È il musicista di maggior successo dell’intera storia della musica: due miliardi di dischi venduti con i Beatles, oltre 700 milioni da solista (oltre 100 milioni dei quali sono solo i singoli), migliaia di premi ricevuti in ogni angolo del pianeta, decine di Grammy, un Polar Music Prize, un Oscar, innumerevoli riconoscimenti e nomination, decine di record macinati dall’unico musicista che ha ricevuto un Disco di Rodio, un premio realizzato dal Guinness dei Primati con il materiale più raro al mondo. Tutto questo – e molto altro – è Paul McCartney. Ogni definizione di Sir Macca non è mai iperbolica. Solo Elvis Presley, Michael Jackson, i Rolling Stones, Elton John e pochissimi altri possono essere affiancati al mancino di Liverpool, l’uomo che con John Lennon ha dato vita al più straordinario canzoniere pop del Novecento.
Nel 2020 l’ex-Beatle ha scelto Napoli e Lucca per il suo ritorno-live sul suolo italiano: il 10 giugno in Piazza del Plebiscito, all’ombra del Vesuvio, e il 13 giugno a due passi dalle Mura Antiche della cittadina toscana per due tappe-simbolo del suo attesissimo “Freshen Up Tour”.
La storia d’amore tra Paul McCartney e l’Italia risale al giugno del 1965.
La prima esibizione del musicista inglese in Italia si tiene il 24 giugno 1965 sul palco del Velodromo Vigorelli di Milano: con i Beatles, il bassista si esibisce in otto concerti [pomeridiani e serali] in occasione di un mini-tour che tocca anche il Palasport di Genova e il Teatro Adriano di Roma tra il 24 e il 28 giugno 1965. Organizzato dall’impresario Leo Watcher, il tour è caratterizzato dalla presenza di supporter come Peppino Di Capri, Fausto Leali e i New Dada di Maurizio Arceri, solo per citarne alcuni.
Primo Beatle ad esibirsi nuovamente in Italia dal 1965, Paul McCartney torna in concerto nel nostro Paese con i suoi Wings il 25 settembre 1976 per una performance benefica in favore dell’UNESCO – United Nations Educational, Scientific and Cultural Organisation che si tiene in Piazza San Marco a Venezia. Grazie a questo concerto, vengono raccolti 50.000 dollari per il restauro del centro storico del capoluogo veneto: lo show è inserito in un più ampio programma di eventi, che coinvolgono – nell’arco di una settimana – il musicista Ravi Shankar e l’attore Peter Ustinov, tra gli altri.
Il 27 febbraio 1988, mentre l’ex-Beatle George Harrison lascia il palco del Palarock di Sanremo dopo aver ricevuto – il giorno prima – il premio per il Video dell’Anno con When We Was Fab, Paul McCartney raggiunge il Teatro Ariston della città ligure per un’apparizione sul palco del Festival della Canzone Italiana in qualità di super-ospite della serata finale. In quella occasione, Macca si esibisce ‘in playback’ e propone i brani Once Upon A Long Ago e Listen To What The Man Said. Ad affiancarlo sul palco sono la moglie Linda alle tastiere, Hamish Stuart al basso e alla chitarra, Chris Whitten alla batteria, Gary Barnacle al sassofono e Andrew Chater al violino.
Dal 24 al 27 ottobre 1989 Paul McCartney ritorna in Italia per tre date del suo World Tour 1989/1990, il primo tour-kolossal dai tempi dei Wings. Sul palco del PalaEur (Roma, 24 ottobre) e del PalaTrussardi (26 e 27 ottobre), Macca è affiancato dalla moglie Linda (tastiere, cori), da Hamish Stuart (basso, voce solista, chitarre e cori), Robbie McIntosh (chitarre, cori), Paul ‘Wix’ Wickens (tastiere, cori) e Chris Whitten (batteria, percussioni). Nel corso della sola data milanese del 27 ottobre, la band esegue il brano All My Trials che verrà inserito nel disco Tripping The Live Fantastic – Highlights.
