Alla libreria Mondadori di via Tuscolana a Roma il pubblico è in attenta partecipazione. Ascolta le poesie di Anna Pichierri in attesa di momenti rivelatori. La scrittrice è giovane e la cosa desta curiosità. Il suo libro, ” Mostra di Luna” (Abrabooks), serve, nelle sue parole “per sentire il sapore dell’autoriscatto, parlo di cuori nobili, persone, ogni forma d’essenza e tutto ciò che è più facile e convenzionale ignorare. Racconto storie e incentivo la condivisione, la crescita, l’amore e anche, perché no, un bicchiere di riflessione. Esistere non è vivere, allego il peso del dolore e tanta dose di vita, diversità, leggerezza e cuore. E ogni tanto vorrei ricordare, che nel codice d’essenza è fondamentale che noi, prima di essere ciò che siamo, siamo in primo luogo persone”.
Mostra di Luna è un libro di poesie, perché hai scelto questo titolo per la tua opera?
Mostra di Luna perché: sia la mostra sia la luna sono due elementi presenti nel testo, i due che meglio possono riassumere il senso e l’obiettivo del libro. La luna, come l’essere umano, sceglie di mostrarsi in diverse fasi. Parallelamente agli occhi altrui la Luna è vista e contemplata come uno spettacolo, ma la luna ha dei crateri. I crateri sono l’analogia di tante dinamiche, di tanti vissuti differenti. Quindi all’interno del libro c’è una mostra di ogni lato da cui l’essere umano tendenzialmente vorrebbe scappare oppure, non vede e non considera. La parola mostra invece è anche un verbo. Per cui, sta a dire “Mostra” alla luna, nonché a te stesso, tutta l’arte che hai ovvero le tue capacità e il tuo valore.
Dove nasce l’idea di questo libro?
Nasce dal voler scuotere le persone, parte dall’ idea di voler condividere una speranza o meglio voler interrogare la gente e fare in modo che si interroghi. Il dolore è il filo conduttore di questo libro che si eleva alla liberazione da esso, passando attraverso la sperimentazione delle emozioni.
Quando hai sentito l’esigenza di scrivere questo libro?
Quando ho aiutato nella condivisione di storie delle persone a me sconosciute, ho voluto espandere questa idea e fare un progetto più in grande, perché voglio promuovere la discussione e il dibattito su temi secondo me troppo trascurati.
Quali sono questi temi di cui parli?
Per me la salute mentale è uno dei temi più trascurati della nostra epoca, infatti in diverse poesie ne parlo anche in forme diverse, secondo me si scappa troppo dal dolore quando la via più liberatoria sarebbe viverlo.
Molte celebrità e personaggi noti stanno iniziando ad affrontare questo tema. Secondo te se ne parla comunque troppo poco qui in Italia?
Sicuramente si sta smuovendo qualcosa ma l’argomento non è ancora preso seriamente. Per esempio, s
sono favorevole al bonus psicologo, ma i soldi stanziati sono ancora troppo pochi, alcune persone tendono ancora a pensare che tutto questo sia un capriccio.
Pensi che il mondo dei social network abbia favorito il crescere i disturbi mentali?
In questi ultimi anni vi è un dilagare di alcuni disturbi che si stanno sempre più evolvendo, la nostra società incentiva purtroppo questi disturbi e i social network sono uno dei fattori che li amplifica.
Come hai deciso di illustrare le poesie nel libro?
Io sono una grande amante dell’arte, l’idea è del tutto artistica e io amo comunicare attraverso l’arte anche per rendere più leggeri anche temi di un certo spessore come la salute mentale. È un modo anche per impattare e colpire le persone e quindi generare anche una riflessione. Le illustrazioni sono state realizzate da me e da mia mamma e alcune sono anche ritratte dal vivo, sono tutte stilisticamente diverse, come anche la copertina. Pensate per rappresentare tematiche diverse che però convergono nello stesso fine, cioè voler scuotere, pensare e far interrogare le persone.
Cos’è per te la felicità?
Non perdere mai l’entusiasmo o meglio: recuperarlo nel momento in cui lo si perde. Credo che la nostra società ambisca a qualcosa che crede troppo lontano. associa l’idea di felicità all’idea di benessere. Qualcosa di troppo effimero e materialista. Nel mio libro parto dalle piccole cose, parlo del quotidiano attraverso le mie poesie. Soprattutto per aprire un percorso introspettivo che faccia capire che tutto il bello che c’è fuori può essere visto solo se ci si rende conto anche di tutto il bello che ognuno di noi ha dentro.
Pensi che sia molto difficile raggiungere la felicità oggi?
È difficile perché non ci sono i mezzi giusti a livello intellettuale e psicologico, siamo troppo distratti da questo contorno materialista ed effimero nel quale ormai viviamo.
La ricerca della ricchezza è un ostacolo al raggiungimento della felicità?
Io la trovo un appagamento effimero se la si vede come ricerca della felicità. La posso intendere come soddisfazione e appagamento nell’ambito lavorativo ma non credo rappresenti la felicità di una persona. Ci si allontana dall’ideale di felicità che dovrebbe portare solo a stare bene e sereni.
Tu parli anche di anoressia nelle tue poesie.
Sì, ho voluto condividere alcune storie purtroppo vissute da molte persone, ma per parlare della speranza nella guarigione. Ho voluto sottolineare storie di coraggio, perché è grazie ad esso che si riescono a superare tante situazioni come queste, e grazie alle cure se ne può uscire. A volte si cade ma non bisogna avere paura. Ci si può rialzare.
Intervista a cura di Nicola Sacchi.