Con il weekend di Sant’Ambrogio si inaugura il perdiodo festivo per eccellenza a Milano. Ed è anche questo il momento dell’anno in cui si ha più tempo per riscoprire la città che “corre sempre”.
Prendetevi del quality time per scoprire con noi alcune tappe irrinunciabili della Milano da bere e mangiare. Molti di questi luoghi sono sulla piazza ben prima che Milano diventasse la nuova patria del food di qualità. E vi raccontiamo come e perché.

Colazione al tempio del caffè, un’istituzione fedele a se stessa da decenni, caffè Hodeidah
Un vecchio caffè che fa tenerezza, lacrime agli occhi. È il paradiso di chi ama il nettare ricavato dai chicchi tostati di arabica e robusta, in tutte le sue forme e varianti. Meriterebbe, ben più di altri, l’Ambrogino d’oro, la medaglia al valore e la Gran Croce di Malta!Certo, di torrefazioni in città ce ne sono a decine, molte delle quali con un’offerta di grande qualità. Ma allora perché voler condividere e raccontare proprio il Caffè Hodeidah? Beh, perché oggettivamente le miscele torrefatte da sessant’anni nel retrobottega sono tante, ricercate, eleganti, appaganti. Perché questo caffè usa una macchina tostatrice a carbone. Perché questa torrefazione serve la nera bevanda con uno stile unico, un rigore asburgico e una passione tutta meneghina.
Caffè Hodeidah, via Pier della Francesca, 8.
Pranzo restanzo in zona si va dalla storica pizzeria Da Giuliano
Da Giuliano è in via Paolo Sarpi (da quasi quarant’anni), quando ancora i commercianti cantonesi avevano solo poche botteghe in zona. Giuliano è una pietra miliare del settore. È intoccabile, intramontabile, irresistibile. Se sia la pizza più buona di Milano questo non lo so. Ma sicuramente è la mia preferita in città. La pizza? Alta quasi tre dita, soffice dentro, croccante ai bordi, inondata di formaggio filante, colorata con poco pomodoro e impreziosita da olio buono.
Da Giuliano, Via Paolo Sarpi, 60
Scelta più veloce, da Rita e Antonio
Pizzeria del salotto buono milanese, fagocitata e quasi nascosta tra le mura del teatro Dal Verme, Se il commensale desidera: 1) mangiare non “una” pizza ma “la” pizza; 2) in pieno centro cittadino, dopo una visita al Castello Sforzesco o per un pranzo di lavoro; 3) gustare il piatto e digerirlo senza sgradite e postume sorprese; 4) soddisfare l’appetito senza disporre di un tempo illimitato da dedicare alla pausa pranzo; 5) assaggiare come antipasto lo stravagante (visto l’abbinamento con la pizza, non certo per la sua fattezza) pane speciale alle olive o al peperoncino, su cui versare in libertà e abbondanza un extravergine niente male, allora questa pizzeria soddisferà pienamente l’ipotetico avventore.
Pizzeria Rita e Antonio, via Puccini 2/A

Poi il caffè Da Ranieri
Nella pasticceria di fronte – Ranieri – a venti metri di distanza se si esagera, c’è un caffè che può concludere più che degnamente qualunque pasto. Soprattutto perché è sormontato di default da una viziosa, candida e densa panna montata. Goduriosa. Un sac à poche, un cameriere fuori dagli schemi e il gioco è fatto. Tazzina servita. Una bendiddio da mangiare con gli occhi e sorseggiare con l’animo sereno.
Pasticceria Ranieri, via San Giovanni sul Muro, 4
Tra le strette strade del centro si arriva al Carrobbio per Enrico Rizzi Milano , un gelato fine ed elegante.
Assomiglia ad una pasticceria elegante e moderna più che a una gelateria. ll locale di Enrico Rizzi al contrario conquista sia nella forma che nel contenuto, con la finezza e l’eleganza delle sue proposte. Il cacao africano (base acqua) con fave di cacao rimane impresso nella memoria, il lampone con granella di cioccolato è fresco e goloso. Ma il sesamo nero, ah… quello è una delizia assai rara.
Attimi di Gusto, Via Correnti, 5
Se si preferisce uno più muscoloso ed appagante il Massimo del Gelato
Il gelato qui è definito, intenso, importante. La nocciola è rotonda. La cannella speziata. I cioccolati pirotecnici e superlativi (il domori, l’oro puro al 100% cacao, il Cavour all’amarena-caffè-rosolio…). Ma l’apice della gloria è la granita alla mandorla. Spettacolare.
Il Massimo del Gelato, via Castelvetro, 18
In centro, la sosta golosa d’altri tempi è alla Drogheria Soana
Tra moda e design moderni, una drogheria resiste nel cuore storico della città da quasi tre quarti di secolo. Gli anni si vedono tutti, si annusano dagli scaffali scuri e altissimi, Ma l’aura demodé (che si ritrova precisa anche nella pagina web) non vanifica lo stupore per la strabiliante quantità e varietà di articoli. Una valanga di cose buone in scatola da perderci il sonno.
Drogheria Soana, Corso Magenta, 1

L’aperitivo originale rigorosamente alle Cantine Isola
Non si limitano al ruolo di enoteca o di blasonato locale storico. Si respira tanta umanità, che evapora dagli scaffali sgangherati e stracarichi di bottiglie. Bianchi, rossi, bollicine e mostri sacri da meditazione. Di fronte, bancone e stuzzichini, olive, semi di girasole tostati, pane e olio vero, pane e acciughe, peperoni sensuali, verdure ripiene, sorrisi, cin cin e chiacchiere sincere. E racconti di vino, racconti di vita e poesie declamate per iscritto, Semplicità ripiena di emozioni enoiche, di sguardi allegri e spiriti (alcolici e non) che fuoriescono dai calici. Incredibilmente significativi.
Cantine Isola, Via Paolo Sarpi, 30

La cena al Ristorante Fiorenza , nella sua nuova sede in zona Accursio, dopo il trasloco dall’Ippodromo.
Le alicette imbottite con composta di cipolle di Tropea, la splendida catalana di ricciola, il polipo in insalata su pane carasau o le cozze gratinate pomodorini e pesto. E questo è solo l’inizio. Che scivola via senza attrito verso gli spaghetti con cipolle di Tropea e bottarga, oppure la vivace e saporita calamarata alla Carloforte. Facile apprezzare questa cucina. Semplice godere di questi piaceri. Dolce naufragar in questo mare tranquillo e avvolgente, senza allontanarsi dalla terra pulsante e fluorescente chiamata Milano.
Ristorante Fiorenza, via Marcantonio dal Re, 38