Del tutto insolita è l’unica tappa di Sir McCartney su suolo napoletano: il concerto del Palapartenope del 5 giugno 1991 è da ritenere un autentico ‘cult’ nella storia dei tour mccartneyiani. Dopo la pubblicazione del disco Unplugged – The Official Bootleg, Paul affronta sei soli ‘surprise concerts’ in alcune città europee, dallo Zeleste Club di Barcellona al Mean Fiddler Club di Harlesden – Londra, passando per il Teatro Tenda Palapartenope di Napoli, per i britannici Cornwall Coliseum di St. Austell e Cliffs Pavilion – Westcliffe-on-Sea e per concludersi al Falkoner Theatre di Copenhagen.
A meno di due anni dal concerto al Palapartenope di Napoli, Paul McCartney torna a calcare i palchi italiani con il suo New World Tour, alla guida della stessa formazione vista nel capoluogo partenopeo: il 18 e il 19 febbraio 1993 è al Forum di Assago (Milano) per l’inizio della prima parte del tour mondiale. I concerti milanesi sono promossi dalla Marshall Arts, dalla MPL di McCartney e da D’Alessandro & Galli. Il 22 e il 23 ottobre dello stesso anno, Macca ritornerà in Italia per due concerti al Palasport di Firenze che anticiperanno la chiusura della sezione ‘europea’ del suo tour mondiale, che avverrà in Spagna il 26 e il 27 ottobre 1993.
La conclusione del New World Tour, la pubblicazione dell’Anthology dei Beatles, la morte della moglie Linda, il ‘nuovo amore’ Heather Mills, la lavorazione dei dischi Run Devil Run e Driving Rain, l’organizzazione del Concert For New York del 2001 in favore delle vittime dell’attentato alle Torri Gemelle e la scomparsa dell’amico George Harrison: il passaggio tra i due secoli è per Paul McCartney denso di momenti-chiave della vita personale e professionale. Un intero decennio trascorre tra un concerto italiano e l’altro, un decennio durante il quale Paul dimostra un suo personale affetto per il Belpaese con apparizioni-blitz alla kermesse Castelli Animati a Genzano, al Festival del Cinema di Venezia e negli spazi della Ricordi Media Store di Milano per la signing session della raccolta Wingspan. È Roma a far da cornice allo straordinario ritorno del mancino di Liverpool su suolo italiano con una doppietta di concerti davvero memorabili, il cui scenario è il Colosseo, monumento-simbolo di Roma e dell’Italia.
Il 10 maggio 2003, McCartney si esibisce su un palco all’interno dell’arena capitolina, affiancato dalla sua scintillante formazione: il fedelissimo Paul ‘Wix’ Wickens (tastiere, cori, fisarmonica, percussioni), il pirotecnico batterista Abe Laboriel jr., il chitarrista Rusty Anderson e il chitarrista/bassista Brian Ray. Il concerto benefico, per poche centinaia di spettatori, non prevede l’allestimento della scenografia completa adottata per il tour mondiale, nel rispetto dei vincoli artistici e architettonici del luogo. Il giorno seguente – 11 maggio 2003 – Paul McCartney dà vita ad uno dei più importanti della sua carriera: stavolta il Colosseo è alle sue spalle e il pubblico occupa l’intera Via dei Fori Imperiali. Il palco è quello delle grandi occasioni, l’emozione è palpabile, il cielo di Roma è terso e Macca regala al suo pubblico più numeroso di sempre – si calcolarono poco meno di 600.000 spettatori! – uno show che attinge a piene mani dal suo leggendario passato, da Hello Goodbye a Yesterday, da Live and Let Die a Band On The Run, da Hey Jude a The End, con commossi omaggi a Linda, a John e a George e un tributo al pubblico italiano con Nel Blu Dipinto di Blu di Domenico Modugno.
Si dovrà attendere il novembre 2011 per un nuovo passaggio della star britannica in Italia, con un doppio live tricolore, uno a Bologna e uno a Milano, città che vanta il record italiano di presenze-live del compositore di Liverpool.
Tappa conclusiva di questo ideale viaggio lungo lo Stivale risale all’estate del 2013: è stata l’Arena di Verona l’ultimo luogo del nostro Paese toccato dall’ex-Beatle, prima del suo “Freshen Up Tour” che nel 2020 riporterà la beatlemania in Italia, tra il Vesuvio partenopeo e le Mura lecchesi.
Testo a cura di Michelangelo Iossa
Foto live 1991 per gentile concessione di Enzo Buono