Incontrare Pif è trovarsi davanti l’understatement in persona. Scanzonato e dimesso, il regista e documentarista è a Milano per il lancio della nuova serie de Il Testimone, il suo documentario di intrattenimento che l’ha fatto conoscere al grande pubblico qualche anno fa. Nato televisivamente su Mtv, ora andrà in onda per 10 puntate su TV8 il venerdì sera (si parte il 20 gennaio alle 23,15).
“C’è una strana situazione oggi quando giro con la mia telecamera – ci confessa il conduttore, al secolo Pierfrancesco Diliberto – perché prima che uscisse il mio film potevo girare indisturbato. Ora si crea sempre curiosità e solo all’estero potrei descrivere la vita vera come la vorrei riprendere. Infatti all’estero sono andato“.
E cioè in Buthan, il piccolo Paese (grande come la Svizzera) nell’Himalaya che ha stimolato la fantasia del creativo palermitano tanto da farci due puntate di un’ora l’una. “Lì sono alla ricerca della felicità, nel senso che è lo stato che invita i cittadini a testimoniare il loro livello di felicità. Gli Usa hanno scritto nella loro costituzione qualcosa di simile, ma lì con 700mila abitanti vogliono proprio misurarla la felicità“.
Quello che abbiamo visto in anteprima è davvero forte. Sotto tutti i punti di vista. Nonostante La mafia uccide solo d’estate nel 2014 abbia trasformato Pif in fenomeno di massa (“ancora mi sorprendo se la Canalis mi saluta per strada”) la freschezza e a tratti goffaggine del personaggio Pif è rimasta intatta. Ed è un modo per entrare in situazioni che ci possiamo solo immaginare. “Ma la fama è anche servita ad aprirmi delle porte, come entrare a La Scala, seguire Roberto Bolle”, che è già di per sè uno spettacolo, se accostato con l’incredulità a volte anche poetica di Pif che lo intervista nelle situazioni più strane.
“Rimango lo stesso, sono un road tuber con la povertà dei mezzi di quando ho iniziato. Credo sia quella a stimolare la creatività. Certo, ho cambiato la telecamera ma oggi solo io e Zorro riprendiamo in quel modo. Tra l’altro ci ho pensato, se mai dovessimo fare qualcosa assieme, io e Diego Bianchi di Gazebo, dovrebbe essere qualcosa di eclatante“.
Pif, che ammette di aver fatto un “passo d’adulto quando sono andato a vivere da solo e mi sono fatto lo studio in camera”, monta i suoi servizi incredibilmente on the road. “L’ultima cosa che ho fatto è montare una puntata in treno mentre venivo qui”, ha detto con naturalezza alla stampa che l’attendeva a Milano. Una degli aspetti più forti della sua comunicazione è proprio il montaggio“.
Un sogno però, aldilà di queste nuove 10 puntate, ce l’avrà: “Vorrei passare un giorno con il Papa. Con telecamera accesa, ovviamente. Ma quello che voglio davvero è far emergere e documentare un’Italia nascosta”.
Preparatevi dunque a un’immersione nella vita degli arbitri, condannati all’insulto, un reportage sul magnifico mondo dei collezionisti o approfondimenti sull’universo dei fotoromanzi. Quello che non vedremo è l’incontro di Pif con Gianluca Vacchi, il famoso imprenditore instagrammer. “Abbiamo perso il momento giusto, quando l’abbiamo individuato lui è esploso mediaticamente”.
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