La Svizzera le ha riconoscito il titolo “Miglior Expat italiana nel campo dell’arte”. E l’arte di Stefania Pinsone è davvero singolare, con i minuziosi paesaggi intricati che non prevedono presenze umane, ma esprimono molte umane sensazioni. I quadri di Pinsone, che ha vinto il primo premio EWAL Premier Art Award London 2019 assegnato dal capo giudice professore Dan Fern al Royal College of Art di Londra, sono ambientazioni meccaniche e macchinose, intriganti percorsi moderni per occhi ammirati e attenti. Le sue opere sono caratterizzate da un potente stile pittorico personale che combina un forte immaginario figurativo con l’eleganza di un nuovo impressionismo contemporaneo dell’era digitale.
Il progetto artistico di Stefania Pinsone è duplice: dedicato all’esplorazione sia dello spazio interno della meccanica cerebrale attraverso un complesso sistema di simboli e segni, sia dello spazio esterno, distorcendo le immagini viste attraverso uno schermo video nelle sue molteplici accezioni. Quest’ultimo progetto è caratterizzato da un’estrema sperimentazione nello stile e nell’uso di diversi materiali, tra cui plexiglas, alluminio, ferro, strass, luci a led, rame, resina e colori metallici o fluorescenti.
Nelle sue opere della serie inner space inventa dettagli di paesaggi senza presenza umana: sono labirinti, corridoi verso un apparente indefinito, strutture e grovigli in cui la componente medievale e il futuro dei circuiti elettronici mescolano le categorie temporali e progettano luoghi al di fuori del frontiere.




Non c’è sicurezza spaziale o temporale: progresso e passato remoto sembrano far parte della stessa civiltà. I colori definiscono la giusta propensione interiore dell’artista. Spiccano parti scure e lucentezza metallica, vibranti su bronzo, oro e argento. Sono i colori della tecnologia estrema, c’è l’oscurità che regna nei viaggi infernali di Dante e Blake, l’odore della notte che batte a Kafka e Burroughs. È un momento pittorico inclassificabile, libero da ogni avanguardia, senza ampi riferimenti epocali. I dipinti hanno un odore di Medioevo ma una chiara visione futurista, sembrano ricchi di pietre antiche eppure infiltrati dalle microtecnologie dei circuiti telematici. Un contrasto tra qualcosa di massiccio e qualcosa di minimale.
A credere nella potenza espressiva dell’arte di Stefania Pinsone, Roberto Papini, imprenditore proveniente da una famiglia di collezionisti, da sempre immerso nel mondo dell’arte nazionale ed internazionale.
“Una donna che è più simile a un matematico piuttosto che a un artista, e che tramite la sua produzione ha fatto coincidere questi due mondi apparentemente opposti. Scale, specchi, illusioni ottiche”.
Stimato esperto, collezionista, gallerista, critico d’arte e curatore, dal 2010 è presidente ed amministratore dell’associazione culturale Arting159 con l’obiettivo di promuovere i nuovi talenti e di creare una rete di partecipazione, coinvolgendo i singoli collezionisti, per accompagnare chiunque alla scoperta del mondo dell’arte. Arting159 è un contenitore dove l’arte, in tutte le sue diverse declinazioni, trova un ambiente fertile per dare vita a nuovi progetti e nuove tendenze del settore.
La mostra di Stefania Pinsone si terrà presso Art Gallery Arting 159 Via Marsala 1, Milano dall’1 al 14 ottobre 2021.