C’è un luogo nell’America del Nord dove l’alleanza tra civiltà occidentale e nativi americani, quando ha portato buoni frutti, viene costantemente celebrata. Si tratta del Museo canadese dei diritti umani, che si trova a Winnipeg, Manitoba. Le mostre del museo mirano a collegare ogni visitatore ai diritti umani, con 10 gallerie principali della struttura che contengono storie diverse, dal Canada e da tutto il mondo, trasmesse attraverso presentazioni interattive, tecnologia multimediale e design di livello mondiale.
Il celebration circle è il luogo dove si uniscono le forze celebrative e suggestive dell’unione dei popoli. Michelangelo Iossa, firma di The Way Magazine, attualmente in Canada per un tour letterario promosso da una rete di enti istituzionali, di organismi culturali e di agenzie diplomatiche e consolari canadesi. “Un luogo magnifico – racconta il giornalista scrittore – dove l’accordo tra i nativi e il governo canadese viene ricordato con un sole che riunisce le culture. Qui avvengono celebrazioni speciali e incontri istituzionali. I corni che emettono dei suoni per esprimere la gioia dell’incontro”.
Tra il 1871 e il 1910, il Canada stipulò vari trattati con le bande indiane del Manitoba (trattati 1-6, adesione al trattato 5 e trattato 10). I trattati prevedevano che il Canada avrebbe accantonato una quantità calcolata di terra come riserva, in base alle popolazioni al momento delle indagini di riserva originali.
COSA SI VEDE AL MUSEO – Una cronologia presenta 100 momenti selezionati nella storia dei diritti umani nel corso dei secoli e in tutto il mondo. Sono rappresentate le prospettive indigene, con pannelli di legno che ricordano animali selvatici, ricordi dei popoli Métis e Inuit che avevano concetti di diritti e responsabilità basati su principi in cui tutti e tutto sono interconnessi.
In uno degli spazi più spettacolari del museo, il fulcro è un teatro circolare di stecche di legno curve, alcune delle quali includono opere d’arte originali. Il teatro proietta un film a 360 gradi che condivide storie di diritti e responsabilità indigeni, raccontate attraverso quattro diverse generazioni.
Il museo si impegna a rispettare e proteggere l’ambiente. Ciò significa ridurre al minimo l’impatto del museo sul mondo naturale e sulla salute delle persone, durante la fase di costruzione e durante il funzionamento dell’edificio negli anni a venire. Qui si tengono eventi impegnati nell’educazione e nel dialogo sulla tutela ambientale.
E la storia si ripete. Per la realizzazione del museo, oltre il 50% dei rifiuti edili è stato riciclato o recuperato. La struttura raccoglie l’acqua piovana per i sistemi di aria condizionata e scarico dei servizi igienici. Oltre 2.800 metri quadrati di tetto sono stati seminati con erbe di prateria e piante autoctone del Manitoba.
Report di Michelangelo Iossa per The Way Magazine