Fiori e ambientazioni a macchia di colore indecifrabili. Poi il suono della naura, dei campi e l’arte di Quayola si trasforma in esperienza. I digital video paintings in ultra-high-definition ispirati all’impressionismo francese e alle ultime opere di Claude Monet sono il punto di partenza di questo giovane artista romano che espone a Flashback a Torino in questi giorni. Visiobabile c’è il suo video “Jardins d’Été“. Tramite un uso sperimentale della tecnologia – analisi computazionali del movimento, della composizione e degli schemi di colore – Quayola crea una serie di algoritmi artistici, esplorando nuovi modi di sintesi visiva.
Quayola è nato nel 1982 a Roma ma vive e lavora a Londra. Le sue metamorfosi in pixel sono davvero suggestive. L’arte immersiva raggiunge un nuovo acme con il suo ingegno, specie con queste visioni naturali che sprigionano fantasia e innocenza. Non cita solamente i grandi dell’Impressionismo, ma ipnotizza lo spettatore con grandi immagini di trasformazioni audio e video. Le sue opere ci proiettano in un giardino immaginario che pullula di fiori e suoni immediatamente altro dalla scatola nera in cui ci fa accomodare per goderne.
Quayola è abituato a vivre di arte in equilibrio tra reale e artificiale, infatti le sue digitalizzazioni passano dall’astratto al figurativo e viceversa. Ha partecipato con i suoi lavori a numerosi festival contingui alla cultura elettronica musicale come l’Elektra di Montreal e il Sonar di Barcellona.
In esposizione a Torino, a “Flashback L’arte è tutta contemporanea”, curato da Federica Barletta, prodotto da Ncontemporary con bitforms gallery (NYC), Barco, Fast Events.
Fino al 4 novembre – Pala Alpitour, Corso Sebastopoli, 123, 10134 Torino