21 Ottobre 2018

Robert Redford e Michael Moore monopolizzano la Festa del Cinema di Roma

Premio alla carriera alla francese Isabelle Huppert. Cronache dalla terza giornata della Festa del Cinema di Roma 2018.

21 Ottobre 2018

Robert Redford e Michael Moore monopolizzano la Festa del Cinema di Roma

Premio alla carriera alla francese Isabelle Huppert. Cronache dalla terza giornata della Festa del Cinema di Roma 2018.

21 Ottobre 2018

Robert Redford e Michael Moore monopolizzano la Festa del Cinema di Roma

Premio alla carriera alla francese Isabelle Huppert. Cronache dalla terza giornata della Festa del Cinema di Roma 2018.

Nella terza giornata della Festa del Cinema di Roma sono arrivati due giganti dello showbiz mondiale. Con la pellicola d’addio alle scene di Robert Redford e lo schietto Micheal Moore l’evento romano ha avuto il suo clou finora. E non è da dimenticare la dose glamour, tra il red carpet ed il premio alla carriera alla stella del cinema francese Isabelle Huppert.

Michael Moore all’incontro con la stama alla Festa del Cinema di Roma 2018 (foto Vincenzo Pepe per The Way Magazine).

THE OLD MAN & THE GUN –  Come anticipato in precedenza questo titolo, per Robert Redford, è il suo canto del cigno dalla settima arte. Un addio in grande stile, grazie ad una pellicola tratta da una storia vera; raccontata, oltre che con maestria dal regista, ma anche con molto humour e spensieratezza. Nel lungometraggio ci sono tanti richiami al cinema che lo stesso Redford ha realizzato in questi anni, diverse icone cinematografiche alimentate dalla sua presenza scenica e bravura recitativa. Il vecchio uomo e la pistola, si potrebbe definire, citando una scena proprio del film, come l’ultima cavalcata del vecchio cowboy che si ritira dopo un lungo viaggio. In sala, alla fine e dopo che ci si è anche divertiti di cuore, è partito l’applauso della stampa.

LA SCHIETTEZZA DI MICHEAL MOORE

C’è sempre curiosità quando il regista Micheal Moore presenta uno dei suoi nuovi lavori. Anche in questa occasione è stato così. Il suo nuovo Farenheit 9/11, da non confondersi con 11/9, è un ritratto documentaristico di ciò che successe non solo la notte delle elezioni che portarono Trump alla Casa Bianca, ma anche prima. Tutto è riportato con un montaggio dinamico e con la voce fuori campo, quella del regista, che narra e introduce le scene anche con sottile ironia che, in questi anni, lo ha sempre contraddistinto. Con il pubblico, nell’incontro programmato per oggi, ha sparato a zero su tutto. Non ha risparmiato nessuno. Sia politici americani che quelli nostrani, invitando gli italiani stessi di ritornare a fare bei film come quando si faceva nell’epoca d’oro di Cinecittà. Nella sua nuova pellicola ha narrato il dramma della sua città natale, attaccando non solo il Governatore del suo Stato ma anche l’ex – Presidente Barack Obama.

Isabelle Huppert, attrice francese, a Roma per ricevere il premio alla carriera (foto di Vincenzo Pepe per The Way Magazine).

IL RED CARPET ED IL PREMIO ALLA CARRIERA

Le passerelle sono sempre affascinanti. Attirano anche quando non sembra. E’ il caso del red carpet calpestato, oseremmo dire, da tutto il cast della pellicola, diretta da Guido Chiesa, ‘Ti presento Sofia’. La bella Micaela Ramazzotti e Fabio De Luigi spiccavano su tutti i presenti i quali, come tutti, si sono prestati al solito ed al classico rito da parte di reporter, fotoreporter, curiosi e fans come spesso succede in queste occasioni.

Il premio alla carriera alla grande attrice francese Isabelle Huppert le è stato consegnato durante l’incontro con il pubblico. Una carriera lunga più di 40 anni, la sua, con oltre 120 film alle spalle, «n equilibro tra verità, menzogna, narcisismo e sospensione di sé, tra il dubbio e la grazia, tra il virtuosismo e il dolore», come ha recitato Toni Servillo nella cerimonia di premiazione.

A 65 anni, grandi ricordi dall’Italia (diretta nel 1996 in Affinità Elettive da Paolo e Vittorio Taviani) un Oscar sfiorato di recente per il suo ruolo in “Elle”, l’attrice ha ricordato “la bellezza e la luce dei paesaggi toscani, citando Bellocchio, Bolognini e Ferreri. E poi la dichiarazione definitiva: “Il cinema italiano è stato anche politico, ma anche di un senso estetico unico”.

Testo a cura del nostro inviato Vincenzo Pepe

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