Un tributo all’italianità in musica e in immagini, con richiami alla grande tradizione che tanta ammirazione suscita all’estero, sia artistica che musicale. Saverio Gabrielli e Lorenzo Bernardi, giovani musicisti trentini stanno portando avanti il loro intelligente e ben congeniato contributo alla divulgazione della classica italiana nel mondo. Il violinista (classe 1990) e il chitarrista (1994) entrambi di Trento hanno avuto esperienze pregresse prestigiose nella musica classica e ora, nonostante le difficoltà del momento nel campo delle arti performative, stanno facendo molto successo con l’unione dei loro mondi e dei loro strumenti. Sono partiti col progetto “Gli itinerari dei virtuosismi italiani” che si propone di approfondire pagine di compositori che per vari motivi hanno abbandonato l’Italia per cercar fortuna all’estero. Come i celeberrimi Niccolò Paganini e Mauro Giuliani che a inizio Ottocento cercarono fortuna a Vienna. E dalla riproposizione dal vivo del repertorio sono approdati all’incisione di un disco, “Due Italiani a Vienna” (in uscita il 20 aprile) che compendia quella tendenza, di cui Paganini e Giuliani sono testimoni, che ha visto molti musicisti italiani emigrare nelle principali capitali europee, tra cui Vienna appunto, dove la musica strumentale veniva maggiormente valorizzata. Ad intensificare il legame con Vienna, è interessante indagare il ruolo di Anton Diabelli, compositore, pianista ed editore austriaco, a cui lo stesso Beethoven guardò con ammirazione.
Saverio Gabrielli ha 30 anni e ha cominciato col violino a 9 anni per poi perfezionarsi al Conservatorio di Verona e poi Amsterdam. Oltre a essere violinista di String Soloist si è laureato in Musicologia nel 2018 e ha proseguito a studiare a Bressanone. Lorenzo Bernardi ha 27 anni e ricorda di aver frequentato lo stesso liceo del suo collega ma di averlo rivisto dopo in versione ‘professionista’ e avergli proposto il duo. Ha iniziato alle scuole medie a suonare la chitarra elettrica, perché ascoltava il Glam-rock e non sapeva cosa fosse la chitarra classica. Poi l’ha scoperta “grazie al suono avvolgente delle corde”. Subito fascinazione, che l’ha portato al diploma a Trento, un master in secondo livello a Sassari, poi il perfezionamento a Siviglia. Al ritorno dalla Spagna ha collaborato come solista in duo con una chitarrista Thu Le che ha milioni di views su YouTube e gli ha permesso numerosi concerti nel Sud Est asiatico con un repertorio classico italiano.

“L’etichetta DaVinci ha sede ad Osaka – ci racconta Saverio Gabrielli, violinista – l’ha conosciuta Lorenzo e ci siamo convinti quando abbiamo visto che il lavoro è distribuito da Naxos e Amazon, Feltrinelli, Ibis, Spotify, Apple Music. Volevamo massima divulgazione perché è un cd a cui teniamo particolarmente, un tributo ai padri fondatori che per il violino è Niccolò Paganini e per la chitatrra è Mario Giuliani e il grande duo Louis Spohr (Brunswick 1784 – Kassel 1859)
con la trascrizione di Anton Diabelli mai inciso prima. Tutto il cd racchiude un percorso che abbiamo compiuto assieme in un tempo non felice per la musica dal vivo. Abbiamo deciso di inserire Paganini visto che siamo di Trento e proprio a Trento è conservato il manoscritto del Moto Perpetuo in solo maggiore”.
Il Duo nasce sotto il segno dell’entusiasmo e motivazione nel voler far confluire in un piccolo ensemble da camera la formazione e l’esperienza maturate all’estero dai due artisti. “Se sommiamo le nostre esperienze all’estero – ci raccontano – abbiamo suonato in Europa, Stati Uniti, Giappone, Panama, Costa Rica, Argentina, Cile, Vietnam, Indonesia, India e Bahrain. Alcuni ricordi nelle sale concertistiche del mondo sono indelebili, come il Concertgebouw di Amsterdam, il Real Alcazar di Siviglia, la Vietnam National Academy Recital Hall di Hanoi e il Victoria Memorial Hall di Calcutta. E queste esperienze ci hanno regalato anche amicizie prestigiose. Abbiamo bel rapporto col Cavalier Nicola Giuliani in Puglia che ci ha fornito una lettera autografa di Adelaide Ristori che si è esibita a Verona”.
