Il momento più buio della notte è quasi sempre quello che precede l’alba. Uscendo da Milano, tenendo quasi a braccetto il Naviglio Grande si segue quasi un percorso dantesco al contrario. Più si esce dalla metropoli e più palazzoni, cemento e scorci insignificanti prendono forma. Ma tutto ad un tratto per un miracolo divino o per uno scatto in alto più che in avanti dell’animo e del saper fare umano si arriva ad un luogo del cuore, un’alba che rischiara e dà senso ad una nuova giornata. L’osteria del Ponte, antica ma moderna, datata ma sapientemente riqualificata, bellissima ma accessibile, curata ma fruibile è li che aspetta di essere vissuta, per sfatare quel passato di vecchia trattoria andante e alla buona. E far dimenticare l’ancor più antico passato nobiliare, di signorotti locali che qui vi abitavano, facendo di questa cascina a pianta quadrata il loro castello di famiglia.
Il coraggio e il già citato slancio in alto non è mancato a Patrizia Meazza e ai suoi due figli Alessia e Francesco Angelillo. Nonostante potessero crogiolarsi gestendo la loro bomboniera del Ronchettino (Via Lelio Basso 9, Milano – www.ronchettino.it) hanno rilanciato, raddoppiando. Un anno fa anno ringentilito la struttura “del Ponte” a Trezzano, rilevandone la gestione. La matrice proposta è sempre quella del Ronchettino: forte carattere milanese, dettato dalle ricette di famiglia di Patrizia, sapori tradizionali chiari e puliti, piccole variazioni sul tema, in base alla fantasia e alla competenza dello chef. Qui a Trezzano è Simone Zanon a sfornare dalla sua cucina risotti (con vero carnaroli della Riserva san Massimo) e ossibuchi, trippe e animelle fritte, lingue delicate con salsa verde adagiate su gnocchi fritti piuttosto che le ormai famose anche a neofiti della gastronomiameneghina polpette milanesi, conosciute come mondeghili.

Non può mancare la cotoletta, abbastanza battuta e ben panata. I sapori riportano al palato umori d’un tempo, delle nonne e le zie, delle domeniche sacre sui tavoloni del soggiorno, dei natali o dei pranzi speciali delle case milanesi. La gola contempla i sapori mentre gli occhi si illuminano per i mattoni a vista, il pavimento in cotto, l’arredamento romantico e vagamente provenzale. Le sale dove ci si può accomodare sono piccole riservate, c’è la veranda, quella del camino, il Mezzanino, la Ringhiera, la Stufa e i Quadri oltre alla terrazza panoramica che dà sul cortile, anch’esso utilizzabile nella bella stagione. È una bella scoperta, un locale da segnare nella propria lista dei preferiti e frequentare per respirare l’aria antica della vecchia ma nuova Milano.
Foto credits di @fusillolab.