Festa dell’arte contemporanea a Milano per la 23ª edizione del Premio Cairo, in svolgimento nelle sale del Museo della Permanente a via Turati. La mostra aperta al pubblico dal 15 al 20 ottobre 2024 rivela i concorrenti e il vincitore di quest’anno, Giuseppe Lo Schiavo.
I venti giovani artisti selezionati dalla redazione di ARTE per il 23° Premio Cairo sono: Thomas Berra, Chiara Calore, Tomaso De Luca, Pietro Fachini, Emilio Gola, Giuseppe Lo Schiavo, Giulia Maiorano, Giulia Mangoni, Pietro Moretti, Matteo Pizzolante, Aronne Pleuteri, Vera Portatadino, Carlo Alberto Rastelli, Marta Ravasi, Adelisa Selimbašić, Davide Serpetti, Arjan Shehaj, Luca Staccioli, Maddalena Tesser, Flaminia Veronesi. Ciascuno ha presentato un’opera inedita, valutata dalla prestigiosa giuria presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente dell’omonima Fondazione di Torino, coadiuvata da esperti di grande autorevolezza del mondo dell’arte; Luca Massimo Barbero, direttore Istituto di Storia dell’Arte-Fondazione Giorgio Cini di Venezia; Ilaria Bonacossa, direttrice del Palazzo Ducale di Genova; Bruno Corà, Presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello; Lorenzo Giusti, direttore Galleria d’ArteModerna e Contemporanea (Gamec) di Bergamo; Gianfranco Maraniello, direttore Polo Museale del Moderno e Contemporaneo del Comune di Milano; Renata Cristina Mazzantini, direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma; e infine il maestro Emilio Isgrò, inventore della “cancellatura”, uno dei protagonisti italiani più autorevoli a livello internazionale nel mondo dell’arte contemporanea.

Giuseppe Lo Schiavo è il perfetto esempio di artista del 2024. Inizialmente conosciuto come GLOS, ha intrapreso un percorso artistico caratterizzato da una miscela dinamica di tecnologia, scienza con echi di arte e cultura antica attraverso vari media. L’opera vincitrice del Premio Cairo 2024 “Self Neural Portrait” è una finestra aperta su un oceano turbolento, incorniciato da fiori bianchi e oggetti di uso quotidiano. Questa composizione simbolica cattura l’ansia sociale e l’impotenza che la nostra generazione prova di fronte alle complessità moderne. L’oceano diventa una metafora dell’essere sopraffatti da eventi al di fuori del nostro controllo.
Un livello unico è aggiunto con un EEG eseguito dall’artista mentre guarda l’opera, mappando le sue risposte emotive e neurali. Le onde cerebrali, come le onde dell’oceano, riflettono il tumulto emotivo, creando una potente connessione tra mente e ambiente.
“Self Neural Portrait” rappresenta un’opera che collega i processi neurofisiologici interni con l’esperienza estetica esterna, offrendo una misurazione scientifica delle emozioni e della loro interazione con l’espressione artistica.
Self Neural Portrait: EEG (Elettroencefalogramma) eseguito dall’artista con il supporto di Alberto Sanna, Direttore del Centro di ricerca sulle tecnologie avanzate per la salute e il benessere presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, utilizzando il metodo di neuroestetica NEFFIE.