Nel booklet del cd che ci presentano in anteprima, hanno voluto inserire l’immagine del teatro dove hanno registrato, il Ristori di Verona, appunto, gioiello architettonico di inizio Ottocento. “La nostra tendenza patriottica – rivela Lorenzo Bernardi – si evince anche dalle scelte che facciamo attorno alla musica, che adoriamo. Siamo fieri di esportare la cultura italiana nel suo complesso nel mondo, oltre che consapevoli che commercialmente la nostra idea funziona. Siamo stati ospiti di festival e serate in ambasciate nel mondo. Durante quei tour ci siamo resi conto di quanto l’italianità sia un aspetto di richiamo e un veicolo di interesse”.
Saverio Gabrielli ricorda: “Abbiamo pubblicato l’estate scorsa un video girato da Christian Perer a luglio nella Loggia Veneziana del castello del Buonconsiglio a Trento, che è stato condiviso dalla Radio ClassicFM che ci ha fornito un riscontro inaspettato. Lì abbiamo capito l’appeal di un duo, il nostro, piuttosto raro, visto che di violino e chitarra ce ne sono pochi eppure è un binomio che si sposa benissimo. Del resto Paganini era anche chitarrista, ha scritto 18 sonate. Mauro Giuliani invece ha fornito il suono pizzicato sugli archi, note piene di umanità. Crediamo che questa musica prenda il cuore, scritta nel pieno 800 quando imperversava l’opera. Infatti se si ascolta con attenzione, il violino è trattato come soprano e la chitarra è un soave accompagnamento”.
La domanda che tutti si fanno è cosa di un repertorio antico, prende così tanto i giovani musicisti: “Siamo interpreti principalmente, ma già suonare è una forma di creatività. L’importante è dare una luce nuova a un repertorio antico. E se qualcuno si stranisce, questa posizione denota una mancata conoscenza, il messaggio della musica è come dice Riccardo Muti, dentro le note e ci sfugge. Questo è il mistero della musica, possiamo decifrare, analizzare la strumentazione ma il messaggio dietro le note, ci è ignoto. Secondo noi portare alla luce uno spartito di trecento anni fa è interessante, ci rendiamo conto dell’universalità dell’animo umano e dei sentimenti”.

Giuseppe Verdi diceva che le sue opere non dovevano essere ridotte. Lorenzo Bernardi (a sinistra) e Saverio Gabrielli ricordano la lezione: “La musica che suoniamo è intoccabile ma la devi mantenere originale con forme accattivanti e dinamiche. E la si deve affrontare con più cultura possibile”.
La loro musica soave che fa bene all’animo è anche un mezzo per raccontare e far conoscere iniziative italiane nel mondo. Come quella del Teatro Capovolto realizzata nell’estate 2020 in collaborazione con il Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento. Lo shooting è avvenuto in un teatro antico italiano “sottosopra”, la straordinaria cornice del Teatro Sociale di Trento (Italia). Un aspetto insolito per il teatro principale della città – recintato come un’Arena, nel pieno rispetto delle normative anti Covid – ma di grande fascino. I due dichiarano: “Questo è il nostro contributo alla città che amiamo”.
Lorenzo dice che in due, oltre a suonare bene, hanno anima molto imprenditoriale: “Ci siamo resi conto nei tempi che viviamo i colleghi sono molto bravi nello studio e performance e poco della promozione e non hanno mai possibilità di fare concerti. Per questo realizziamo molti supporti, video, foto per farci conoscere e sdoganare l’idea che il bravo strumentista classico sta chiuso nella camera. Per questa estate abbiamo un concerto a Nagoya in Giappone ad agosto un tour pianificato in Corea Cina e Hong Kong, tutti rapporti che curiamo noi dall’Italia”.
