Ecco le nostre scelte per raccontare l’Italia in musica in questo avvio del 2021. Sono artisti che ancora devono raggiungere il grande pubblico ma che sono attraversati da una grande dose di emozioni. In musica e voce.
Dario Arrabito canta del dolore di Marcinelle, la celebre città belga dove erano emigrati tanti italiani nel Novecento. Il cantautore di Poggibonsi, provincia di Siena, si muove tra teatro e musica e ha nel suo passato la militanza nei Corpo Estraneo, cover band dei Nomadi di cui è frontman. Il proposito del disco di esordio di Dario Arrabito è chiaro fin dal titolo. SPAZIO ALLE EMOZIONI si presenta come un compendio di sentimenti, riflessioni, stati d’animo e vita vissuta che il cantautore toscano offre a chiunque voglia ascoltarlo.
Tra suoni più distorti e la ricorrente presenza della tradizione cantautorale italiana, Dario Arrabito restituisce al suo pubblico un’analisi profonda della sua intimità: amore, passione, gioia, ma anche rabbia e malinconia. Da questo atomo primigenio esplode la necessità che ognuna delle singole sfaccettature del suo personale microcosmo riceva riconoscimento e dignità sia singolarmente che nella loro somma.
SETTE COLTELLI è invece il singolo di debutto di ROSASPINA, giovane artista pop con sonorità R&B.
Il videoclip, diretto da Mirko Salciarini e girato a Como, rappresenta la lotta interiore del protagonista in uno scenario decadente e romantico, dove alla tranquillità del Giardino dell’Eden, il paradiso in cui ROSASPINA è cresciuto, si sovrappongono l’inquietudine, i rumori e gli ostacoli della Selva oscura di Dantesca memoria.
La notte prende il sopravvento e si popola di mostri. Nella battaglia con la setta, ROSASPINA si ferisce ma riesce a domare i demoni grazie alla croce che gli permette di esorcizzare le sue paure e che simboleggia la religione, àncora di salvezza per i nonni materni. La canzone recita: “Sono la mela nel tuo Eden/ ma tu sei solo una serpe/ ed è una vita che aspetto il momento di dirvi/ che non vi devo un bel niente”.
Il videoclip dell’artista di Rho (Milano) mescola sacro e profano, reale e fantastico, l’arte di Francisco Goya con le atmosfere tipiche dei film horror americani.
Tavo invece esce con “Rivoluzione”. «Ho visto combattere una delle più grandi battaglie a una persona a me molto cara. Mi sarei aspettato di vederla fragile, di doverle stare accanto per raccogliere i pezzi che avrebbe perso lungo la strada, per sorreggerla. Invece ho capito che lei stessa “era davanti a tutti quanti”. Mi sono sentito piccolo. In questa canzone, ho solo osservato, nella speranza, un giorno di avere parte di quel coraggio. Sono stato lo spettatore del più grande documentario e lettore del più grande libro sull’umanità e sul coraggio».
Il video, diretto da Lorenzo Chiesa, fortemente ispirato all’universo del teatro, vede protagonista Tavo che invita l’ascoltatore a non avere paura e a buttarsi nel prendere quelle decisioni scomode, che spesso ci sembrano uno scoglio insormontabile. Durante il videoclip, la location teatrale si alterna a un paradiso naturale simbolo della massima libertà interiore e esteriore. Solo affrontando quello che ci trasmette paura e che ci rende insicuri possiamo dire di sentirci veramente liberi e padroni di noi stessi. In quei pochi istanti si sta compiendo la Rivoluzione di ognuno di noi.
Di Alessandria è Benedetta Raina, che è in rotazione con il pezzo “CANZONI D’AMORE”: sonorità oniriche e una dolce componente testuale, vuole mostrare l’insicurezza nel rendersi completamente vulnerabili davanti ad un’altra persona, lasciando cadere ogni maschera o filtro. Dice Benedetta a proposito di “Canzoni D’Amore”: «Io le canzoni d’amore non sono proprio capace a scriverle. Ho sempre timore che siano troppo scontate, o forse ho solo paura di un sentimento puro come l’amore».
Lorenza invece canta Etilene, una canzone che racconta di Milano, la metropoli italiana per antonomasia. Tutto è più frenetico, più importante, più imponente, e ognuno vive la propria vita indipendentemente da ciò che gli accade attorno. Una grande città che ti accoglie indipendentemente dalla tua razza, provenienza o estrazione sociale e ti accetta per quello che sei.
Spiega l’artista a proposito del suo nuovo inedito: «Sola in questo mondo che non mi appartiene, uno spazio vuoto pieno di catene e mi fa male e mi fa bene e brucia come l’etilene. Questo brano ritrae perfettamente lo stato d’animo che avevo quando mi sono ritrovata in una città piena di possibilità e stimoli ma, allo stesso tempo, pressante, stressante e talmente imponente da fare paura. Avevo la voglia di dimostrare al mondo chi ero ma anche il timore di dover affrontare tutto questo in solitudine. Poi ho capito che l’unica cosa da fare era fare qualcosa. Ed improvvisamente mi sono sentita parte di una bellissima realtà. A Milano puoi essere “attore” o “spettatore” sta a te decidere quale ruolo ricoprire».
Sista esce con “Sospesi” , una canzone figlia di questi ultimi mesi. Sista, nome d’arte della cantautrice Silvia Gollini arriva al suo primo brano in italiano scritto durante il lockdown nel marzo 2020 e vede oggi la luce nella sua versione definitiva prodotta da Marco Gollini, registrata, missata e masterizzata negli studi di Mad Records.
Non una canzone che vuole mettere in luce le difficoltà derivanti dalla pandemia, ma un brano che racconta con intensità ed eleganza il momento vissuto, attraverso un flusso di pensieri che scaturisce nell’istante stesso in cui ci si ferma a riflettere su ciò che c’è da cambiare. Rallentare diventa la cosa più semplice da pensare ma la più difficile da farsi.
Il brano è accompagnato dal videoclip per la regia di Marco Gollini che vede protagonista la stessa Sista imprigionata da corde che la trattengono, così come tentano di fare quei pensieri stanchi dai quali alla fine riuscirà a liberarsi accennando un sorriso. É la vita che rinasce una volta liberi dai nostri lacci interiori.
“Sospesi” racconta questo momento nei pensieri delle persone e riflette su cio’ che c’è da cambiare.