1 Ottobre 2019

“Zero il folle”, così Renato torna rivoluzionario

Alla produzione del nuovo progetto, Trevor Horn, Alan Clark e Phil Palmer. Da novembre a gennaio il tour: Milano e Roma già sold out.

1 Ottobre 2019

“Zero il folle”, così Renato torna rivoluzionario

Alla produzione del nuovo progetto, Trevor Horn, Alan Clark e Phil Palmer. Da novembre a gennaio il tour: Milano e Roma già sold out.

1 Ottobre 2019

“Zero il folle”, così Renato torna rivoluzionario

Alla produzione del nuovo progetto, Trevor Horn, Alan Clark e Phil Palmer. Da novembre a gennaio il tour: Milano e Roma già sold out.

«Sono uscito dagli schemi e ho indossato la mia natura e la mia voglia di stupire». Renato Zero ha presentato il suo nuovo album Zero il folle in un evento-show all’Auditorium di Roma, acclamato da fan e giornalisti.

“Perché folle è chi sogna, chi è libero, chi provoca, chi cambia. Folle è chi non si vergogna mai e osa sempre, per rendere eterna la giovinezza”.

In passato l’hanno definito ayatollah, predicatore, il pifferaio magico, oggi Renato Zero si proclama il Folle, Zero il Folle, titolo del suo ultimo album di inediti in uscita il 4 ottobre, sia in formato cd sia in formato lp, con quattro cover differenti, che vanno a comporre la parola Z E R O.

Disco registrato a Londra, prodotto e arrangiato da Trevor Horn con la co-produzione di Alan Clark e Phil Palmer e presentato ieri all’Auditorium Parco della Musica di Roma in una sala gremita non solo di giornalisti, ma anche di una folta schiera di fan che il cantautore italiano ha invitato.

Dal 4 ottobre Entrambe il disco di Renato Zero disponibile con 4 “folli” cover, che vanno a comporre Z E R O. Quattro immagini che, insieme, rappresentano visivamente il disco, con la creatività e la follia che contraddistinguono Renato Zero e tutti coloro che rifiutano le regole e l’autorità.

«Con il passare degli anni – racconta Renato Zero durante la conferenza – si diventa sempre più fastidiosi nei risultati e calarsi totalmente in una partitura e in una scrittura, perché c’è un popolo di giovani che cerca un’identità e guai a non dare la sensazione di poter essere un padre, un amico più maturo e dare contributo alla loro illuminazione. Noi siamo Renato Zero anche perché abbiamo avuto Eric Clapton, John Mayall, i Beatles, Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald, Frankie Vally e  i The Four Seasons etc. Avevo un amico marinaio, imbarcato come ufficiale che girava il mondo e, tutte le volte che tornava dagli Stati Uniti, mi portava vinili di Frankie Avalon, Burt Bacharach che in Italia non arrivavano perché li bloccavano alle frontiere, forse c’era un Salvini anche allora. Questo lavoro non è solo di totale onestà, ma è anche di umiltà, inchinarsi di fronte alla statura di Trevor Horn e Alan Clark dei Dire Straits  e, altri che hanno partecipato al disco, che mi hanno riportato in una Londra che frequentai in questi bassi, dove si pagava una sterlina a settimana, e dove vicino c’era una friggitoria di patatine, che ti svegliavi con un rancico in gola, ma a totale riscatto andavi allo Speakeasy o al Marquee a sentire dei gruppi straordinari. Esiste ancora un posto, il Ronnie Scott’s, in cui sentire del buon jazz, della musica colta e non credo ci sia un posto migliore nel mondo».

 

