Counterpain è la prima mostra personale di Louisa Clement in Italia. Per l’occasione, il suo universo visionario che abbraccia fotografia, video, installazione ed interventi site-specific, ha trasformato l’intero spazio espositivo in uno scenario perturbante e distopico, al confine tra mondo virtuale e reale.
Consolidando la sua ricerca sull’ibridazione e la standardizzazione del corpo umano, la selezione di opere riflette l’eterogeneità della pratica di Clement e delinea la cornice concettuale per la presentazione del suo ultimo progetto: Representative. Un avatar, un clone di sé stessa plasmato sulla sua figura e sul suo profilo caratteriale, in grado di interagire con il pubblico ma anche programmato per sviluppare un linguaggio proprio e svilupparsi come entità “autonoma” assorbendo input esterni.
Le informazioni biologiche necessarie alla realizzazione sono state ottenute utilizzando microfotografia, studi di movimento filmico e la più recente tecnologia di scansione del corpo in 3D. In collaborazione con un produttore specializzato in sex-dolls, Clement ha convertito questi dati in una bambola TPE a grandezza naturale ultra-realistica, sostenuta da uno scheletro interno in alluminio cablato che ne garantisce i movimenti. Un team dell’Università di Saarland (Germania) guidato dalla dottoressa Vera Demberg, ha poi codificato ed implementato negli automi una simulazione algoritmica della personalità dell’artista, creando così un backlog di cognizione esperienziale basato sul suo profilo.
Nell’affrontare quesiti esistenziali che riguardano la nozione binaria del sé e dell’altro, Louisa Clement esplora la dicotomia dell’era digitale – assenza e presenza, online e offline, integrazione e isolamento — che sta trasformando la nostra esistenza rimodellando significativamente i paradigmi di individualità e coscienza. Inoltre, evidenziando le implicazioni etiche, filosofiche, sociali e legali inerenti al riconoscimento del sé in un periodo storico in cui la tecnologia e i social media rappresentano estensioni virtuali della nostra persona, il suo doppelganger, dotato di AI e sessualmente funzionante, mette a nudo problematiche di controllo e autorità nella sfera di interdipendenza tra l’esperienza umana e il machine learning.
Contestualmente a Representative, Clement propone una selezione di lavori a loro volta incentrati sul confine sempre più sottile tra reale e artificiale. Attraverso i dettagli di un corpo nudo di bambola, quasi indistinguibile da quello di una persona vivente, la serie fotografica Body Fallacy riflette sulla creazione di una memoria visiva collettiva influenzata dai media, dove artificialità e realtà si sovrappongono. Anche i manichini rappresentati nella serie Gliedermensch esposta al piano superiore e nella serie Disruption presentata al piano terra, sono simboli profetici di questa progressiva disumanizzazione del corpo. Le figure di Clement qui incarnano l’assenza di vita, ma allo stesso tempo mantengono sempre una fisicità palpabile. La natura artificiale è mitigata da un loro fascino quasi intimo.
Fino al 15 gennaio 2022: Cassina Projects Via Mecenate 76/45
20138 Milano, Italy
+39 02 3928 4131