Robot Koch è un artista multimediale che non si pone limiti nella sua produzione musicale e visiva. Per il suo nuovo album, sempre ben saldo nell’elettronica sperimentale, “The Next Billion Years”, ha lavorato con il direttore d’orchestra Kristjan Järvi con la Nordic Pulse Ensemble. Questo album appena uscito è tutto rivolto al tema del futuro delle specie che abitano il pianeta.
“Vedere queste canzoni che prendono vita con l’orchestra, è come seguire la nascita di un organismo che respira. Spero che in qualche modo coinvolga gli ascoltatori“, dice l’artista tedesco basato a Los Angeles, la città da cui manda al mondo le sue produzioni musicali e artistiche.
La nuova musica di Koch è rappresentata dal nuovo singolo “Dragonfly” che è il perfetto esempio di come questo artista multimediale riesca a incorporare nell’elettronica tipica del suo genere di appartenenza, elementi strumentali sperimentali, come la partecipazione di un’orchestra intera.
Il musicista di Berlino, proprio per queste sue caratteristiche, ha vinto numerosi premi in passato per il suo contributo alla musica per film e spot commerciali. Per la NBC ha composto musiche per The Blacklist, sulla ABC ha creato il tema di How to Get Away with Murder, per MTV “Teen Wolf” e il trailer per San Andreas.
La nostra sopravvivenza dipende dal fatto che ci preoccupiamo. “Per l’altro e per il pianeta”, dice sui suoi social media presentando “The Next Billion Years“, un album incentrato sul futuro a lungo termine della nostra specie su questo pianeta. La regista britannica Lauren Pringle ha girato un bellissimo cortometraggio documentario sulla realizzazione di questo disco in Estonia. Il filmato offre uno sguardo dietro le quinte nello studio, lavorando con il direttore Kristjan Järvi e la Nordic Pulse Orchestra e condividendo il concetto e le idee che sono alla base dell’album.
I ricordi di come Robot è cresciuto nella campagna vicino a Kassel, in Germania (è nato nel 1977, in piena divisione della nazione), vicino a una foresta e vasti campi hanno condizionato le canzoni, alcune leggermente malinconiche con un senso di nostalgia e ritorno a casa.
“In una visione più ampia – racconta – il disco è anche diretto alla terra che è la nostra casa collettiva che si prende cura di noi e di cui dovremmo occuparci anche noi. Il futuro gioca un ruolo importante nel mio lavoro. Ero ossessionato dalla fantascienza da bambino e continua ad essere un argomento che mi affascina, cerco sempre di trovare un equilibrio tra le visioni future e di essere radicato nel momento presente”.
Da queste nuove composizioni si capisce che Robot Koch è costantemente alla ricerca di un suono maturo e originale che combina sapientemente un’atmosfera profonda e cinematografica, una riflessione emotiva e una produzione lungimirante. La sua musica visiva si presta all’immagine come è accaduto nelle presentazioni di importanti festival come Coachella, Sonar, Mutek. Ha portato la sua musica in boiler room, diverse volte, sperimentando il suonare immersivo col pubblico.
Per il suo album Sphere nel 2018, Koch ha ampliato ulteriormente il suo orizzonte musicale e creato un coinvolgente Full Dome Live Show con audio surround 3D e effetti visivi a 360 °, che ha sviluppato in collaborazione con l’artista visivo Mickael Le Goff. Il progetto è stato visto nei planetari e nei festival di tutto il mondo, vincendo numerosi premi per la “Migliore esperienza immersiva”.
Robert Koch, che ha anche vinto il German Music Composers Award 2014 nella categoria “Miglior compositore di musica elettronica”, gestisce la sua etichetta, Trees and Cyborgs, che ha fondato nel 2016.