«Ringrazio ancora una volta il pubblico- continua Renato Zero rivolgendosi ai sorcini in sala, i suoi fan – per la sua assiduità e l’aderenza al mio pensiero che mi hanno consentito di non allontanarmi mai dalla passione e dall’impegno, mai dal considerare che le mie canzoni, anche quelle meno fortunate, fanno parte di me, della mia strada. Sono parenti di Pasolini, di Fellini, di Giuffrè e di tutti gli altri amici che ho avuto il piacere di conoscere, tranne Pasolini  e me ne pento, anche loro hanno aggiunto energia e grande insegnamento alla mia maturazione. Sono stato fortunato a bazzicare il Teatro Stabile di Genova di Luigi Squarzina, ho militato molto bene in una commedia musicale che si chiamava Hair diretta dal grande Victor Spinetti e tante altre esperienze. Questo cambiare pelle ogni volta, credo sia la formula migliore per non essere statici ma, soprattutto, per offrire a se stessi questa intercambiabilità in un mestiere che non è un mestiere, questa è la novità e lo dico con grande orgoglio e grande soddisfazione. Non sono un mestierante, sono una persona che ha voluto uscire dagli schemi, ha mandato a fare in culo la borghesia con tanti saluti e con molta salute per loro, però il fatto di poter indossare la mia natura, la mia voglia di stupire e di muovere il pensiero degli altri, la loro sensibilità lo ottieni solo se sei padrone delle tue esperienze, se sei portatore sano del coraggio».

Il disco affronta svariati temi di attualità, che rispecchiano la nostra Italia oramai alla deriva, come La culla è vuota, che  parla del calo delle nascite penalizzando l’aborto:«Non voglio la catena di montaggio – parlando di questa canzone Renato Zeroperché è sbagliata come formula, ritengo che l’amore debba ancora produrre cospicuamente il rapporto fra due essere umani ma anche la proiezione di produrre figli e ciò significa garantirsi una continuità e questo avviene con la buona tutela che i genitori svolgono presso i figli, perché fare un figlio e lasciarlo al proprio destino credo sia una forma criminale di pensare al ripopolamento del pianeta. Anch’io ho sentito questa necessità, venendo da una famiglia molto numerosa e straordinaria, e ho adottato Roberto che mi ha dato due belle nipoti, sono nonno e, quindi, non ho tralasciato quelli che al mondo c’erano già e non avevano un indirizzo».

Renato Zero tra il suo ufficio stampa Riccardo Vitanza e Federica Gentile.

Renato Zero è uno dei personaggi più trasgressivi, ma enumera altri personaggi che lui considera tali: «Lindsay Kemp, Paolo Poli, Mozart, Gesù Cristo, Pier Paolo Pasolini, Van Gogh, Beethoven, Lady Gaga, i Queen faccio questi nomi e passo da un estremo all’altro, ma se Gesù se lo incontrassimo oggi, sarebbe tale e quale ad allora, non avrebbe cambiato una virgola, perché un poco si nasce stravaganti, desiderosi di espandere questa allegria, la voglia di vivere, questo genio e sregolatezza».

“Zero il Folle in Tour” (prodotto e organizzato da Tattica), il nuovo tour di Renato Zero, partirà il 1° novembre da Roma e ha già 13 date sold out. Renato Zero toccherà i principali palasport italiani:

1 novembre – Palazzo Dello Sport di Roma (Sold Out)

3 novembre – Palazzo Dello Sport di Roma (Sold Out)

4 novembre – Palazzo Dello Sport di Roma (Sold Out)

6 novembre – Palazzo Dello Sport di Roma (Sold Out)

8 novembre – Palazzo Dello Sport di Roma (Sold Out)

9 novembre – Palazzo Dello Sport di Roma (Sold Out)

14 novembre – Mandela Forum di Firenze (Sold Out)

15 novembre – Mandela Forum di Firenze (Sold Out)

18 novembre – Grana Padano Arena di Mantova

19 novembre – Grana Padano Arena di Mantova

23 novembre – Vitrifrigo Arena di Pesaro

24 novembre – Vitrifrigo Arena di Pesaro

7 dicembre – Modigliani Forum di Livorno

8 dicembre – Modigliani Forum di Livorno

14 dicembre – Pala Alpitour di Torino

15 dicembre – Pala Alpitour di Torino

21 dicembre – Unipol Arena di Bologna

22 dicembre – Unipol Arena di Bologna

11 gennaio – Mediolanum Forum di Milano (Sold Out)

12 gennaio – Mediolanum Forum di Milano (Sold Out)

18 gennaio – Palasele di Eboli – Salerno

19 gennaio – Palasele di Eboli – Salerno

23 gennaio – Palaflorio di Bari (Sold Out)

25 gennaio – Palaflorio di Bari (Sold Out)

26 gennaio – Palaflorio di Bari (Sold Out)

 

Testo e foto a cura di Roberta Carotenuto/Roma per The Way Magazine

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