Alla 22esima edizione di Miart, la fiera d’arte che si pone come un’enorme mostra cosmopolita di tutte le innovazioni del settore dal mondo, ha già due vincitori.
La galleria Pact– con sede a Parigi – si aggiudica quest’anno il Premio BeART/emergent, il premio del valore di 4.000 euro destinato alla galleria della sezione emergent più meritevole per la promozione di giovani artisti. Il premio 2017 è in partnership con BeART, piattaforma di crowdfunding.
Pact, aperta nel Marais, il quartiere parigino degli artisti d’avanguardia attorno al Centre Pompidou, è l’acronimo di Pierre-Arnaud and Charlotte Trivini. Ci siamo soffermati sulla proposta della scultura di Amy Brener, tra l’archeologia e la fantascienza, e Pierre-Arnaud ci ha detto: “Questa è un’artista canadese su cui puntiamo molto. Ci mette molto tempo ad assemblare queste sculture, anche anni. Perché sono l’incontro del passato e del futuro, con dei materiali plastici che usano elementi naturali, come anche fiori e piante incollate a strutture che richiamano l’antico. Organizza oggetti, li sovrappone in elementi di architettura antica che riproduce con la resina. Fa pochi pezzi, è un sicuro investimento per chi la compra”.
E così dopo un giorno dalla nostra conversazione, Amy Brener ha vinto. Con il progetto che combina passato e futuro, che vedete in foto d’apertura, con calchi di frammenti architettonici e oggetti di uso quotidiano, come i suoi “scudi” che richiamano i tablet tecnologici. Il solo allestimento meriterebbe una visita.
L’altro artista di punta della parigina Pact è l’italo-venezuelano Manuel Scano Larrazàbal, nato a Padova nel 1981, da madre venezuelano e padre sardo. Negli anni 80 è cresciuto a Caracas per poi frequentare a Milano l’Accademia di Belle Arti di Brera. Il suo progetto si chiama “Pantomime”, una parola che rimanda al movimento corporeo e alla mimica allegorica. Si articola in mobili fatti di legno e fili di nylon con alle estremità delle penne che sembrano danzare su azione di ventilatori. L’idea della galleria è stata quella di far dialogare quest’opera con l’artista e coreografo francese Benjamin Bertrand, che recentemente aveva creato “Rafales” un duetto col ballerino Léonor Zurflüh, che riprende il tema dell’armonia di due corpi che ballano al vento.
Il Premio Herno destinato allo stand con il miglior progetto espositivo, pensato, allestito e curato in tutti i dettagli come una mostra, è andato invece alla Anthony Reynolds Gallery di Londra, con la mostra personale di Lucy Harvey. L’artista ha portato a Miart un estratto di 4 video e del suo progetto Guide To Life che va avanti dal 1997. La galleria, attiva dal 1985 in uno spazio ai confini della City, è stata premiata per l’ambizione, la qualità del concept dell’allestimento e la capacità di raccontare nello spazio di uno stand fieristico una pratica artistica complessa e profondamente legata all’esistenza dell’artista. Lucy Harvey dice della sua opera: “Ho iniziato a fare una serie di disegni astratti formato cartolina. Mi sono concentrata sulle sensazioni dei cicli dell’artista: l’esaltazione della creazione e la disperazione del nulla che viene dopo. Il lavoro sulla natura dell’arte è venuto fuori così, sovrapponendo i disegni alle parole. Tratta dell’eterno mistero della bellezza. Così l’ho intitolato The Answer To Everything”.