Non chiamiamola sponda magra. Non facciamo paragoni con la riva droite del lago Maggiore. Il tratto di costa che da Como arriva a Bellagio è un serpentone fatto di anse, di curve, di controcurve e di vegetazione muscolosa che riempie lo sguardo e rinverdisce l’anima. Quel tratto di costa, sempre quello, non chiamiamolo come abbiamo premesso, definiamolo magari “il meno nobile” del Lario, oppure quello in forte sviluppo.
Ma il primo appellativo sa tanto di giudizio di classe e, il secondo, di paese emergente, di tigre del sud est asiatico. Sulla sponda di fronte c’è Laglio-Clooney, Argegno, Villa Carlotta, l’isola Comacina. Di qua salendo, verso la perla Bellagio, c’è Blevio, Torno, Nesso. Località sconosciute ai più, ma così dense di significativa originalità da essere luoghi davvero unici.
Come è di originale significatività il Filario. Siamo a Lezzeno, un borgo di duemila anime, noto fino a pochi anni fa per l’attività di lavorazione del ferro, i cantieri nautici e per i pollivendoli (sic!). Il Filario non rientra in nessuna di queste categorie. E’ un hotel di design, un residence di livello, un luogo di classe e di lusso, dove questi ultimi termini non vanno sempre a braccetto.
È una spiaggia privata in una posizione mozzafiato sul Lario meridionale, è un porticciolo che d’estate viene baciato dai raggi solari dall’alba al tramonto.
È una creatura di Alessandro Sironi, un cervello in fuga che si è rituffato nel lario natìo.
È un ristorante, condotto da Alessandro Parisi. A 28 anni ha girato il mondo e questo mondo vuole e riesce a restituire. Lo fa in varie forme creative, coi piatti che vengono serviti nella sala interna dell’hotel o nella splendida terrazza on-the-lake. Da sola varrebbe il biglietto. Lo chef mette il mare nel piatto, che prende forma attraverso una capasanta in carpaccio e burro nocciola, oppure mediante un gambero rosso crudo con cicorie e animelle, oppure una triglia fichi e polenta, o negli spaghettoni all’aglio nero e ricci di mare. Ancora salsedine nella lampuga con lattuga di mare e zucchine alla scapece, ma alla fine no. Il dolce trionfa, il dolce morbido delicato saporito ed equilibrato delle ciliegie di Marostica abbinate da meringa e crema gelata.
I sapori più semplici e sapidi delle pizze gourmet sono invece localizzati pochi metri sotto, a quota zero, livello lago. Nella spiaggia privata, un capanno moderno e minimal, i lettini allineati e i tendoni a far da scudo al sole, che sulla riva sassosa sa lasciare il segno. Chiamiamola yeast coast, evoca l’oriente ma si riferisce ai lieviti degli impasti. Un brindisi al tramonto, una pasta lievitata di tutto punto, un profumo di acquadolce e malinconia, un abbraccio burbero ma indimenticabilmente lariano. Più che un hotel, una tappa da vivere e da ricordare. Per assaporare momenti di non trascurabile felicità.
Foto e testo di Stefano Corrada