Pasqua Vini, impresa vinicola veronese ambasciatrice nel mondo di prestigiosi vini veneti, rinnova il suo legame con il mondo dell’arte ed entra per la prima volta da protagonista ad ArtVerona, fiera di riferimento per il sostegno e la valorizzazione del sistema arte italiano. Sarà wine sponsor della manifestazione e parte di Art&City con la mostra transmediale SUPERFLUO di NONE collective. Dopo aver firmato installazioni presentate al Museo di Santa Giulia, alla Cavallerizza Reale di Torino, a Base Milano, per citare le più recenti, NONE collective torna a Verona su invito di Pasqua Vini, con una mostra a Palazzo del Capitanio, location che aprirà temporaneamente al pubblico per l’occasione.
L’installazione è una prevaricazione dei pregiudizi e uno stimolo a rivedere il concetto di superfluo. L’utilità dell’inutile scaturisce dalla consapevolezza che l’uomo si nutre di emozioni, che sono ciò che più caratterizza la sua umanità. Il superfluo è tutto ciò che dà senso al momento, al qui ed ora, ciò che rende piacevole l’esistenza. Come il vino, l’arte fluisce nel nostro inconscio e tocca un livello più profondo della ragione, il sentire. La logica non basta, non esistono parametri oggettivi per misurare l’emozione. L’utilità, il senso e il fine non sono sufficienti per spiegare l’uomo. Le emozioni, il sapere, l’arte, il lusso sono una necessità che inizia quando la necessità finisce. Ed allora stiamo apprezzando l’effimero, l’inutile, il superfluo. La mostra si snoda in un percorso che attraversa due sale di Palazzo del Capitanio. Un primo ambiente accoglie il visitatore e introduce il tema della mostra attraverso l’esposizione di opere e video generativi di super-fluidi iridescenti. Accedendo alla sala successiva, il visitatore si troverà all’interno di un’installazione artistica site specific. L’opera immersiva sarà composta da una multiproiezione che popolerà le volte del soffitto di organismi bioluminescenti mentre lo spazio centrale della sala sarà occupato da una tela con cui interagirà una luce laser che evocherà tra i mondi superflui anche quello del vino. L’installazione obbligherà ad abbandonare i tradizionali punti di riferimento visivi e uditivi per immergersi in un mondo immaginifico e superfluo e vivere l’ossimoro dell’utilità dell’inutile.