Meglio celebrare i grandi in vita, si usa dire. E l’ultimo libro uscito dedicato a un mito dello stile italiano, Roberto Capucci, tra i grandi padri della moda tricolore, è un inno alla sua arte e al suo genio artigiano. Il volume si chiama “Lo scultore della seta. Roberto Capucci, il sublime della moda”, nella collana «Mestieri d’arte». La sua storia è ben nota agli studiosi, esperti e appassionati di moda e costume. Nato a Roma nel 1930, il maestro debutta ufficialmente a Firenze in occasione delle prime sfilate di moda organizzate da Giovanni Battista Giorgini e inaugurate da un evento ospitato il 12 febbraio 1951 nella villa di famiglia nel cuore della città. Inizia così l’ascesa del mito Capucci.
Gianluca Baurzano per Marsilio con un libro dedicato ai primati di Capucci, a ben ragione definito “Lo scultore della seta”, parte dagli anni 50 quando nasce un vero mito della moda italiana, col in primo atelier in via Sistina a Roma, e successivamente nel 1952 la prima sfilata alla Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze città alla quale il ,aestro Roberto Capucci rimarrà legato. In questi anni nasce la linea a scatola che renderà il brand famoso a livello internazionale.
Le sue non sono solo creazioni di alta moda, abiti in tessuti preziosi per le star di Hollywood e le rappresentanti dell’aristocrazia romana e del jet set internazionale, ma vere sculture, straordinarie architetture in tessuto. Già negli anni Ottanta è antesignano della contemporaneità: i suoi abiti destano ammirazione e fanno scalpore, sfilano sulle passerelle di tutto il mondo e sono presenti nei musei e nelle istituzioni d’arte più importanti, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma alla Schauspielhaus di Berlino, da Palazzo Strozzi a Firenze al Kunsthistorisches Museum di Vienna, fino alla Biennale d’Arte di Venezia.
Un percorso unico: dall’arte all’altissima artigianalità, in oltre settant’anni di attività ininterrotta l’intera carriera del maestro è emblema di un savoir-faire di assoluta eccezione. Ancor oggi la sua creatività si esprime vivissima e densa di suggestioni visionarie soprattutto nei disegni, di cui il volume presenta una selezione di grande fascino e bellezza.
Grazie alla ricostruzione esaustiva e appassionata di Gian Luca Bauzano, firma del «Corriere della Sera», giornalista, studioso e curatore di moda, costume e musica, da sempre molto vicino a Roberto Capucci, grande amico e conoscitore della sua vita e della sua opera, il volume ci restituisce il ritratto di un grandissimo artista-artigiano: un vero “tesoro vivente”, secondo la poetica definizione che in Giappone si usa dare ai più grandi maestri.
L’autore ci offre un racconto intessuto di ricordi personali, che si dipana anche attraverso le immagini dei più celebri abiti di Capucci e dei suoi disegni, tratti dall’incredibile corpus di opere autografe. Un libro che vuol essere in primis un tributo a un’eccellenza che è vanto per il nostro Paese, ma anche «una sorta di poetico manuale per giovani creativi», come osserva Franco Cologni: perché Roberto Capucci, raffinato interprete dell’alta maestria italiana, «ha saputo scrivere parole che oggi i giovani dovrebbero imparare a memoria: arte, mestiere, talento, competenza, lavoro, visione, coraggio, bellezza».