere più raffinate dei gioiellieri che partono, ovviamente, dai disegni.
In mostra anche opere del Clark Art Institute, la famosa istituzione americana che dal 2016 ha visto al timone il francese Olivier Meslay. E collateralmente, a Parigi ovviamente, Sotheby’s e Christie’s hanno messo all’asta negli stessi giorni del Salone alcuni pezzi davvero preziosi. Come un collage futurista di Giacomo Balla che si aggirava intorno ai 300mila euro.