Saverio Gabrielli analizza anche il modo di suonare e il rapporto con le sensibilità personali: “Le influenze mentali e musicali condizionano la nostra carriera ma ci danno apertura anche nella vita. Parlo dell’accettazione dell’altro, degli aspetti umani connessi con l’abbraccio delle culture orientali, l’apertura e disponibilità a suonare nei festival. Siamo comunque appassionati di viaggi e il guardare avanti ci ha salvati nella pandemia. Nonostante la situazione sanitaria abbiamo ottenuto un sacco di risultati positivi, facendo anche concerti online nei teatri e stringendo collaborazioni fino in Cile“.
IL DISCO “DUE ITALIANI A VIENNA” – Il filo conduttore del progetto discografico del duo affonda le sue radici nella città di Vienna. La capitale austriaca è stata una meta importantissima delle due più significative personalità del violino e della chitarra: Niccolò Paganini e Mauro Giuliani, grandi virtuosi e capostipiti della scuola violinistica e chitarristica italiana; non a caso il Giuliani venne soprannominato “il Paganini della chitarra”, contribuendo così ad intensificare il loro legame, ulteriormente suggellato dall’ amicizia e stima reciproca che li legava. Di qui l’idea del progetto “Due Italiani a Vienna” che compendia proprio quella tendenza, di cui Paganini e Giuliani sono testimoni, che ha visto molti musicisti italiani emigrare nelle principali capitali europee, tra cui Vienna appunto, dove la musica strumentale veniva maggiormente valorizzata. Ad intensificare il legame con Vienna, è interessante indagare il ruolo di Anton Diabelli, compositore, pianista ed editore austriaco, a cui lo stesso Beethoven guardò con ammirazione (famose le Variazioni “Diabelli” op. 120 per pianoforte). Il caso vuole che Diabelli non solo pubblicò opere del Giuliani ma trascrisse il quartetto n. 3 op. 11 di Louis Spohr per violino e chitarra; opera di cui a tutt’oggi non esiste una registrazione. Il legame è duplice: sia con la città di Vienna dove Spohr lavorò come Direttore d’orchestra al Theater an der Wien dal 1813 al 1815, sia con il violino, sua è infatti l’invenzione della mentoniera che fino ad allora non veniva applicata.
Il programma ha stimolato l’interesse della giapponese DaVinci Publishing: “Hanno giusicato interessante la proposta storico-musicale di riscoperta di repertori fino ad oggi non ancora incisi – ci raccontano i protagonisti – . La presentazione ufficiale oltreoceano del disco avverrà presso la prestigiosissima Munetsugu Recital Hall di Nagoya (Giappone) in programma per il 13 agosto 2021, al quale seguirà (situazione sanitaria permettendo) una
tournée in Cina”.


I due musicisti si sono fatti forza durante lo stop dalle attività concertistiche, che per un duo di classica rappresentano il pane quotidiano. Lorenzo racconta: “Dopo una prima fase di sofferenza mi mancava il viaggio mi sono rassegnato e sono in pace con me stesso. Per fortuna entrambi insegnamo full time e ci dedichiamo allo studio dei nostri strumenti, che non manca mai di stupirci. Con la speranza che si possa tornare int empi non lontani alle nostre normali vite”.
Saverio pensa anche come nutrire l’anima nei momenti di stasi: “Amo il mio lavoro di performer ma grazie a Dio gli studenti della scuola pubblica SMIM e liceo musicale mi hanno tenuto attivo. Con Lorenzo condividiamo anche altri aspetti della vita, siamo appassionati di vini e ci troviamo a degustare ogni tanto delle bottiglie nuove, oltre che andare a camminare in montagna. I paesaggi a due passi dalle Dolomiti offrono un ristoro naturale insostituibile”.
Per lo streaming dal Teatro Ristori: www.teatroristori.org/events/digital_giuseppe-mazzini-e-la-sua-passione-per-la-chitarra/?l=L1&ri=0