19 Febbraio 2024

Marionette come forma d’arte

A Palazzo Magnani di Reggio Emilia una singolare esposizione (fino al 17 marzo 2024) con opere di Picasso, Depero, Klee e Sarzi.

19 Febbraio 2024

Marionette come forma d’arte

A Palazzo Magnani di Reggio Emilia una singolare esposizione (fino al 17 marzo 2024) con opere di Picasso, Depero, Klee e Sarzi.

19 Febbraio 2024

Marionette come forma d’arte

A Palazzo Magnani di Reggio Emilia una singolare esposizione (fino al 17 marzo 2024) con opere di Picasso, Depero, Klee e Sarzi.

Nessuno associa normalmente il genio di artisti del Novecento alle messe in scene teatrali. Ancora meno se queste sono apparentemente ideate per un pubblico di bambini. Eppure marionette, burattini e tutto il mondo del teatro per l’infanzia hanno tracce nelle opere di alcuni grandi artisti internazionali.

Ad accogliere i visitatori a Palazzo Magnani di Reggio Emilia per la mostra “Marionette e avanguardia” ci sono i costumi a grandezza naturale disegnati da Pablo Picasso per Parade, balletto coreografico che i Ballets russes di Sergej Djaghilev portarono in scena a Parigi nel 1917.

Poi una folla di puppets: le marionette (manipolate dall’alto) eGrazie alla riscoperta da parte di Oskar Schlemmer del classico di Kleist Sul teatro delle marionette (1810), le marionette, i giocattoli e i giochi per bambini divennero un elemento centrale della pratica del Bauhaus nella Weimar degli anni Venti: Paul Klee, Andor Weininger, Lothar Schreyer, Sophie Täuber Arp e Oskar Schlemmer. i burattini (manipolati da basso), dagli esemplari più antichi, come i Pulcinella o gli Arlecchino della Commedia dell’Arte, a quelle di Otello Sarzi, reggiano di adozione, realizzate con materiali sperimentali.

La mostra, a cura di James Bradburne, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani e fondatore di CIRCI – Centro Internazionale di Ricerca sulla Cultura dell’Infanzia, si sviluppa attorno al concetto di “quarta parete”, ovvero la capacità di coinvolgimento emotivo di uno spettacolo ben riuscito, capace di immergere lo spettatore nella storia messa in scena. Quando una marionetta o un burattino rompe la quarta parete, conquista la fiducia del pubblico, dando allo spettacolo il potere di sfumare quella divisione tra palcoscenico e mondo, tra arte e vita.A capirlo sono stati quegli artisti – protagonisti del mondo dell’Arte e Teatro di figura – che, piuttosto che liquidare le marionette e i burattini (in inglese si usa per entrambi il temine puppets) come semplici giochi per bambini, hanno preso sul serio il loro entusiasmo e hanno guardato al “gioco creativo” come a una fonte di ispirazione estetica per cercare nuove modalità di espressione visiva.

Oltre alla mostra a Palazzo Magnani è possibile visitare La Casa dei Burattini di Otello Sarzi (Cavriago, provincia di Reggio Emilia) su prenotazione:
segreteria@fondazionefamigliasarzi.it
tel. 393 8338522 

Grazie alla riscoperta da parte di Oskar Schlemmer del classico di Kleist Sul teatro delle marionette (1810), le marionette, i giocattoli e i giochi per bambini divennero un elemento centrale della pratica del Bauhaus nella Weimar degli anni Venti: Paul Klee, Andor Weininger, Lothar Schreyer, Sophie Täuber Arp e Oskar Schlemmer. L’esposizione si completa con un omaggio a Otello Sarzi (Vigasio, VR 1922 – Reggio Emilia 2001) grazie alla stretta collaborazione con la Fondazione Famiglia Sarzi. Nato da una tradizione di burattinai che durava da generazioni, Otello Sarzi entrò in contatto con alcuni dei protagonisti della scena artistica, teatrale e cinematografica dell’epoca e oggi rappresenta, in Italia, uno dei momenti più alti e importanti del “teatro di figura” nel secondo dopoguerra.

Foto allestimento di Alessandro Meloni.

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