Concretezza del sogno di un illuminato. Con questa premessa è stato presentato il Catalogo scientifico delle collezioni Museo Civico Gaetano Filangieri di Napoli, nell’aula Pessina della Università di Napoli Federico II. Il lancio dell’opera con migliaia di pagine con la riproduzione della vasta collezione di opere d’arte si è svolto alla presenza di vari illustri: Matteo Lorito, Maria Filippone, Rosanna Romano, Andrea Mazzucchi; Sylvain Bellenger, Enrico Colle, Arturo De Vivo, Paolo Jorio, Luigi La Rocca, Carlo Sisi, Isabella Valente, moderati da Ermanno Corsi.
Un lavoro avviato nel 2017, nei tre volumi vengono catalogati gli oltre tremila oggetti del Museo Civico
Gaetano Filangieri, raro esempio di Rinascimento toscano a Napoli. L’opera è una accurata ricostruzione
effettuata da ricercatori ed esperti di vari ambiti storici, artistici e archeologici, circa i luoghi, i viaggi e le
collocazioni temporali del lungimirante Gaetano Filangieri, nipote omonimo del nonno filosofo autore de La Scienza della Legislazione e che già attrasse persino Johann Wolfgang von Goethe e Benjamin Franklin.
L’opera consta di un unico cofanetto a tiratura limitata (500 copie) in formato 24x29cm per un totale di
1020 pagine circa. La stampa è in quadricromia con verniciatura lucida e le copertine con bandelle.
Riportiamo per gentile concessione dell’autrice, la sinossi al trittico del curatore Isabella Valente:
“Questo nuovo catalogo delle collezioni del Museo Civico Gaetano Filangieri documenta in tre volumi, per la prima volta in modo esaustivo e scientifico, il ricco e variegato patrimonio d’arte del museo napoletano, composto da circa tremila oggetti tra dipinti, sculture, armi, ceramiche, arredi e reperti antichi. Un’opera resa possibile grazie agli studi condotti negli ultimi anni da ricercatori ed esperti di vari ambiti storici, artistici e archeologici. Il museo fu fondato nel 1882 e aperto al pubblico nel 1888 da Gaetano Filangieri, principe di Satriano (Napoli, 1824-1892), erudito, collezionista e lungimirante organizzatore culturale, figlio del generale Carlo e nipote dell’omonimo filosofo, autore de La Scienza della Legislazione. Sia il padre che il nonno nutrirono un acceso interesse per l’educazione dei giovani, la formazione scientifica e il progresso tecnologico. Memore di quegli insegnamenti, il Principe, dopo circa vent’anni trascorsi in giro per l’Europa alla ricerca di opere d’arte, di tracce documentarie riguardanti la storia patria e, soprattutto, di idee sulla fattibilità di un’industria culturale e creativa, ritornò a Napoli, dove nel 1878 costituì il Museo Artistico Industriale e, successivamente, il Museo Civico a cui diede il suo nome. I due organismi si sarebbero completati a vicenda, uniti idealmente in un articolato, moderno progetto culturale per la città partenopea. Il Museo Civico avrebbe esposto le opere collezionate e raccolte secondo il multiforme gusto dell’epoca, non soltanto ai fini conservativi, o nell’ottica di una ricostruzione della storia dell’arte e delle manifatture napoletane, ma anche a scopo formativo: i manufatti sarebbero stati i modelli per i futuri artisti industriali, i quali, al contempo, vi avrebbero collocato il loro migliori prodotti. Il museo ha sede nel quattrocentesco Palazzo Como, rarissima testimonianza di architettura rinascimentale a Napoli, i cui interni furono riprogettati dal Principe e realizzati a sue spese per essere adattati a sede museale. Il risultato fu uno spazio espositivo unico e originale, che univa citazioni del passato e soluzioni museografiche funzionali all’avanguardia. Nel tempo le raccolte sono mutate, per necessità (per sopperire alle perdite causate dall’incendio di Villa Montesano a San Paolo Belsito nel 1943, dove una selezione di opere era stata ricoverata in maniera cautelativa durante gli eventi bellici) e per la generosità di diversi collezionisti, che negli anni, seguendo l’esempio del Principe, e a mo’ di risarcimento delle perdite subite, hanno donato al museo diversi nuclei di opere d’arte il loro possesso.
Museo della città e per la città, il Filangieri è la concretizzazione del sogno di un Principe illuminato, che
offre spunti nuovi e interessanti per una lettura ampia della storia del gusto, del collezionismo, della
politica, dell’economia e della società della Napoli di fine Ottocento, ancora oggi un caso unico in Italia.”
In foto di apertura servizio: il nuovo catalogo scientifico delle collezioni del Museo Filangieri – in tre volumi in elegante cofanetto – si propone di documentare, per la prima volta e in modo rigoroso, il ricco e variegato patrimonio d’arte dell’antico museo napoletano composto da circa tremila oggetti tra dipinti, sculture, armi, ceramiche, mobili e tessuti, sulla scorta dei più recenti studi intrapresi negli ultimi anni da ricercatori ed esperti dei più vari ambiti del settore storico-artistico.