Sanremo 2020 sta regalando emozioni, non c’è che dire. E anche tanto share alla Rai (costantemente al di sopra del 50%) anche se, c’è da ricordare, la platea televisiva si è ridotta molto. Sempre grande spettacolo, sempre grande interesse, ma gli affezionati non superano i 10 milioni, in numero, a sera. A questi si aggiungono, ovviamente, i fruitori delle clip digitali. Come questi quasi mezzo milione di persone che si sono andati a rivedere la gloriosa e inedita apparizione di Elettra Lamborghini e Myss Keta, che sicuramente non brillava per tecnica. “Non Succederà Più” fu presentato da Claudia Mori nel 1982, ma in realtà fu cantato (in playback) con Adriano Celentano che era sul palchetto in alto all’Ariston. Da allora è diventato un must di tutti i karaoke rainbow d’Italia.
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Il momento topico, in quanto a maestria e padronanza, era però altrove. Tosca con la celebre cantante spagnola Silvia Perez Cruz ha fatto un ennessimo miracolo di eleganza e tecnica, oltre che di sentimento musicale inarrivabile. La cover di “Piazza Grande”, portata a Sanremo 1972 da Lucio Dalla, che l’aveva scritta con Ron, ha emozionato tutti e l’orchestra del Festival l’ha decretata miglior esecuzione della serata dei duetti di questo Sanremo 2020.
https://www.youtube.com/watch?v=MfZZ8_HTF-o
Indubbiamente bella (e non si può aggiungere altro), la presenza femminile in co-conduzione (?) della terza serata del Festival, Georgina Rodriguez, è stata misurata e a volte un tantino improvvisata. Con grande disappunto dei fotografi in balaustra, le migliori scene sono avvenute in prima fila all’Ariston, con il suo fidanzato Cristiano Ronaldo che applaudiva seduto accanto al figlio del presentatore Amadeus, José Alberto Sebastiani, e un amico che riprendeva costantemente tutto con il telefonino.
Ennesima polemica per i costi sulla presenza di Roberto Benigni, ormai un must per ogni Sanremo che si rispetti. Ennesima ripescata dalla tradizione letteraria (“Il cantico dei cantici”). Senza verve il suo intervento, più che altro un passaggio educativo e divulgativo, che avrebbe senso far fare ad altri, a questo punto.
“Cuore Matto” in versione rock aggiornata è stata invece scelta da Piero Pelù per la serata dei duetti. Il cantante dei Litfiba si è presentato con il lutto nero al braccio. “Ogni volta che c’è un femminicidio, mi vergogno di essere un uomo”, ha detto a fine esecuzione. Una performance che verrà ricordata anche per il duetto virtuale che il cantante ha voluto fare con il compianto Little Tony, che presentò il brano a Sanremo 1967.
Questo festival sta andando bene per il rocker fiorentino: secondo nella classifica delle cover, terzo nella generale provvisoria, dietro Francesco Gabbani e Le Vibrazioni.
Rita Pavone con Amedeo Minghi ha riproposto magistralmente il brano 1950. Il maestro e la cantante sono legati da profonda amicizia. Il brano fu presentato da Minghi al Festival di Sanremo del 1983 senza particolari trionfi: è stato riscoperto col tempo.
Mika sul palco dell’Ariston non è una novità. Ha nominato tante pietre miliardi della canzone italiana, dicendo che “grazie a loro ho conosciuto cose nuove dell’Italia. Che più conosco e più non riesco a capire”.
Il cantante anglo-libanese ha omaggiato poi Fabrizio De André con una cover di “Amore che vieni, amore che vai”.
Si narra di guerre acerrime in fase preparatoria del Festival per accaparrarsi i brani di Mia Martini. Strano il destino di questa artista: mai celebrata veramente in vita, sembra avere un appeal incredibile e indelebile su tanti giovani che la riscoprono. Come Achille Lauro, che si è cimentato in un toccante omaggio (in parallelo) tra Mimì e David Bowie sulle note di “Gli uomini non cambiano”, dal festival del 1992. Con lui, una strepitosa e centratissima Annalisa, che ha dato il meglio di sè. Forse addirittura meglio di tutte le volte che è stata in gara a Sanremo.
Due vincitori di Sanremo nel passato sono tornati a mettersi in gioco ieri sera sul palco dell’Ariston. Francesco Gabbani, travestito da astronauto, ha cantato “L’italiano” portato al successo negli anni 80 da Toto Cutugno in tutto il mondo.
Enrico Nigiotti, per la seconda volta al festival, ha invece chiamato l’intenso Simone Cristicchi con cui ha duettato su “Ti regalerò una rosa”. Un pezzo importante dell’epoca (tarda) di Pippo Baudo, che spalancò le porte della conoscenza sulla malattia mentale nel nostro paese.
Foto d’apertura dalla prima serata di Sanremo 70: Fiorello, Amadeus, Diletta Leotta, Rula Jebreal