Siamo figli dell’arte classica e delle invidiabili forme ed equilibri dei canoni di bellezza. Ma quando artisti come Maurizio Cariati prendono le lezioni del passato e le attualizzano il risultato è spiazzante. L’artista calabrese, in esposizione di recente nei ristoranti di Milano e Venezia del celebre chef Alessandro Borghese, con il suo progetto pittorico sta comunicando un nuovo approccio alla riflessione estetica. Il ciclo di quadri estroflessi (pitture che escono dalla bidimensionalità) “Ti tengo d’occhio” ha stregato lo chef famoso per i piatti raffinati e i suoi programmi tv, e prima a Milano, e ora ad “AB Il Lusso della semplicità” a Venezia, è in esposizione fino all’8 luglio 2024 nelle eleganti sale del locale.
La personale di Maurizio Cariati, nel segno della tridimensionalità, accoglie la pittura di ritratto classica che sposa le ricerche spaziali e ambientali dell’arte italiana e internazionale del secondo Novecento. Cariati, infatti, fonde una pittura rigorosamente dedicata alla rappresentazione del volto declinata con una forte attenzione alla qualità pittorica e figurativa e l’utilizzo dell’estroflessione che dai Gobbi di Burri in poi è diventato simbolo della rottura del limite del supporto da parte di un’opera d’arte.
La scelta di Cariati di usare la juta grezza come supporto dei suoi dipinti richiama gli esperimenti di Alberto Burri (anni 50) e le ricerche che lo hanno seguito. Spazialismo ed elemento materico danno maggiore forza plastica a una pittura in dialogo con lo spazio.
Le immagini di Cariati ottengono pertanto una valenza doppia: sono uno studio sul volto, la psicologia, l’espressione e allo stesso tempo sono un’indagine sulla luce, elemento chiave dell’arte italiana che richiama a Caravaggio, con enfasi sulle vibrazioni del colore in dialettica con il fondo scuro delle opere e con la luce dell’ambiente che le contiene.
Maurizio Cariati nasce a Cosenza nel 1983. Dopo gli studi presso l’Istituto d’arte di Castrovillari, con specializzazione nel settore metalli, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro indirizzo Pittura, laureandosi con il massimo dei voti. Nel 2010 consegue il diploma di II livello in Arti Visive, presso l’Accademia di Brera. All’età di 22 anni vince il Premio Celeste nella categoria studenti. La mostra presso il locale “AB Il lusso della semplicità” a Venezia è realizzata con il supporto di TaborArt, curata da Mc2 gallery.
“Quando mi sono avvicinato allo studio dell’oreficeria – dichiara Maurizio Cariati a The Way Magazine all’indomani dell’apertura di successo della mostra a Venezia – sapevo già che la pittura mi avrebbe chiamato. Ho voluto frequentare l’Accademia di Catanzaro per confrontarmi con gli altri giovani artisti, e quella di Brera per affinare la tecnica. Sono arrivato a Milano nel 2007, due anni dopo la mia prima personale. Mi ero reso conto che ciò che facevo destava già interesse e sono passato definitivamente alla pittura”.
Una prima conferma del suo talento, Maurizio l’ha avuta vincendo a Siena il Premio Celeste a soli 22 anni. Quando negli ultimi anni lo chef appassionato d’arte Alessandro Borghese gli ha dato la possibilità di esporre nel suo locale, è arrivato anche il successo di pubblico. In una puntata del programma televisivo “Celebrity Chef” si vedono i quadri dell’artista in bella mostra. E una ventina di opere in iuta nera estroflessa in varie misure sono oggi visibili nel ristorante veneziano dello chef. “L’ho conosciuto a marzo 2023 – ricorda Cariati – , lui è appassionato d’arte e ci tiene a sostenere giovani talenti. Per me i suoi piatti sono già arte quindi è facile ritrovarsi”.
L’artista racconta: “Generalmente il mio lavoro si concentra su volti e animali deformi, ironici con una sensazione di comunicazione diretta a chi osserva che diventa in primo luogo un gioco. Da cittadino sono osservato, siamo assediati da telecamere. Da qui il titolo della mostra, che racchiude l’ironia dei titoli dei vari quadri, del tipo ‘guardami’, ‘aprimi’, che parlano in prima persona per avere un impatto diretto con chi li osserva. Si passa dalla gioia a vari stati d’animo che emanano dalla diversità delle smorfie facciali. Non mi colpisce la bellezza assoluta ma la diversità. Non ho un’estetica sfacciatamente bella ma un’attrazione per la complessità espressiva dei volti. A volte sono sconosciuti, a volte sono ripresi da fotografie”.
L’aspetto più intrigante di questo corpus di opere è che viste da lontano sembrano bidimensionali. Incuriosendo lo spettatore, da vicino, rivelano il vero volume del lavoro. “Mi aiuta sicuramente lo studio sulla mimica facciale dei grandi maestri dell’arte come Leonardo Da Vinci e Caravaggio – ammette Cariati – perché ache nei mei quadri la luce scolpisce i volti. Mi colpisce la diversità delle smorfie facciali, che appartiene a un’estetica non sfacciatamente bella, non immediata“.
Mattia Prete, Mimmo Rotella e Umberto Boccioni sono nell’immaginario collettivo i calabresi che hanno fatto la storia dell’arte. “Le mie radici sono in Calabria e ovviamente l’affezione per la mia terra non si annulla col tempo o la distanza, oggi che vivo a Milano – rivela Cariati – . Per quanto mi riguarda, dai maestri non si smette mai di imparare. E anche la loro attitudine al cambiamento mi ispira. Ho iniziato da qualche tempo a lavorare su tematiche diverse che andranno a costituire il nuovo corpus di opere da esporre. Mi interessa molto il fare artistico, in questo momento, ecco perché sto sperimentando molto. Il mio interesse è sempre catturato dalla pittura e scultura, ho un gusto tradizionale, mi piace studiare come in passato venivano sviluppati i soggetti che hanno fatto la storia dell’arte”.
Foto di apertura: courtesy AB Il lusso della semplicità. Per info:
Venezia – Alessandro Borghese – il lusso della semplicità. Cannaregio, 2040 – 30122 Venezia (Italy)
Tel. +39 0413086070 e-mail: venezia@alessandroborghese.com