Pompei è uno dei siti archeologici più affascinanti del mondo. E il mondo lo sta riscoprendo, dopo che negli anni della pandemia per necessità gli ingressi erano ridotti (560mila nel 2020 e un milione nel 2021). I 3 milioni di visitatori del 2022 hanno riportato in auge la bellezza di un sito che dalla Campania riesce a ispirare persone di ogni provenienza proprio per la sua unicità e verità. Per dirla con Valeria Parrella, scrittrice italiana che proprio nel 2022 si è cimentata con un riuscito ambientamento a Pompei del suo libro “La Fortuna”, “il vero spirito di questo luogo è il tornare a vivere. Vedendolo nei mesi dei lockdown la speranza di chi ci lavorava era sempre la stessa, quella che potesse tornare a vivere”.
Singolare che un luogo fermo nel tempo per un evento catastrofico che ha portato morte (l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.) simboleggi per molti il ritorno alla vita. Come testimoniano anche le poetiche foto del servizio che pubblichiamo in esclusiva del fotografo Paolo Celentano, a Pompei c’è più che mai vita ed è una vita che si perpetua da millenni, tra le stesse pietre e stesse strade.
ARTE DIGITALE E CARTACEA – Pompeii Commitment. Materie archeologiche – il primo programma d’arte contemporanea a lungo termine istituito dal Parco Archeologico di Pompei – lancia la sua prima pubblicazione cartacea e un nuovo programma annuale di Digital Fellowship i cui primi partecipanti sono sette artisti, designer, pensatori e ricercatori internazionali: Formafantasma, Allison Katz, Miao Ying, Legacy Russell, Anri Sala, Rose Salane e Sissel Tolaas. Pompeii Commitment. Materie archeologiche è stato ideato nel 2020 da Massimo Osanna (direttore generale dei Musei dello Stato) e Andrea Viliani (direttore del Museo delle civiltà di Roma), e dal 2021 è supervisionato da Gabriel Zuchtriegel (direttore generale del Parco Archeologico di Pompei). Il programma è curato da Andrea Viliani e Stella Bottai, con Laura Mariano e Caterina Avataneo.
A seguito dei primi due anni di attività – incentrati sulla riconfigurazione del sito archeologico di Pompei quale fondamento per forme alternative di conoscenza, che si delineano attraverso una molteplicità di funzioni, in particolare lo studio e la condivisione delle plurime potenzialità conoscitive di Pompei e dell’episteme insita nella sua “materia archeologica” – Pompeii Commitment. Materie archeologiche sta ora sviluppando una nuova fase della sua piattaforma di ricerca lanciando Pompeii Commitment. Materie archeologiche – Digital Fellowship, un nuovo programma annuale che promuove la ricerca artistica e curatoriale all’interno del contesto unico, trans-temporale, multi-specie e stratificato di Pompei. Primo e unico framework di questo tipo presso il Parco Archeologico di Pompei, le Digital Fellowship facilitano e accrescono la pluralità del dialogo, dell’interpretazione e dell’accessibilità al patrimonio pompeiano e alle sue molteplici storie attraverso l’episteme tecnologica del nostro tempo, oltre a valorizzare la trasformabilità delle materie, esplorando criticamente ciò che sono diventate, o potrebbero diventare, nella nostra epoca digitale.
Anri Sala è il beneficiario della prima Digital Fellowship, il risultato del suo lavoro è stato pubblicato in due parti su pompeiicommitment.org.
Poi è stata la volta di Rose Salane (1992, artista concettuale e curatrice americana). Nell’arco di quattro mesi, tra luglio e novembre 2022, Rose Salane ha visitato il Parco Archeologico di Pompei e dialogato con diverse figure professionali. Questo periodo ha offerto all’artista l’opportunità di avviare una nuova ricerca per creare connessioni tra il passato e il presente di Pompei come antico complesso urbano e meta turistica contemporanea, riflettendo sui modi in cui le nozioni di circolazione, possesso e appartenenza, applicate sia agli oggetti che alle persone, possono coesistere ed essere incarnati dalle rovine archeologiche così come dai vasti archivi di Pompei. Salane ha avuto accesso a parte dei depositi di materiale archeologico, nonché alle banche dati di documentazione visiva relative alla vita moderna e contemporanea di Pompei dal XVIII secolo a oggi. L’interesse dell’artista è stato catturato da alcune categorie di oggetti e testimonianze fotografiche, in particolare anelli antichi, manufatti rubati e restituiti, schede archivistiche di interventi infrastrutturali moderni. Gran parte del materiale raccolto dall’artista ha dato vita a una serie di set visivi che accompagnano un nuovo saggio letterario della stessa Salane, pubblicato come esito finale della sua Digital Fellowship, dal titolo The Feedback Loop of Belongings (Il ciclo infinito degli oggetti).
Fotoservizio per The Way Magazine di Paolo Celentano (Instagram)