Veronica Surrentino, musicista e cantautrice romana, è la prova vivente di come la passione possa rendere la nostra vita speciale, senza per questo, rinunciare a costruire la propria famiglia. Sognatrice, non ha mai perso il “contatto” con la realtà, lavorando con tenacia e costanza alla solidità delle sue radici, senza distogliere lo sguardo dal suo obiettivo: la musica. Una bellissima donna, madre di due bambini, Sofia e Lorenzo che sul palco, diventa un’altra. Chiacchierando con lei colpisce la sua semplicità, il modo quasi disarmante di raccontare la propria vita attraverso la musica. Un equilibrio il suo, che caratterizza la sua musica, dove con voce potente e delicata, Veronica, sceglie con cura le parole, che arrivano però dritte senza giri o fronzoli inutili. Con Tranne Te, l’ultimo singolo, traccia un nuovo importante percorso artistico, che la vedrà presto pubblicare un altro inedito e un duetto importante. Oggi si racconta con il suo sorriso e la positività che la contraddistingue, paga e riconoscente alla vita per quanto di bello le ha regalato.
Quanto è stato difficile coniugare lavoro, famiglia, carriera?
Ho fatto il liceo classico, ma cominciai ragazzina a fare serate e a lavorare, imparando a scegliere cosa fare e cosa no. Non so e non saprò mai cosa sarebbe successo se avessi dato una svolta completa, totale alla mia vita, per fare solo musica. Non lo so e non mi interessa, ho scelto il “passo” mio. Ho voluto godermi le cose belle, sacrificando qualcosa, che mi è tornato indietro il doppio. La stabilità emotiva è importante e imprescindibile. Ho sempre scelto, quello che sentivo giusto, affidandomi all’istinto e lasciando da parte condizionamenti.
Nella vita e nella carriera, è innegabile, che ci siano incontri importanti. È stato così anche per te?
Concordo pienamente ed è stato così anche per me. L’incontro con Giosy Capuano, autore di Andamento Lento di Tullio De Piscopo tra le altre, è stato fondamentale: mi ha insegnato a capire la mia voce. Con lui, non era mai una lezione di canto, ma un “viaggio” alla scoperta della mia voce, attraverso l’ascolto di quella degli altri. Mi ripeteva: “Suona la voce e fai cantare l’anima”. Ero sempre circondata da persone più grandi, imparando tantissimo da tutti. Lì ho capito cosa significasse fare il musicista. Da ragazzina facevo piano bar negli Hotel con pianisti bravissimi, pluri diplomati, che facevano musica con il rispetto dovuto al mestiere più bello del mondo e il sorriso sulle labbra, anche in momenti complicati.
Se potessi esprimere un desiderio, tipo lampada di Aladino, cosa chiederesti?
Se potessi scegliere e sognare in grande, vorrei cantare con Sam Smith. Mi hai chiesto un sogno e quindi, eccolo. Sam Smith, perché mi affascina l’intreccio che creano le voci e dovendo sognare in grande, vorrei sentire la mia con la sua. Per questo motivo, ho fatto per molti anni parte di un coro Gospel, attratta dalla meraviglia di questa coralità, per tutti i cinque anni del liceo classico sperimentale, dove c’era anche musica e il coro. Mi piace l’incontro delle voci, la sorpresa, la magia dell’unione che scaturisce dall’incontro di due sensibilità, di due mondi.
Oggi sei una solista, ma credi e scegli sempre il gruppo …
Canto così, perché intorno ho le persone giuste che sono il valore aggiunto ad una bella voce. Nei miei musicisti, la mia voce, trova colori nuovi e sono consapevole di cantare meglio. La musica è condivisione ed io la condivido con Aldo Martino e Gianfranco Bonavolontà da sempre. Aldo, che è con me da quando avevo poco più di vent’anni, è come un fratello maggiore; ogni cosa anche la più pazza che ho fatto nella vita, lui c’era. Gianfranco è arrivato sette o otto anni fa e da allora è parte di questa nostra strana famiglia. Per me avere loro, equivale davvero ad avere una “famiglia musicale”, con cui condividere e sperimentare. Loro sono stati con me a prescindere dal momento, anche nei più difficili e questo è impagabile.
Hai cominciato a cantare, per lavoro, molto giovane. I tuoi genitori, evidentemente, te lo hanno permesso. Come vivono oggi la tua carriera?
Gioiscono sempre, per cose piccole o grandi. Nonostante mi abbiano detto dei no, vedi lo Zecchino, D’Oro, in realtà mi hanno sostenuto sempre. Se uscivo con gli amici, non potevo tornare oltre mezzanotte, se andavo a suonare, tornavo anche alle quattro. Allora, non capivo il perché, oggi apprezzo quell’insegnamento e l’educazione ricevuta.
Sei vera e non scendi a compromessi. Questa è la tua “cifra”, quella che ti connota, rendendoti quella che sei?
Sono molto organizzata, mi piace l’ordine perché mi aiuta a tenere a bada tutto. Mi rendo conto di aver perseguito con pazienza e determinazione, quello che era il desiderio di fare musica. Per poterlo fare, ho dovuto trovare equilibrio e imparare ad incastrare ogni cosa. Ho sempre studiato e lavorato di giorno e anche la sera, nei locali. Sicuramente è chiaro che se avessi spinto di più sulla carriera, forse avrei raggiunto prima determinati obiettivi. I figli sono indubbiamente stati l’impegno più grande e imprescindibile. Ho sempre continuato, tuttavia, a fare i live portandomi sempre i bambini, grazie a Marco che mi ha sempre sostenuto, condividendo i miei obiettivi.
Il tuo confidente è ancora il pianoforte?
Non è cambiato nulla, pochi giorni fa, al pianoforte, ho scritto un nuovo pezzo. Una nuova idea, un sogno che ho trovato dentro di me. Come sempre la condivido subito con Aldo e Gianfranco che mettono immediatamente i loro colori, le loro intuizioni. Al piano nascono le mie canzoni, a lui confido ogni cosa, mi ritrovo, mi rigenero. Poi può essere che, in seguito, quella ballad, trovi un altro ritmo, un altro swing: in studio, suonandola, lasciamo che prenda forma, liberamente. Questo è il nostro segreto: siamo fatti per fare musica dal vivo e solo così, nascono le nuove composizioni.
Come ti comporterai con i tuoi bambini?
Proverò a guidarli, senza ostacolarli. A sostenerli perché possano trovare la propria strada, realizzare i propri sogni. A casa c’è il pianoforte, una tastiera, una chitarra. Li lascio giocare, cominciano a fare i primi passi. Hanno entrambi una curiosità verso lo strumento che vorrei alimentare, senza condizionarli.
Nel video, bellissimo, di Tranne te appari decisa e sensuale. Sei così anche nella vita?
Assolutamente, no… È il mio alter ego che viene fuori, quello che sfodero anche sul palco. Lì, con un tacco 12, che indosso come il mantello di un supereroe, divento la Veronica Surrentino che si vede nei live: l’altra me.
Non so se si avvererà il sogno della Lampada di Aladino, ma so per certo che sono in arrivo importanti novità e un duetto importante.
Cosa farai questa estate?
In luglio uscirà un nuovo singolo e un nuovo video. Un’altra importante tessera del nuovo progetto che mi vedrà, lo confermo, duettare con un grande della musica italiana in un brano di un autore davvero importante…Sono emozionata e felice e non vedo l’ora di poterlo condividere.