Ci sono poche personalità nella storia che hanno generato una quantità di rappresentazioni artistiche come la regina Maria-Antonietta di Francia. Dal momento della sua morte nell’ottobre 1893, le immagini contraddittorie e fantasiose che l’hanno ritratta, in ere e gruppi differenti, hanno segnato tratti della sua personalità che è giunta fino a noi.
Così c’è stata la regina martire, la potente eroina, la madre esemolare e finanche la fashion icon e visionaria cultrice del bello che ha tanto affascinato ammiratori in Giappone, Stati Uniti o Inghilterra.
Oggi alla Conciergerie, un importante residuo del palazzo dei Capetiani, la mostra “metamorfosi di un’immagine” restituisce la figura mitica di una donna di fine Settecento assunta a ideale di tante femminilità diverse con la sua morte.
Il luogo in sè dove si svolge la mostra fornisce un notevole esempio di architettura civile del 14 ° secolo con la Salle des Gens d’Armes, la Salle des Gardes e le cucine storiche. Quasi l’intero livello inferiore del palazzo fu trasformato in prigione nel XV secolo ed è qui che passò le ultime settimane di vita la regina simbolo dell’ancienne regime. Ancora oggi, oltre alla mostra, si possono visitare i sotterranei e la Cappella dove Maria Antonietta fu tenuta prigioniera durante la Rivoluzione francese e che ora è dedicata alla sua memoria.
Nei film del Novecento e oltre, come nei prodotti pop (si sprecano le bambole a lei ispirate), le multiformi rappresentazioni di Maria-Antonietta hanno invaso la società dei consumi: specchi, video game, arredi, torte e pubblicità. La mostra di Parigi si pone l’obiettivo di ricostruire le sue ultime settimane di vita alla Conciergerie, facendo un’immersione nella sua storia visiva e comparando le molteplici sfaccettature della sua persona rappresentate nel corso dei secoli.
Fu una regina controversa anche in vita, ovviamente, ma interessata a molti aspetti della cultura. Adorava il teatro, la moda, la porcellana. Si spinse col gusto nell’architettura e nel garden design e impiegò tante maestranze per rendere unici i suoi possedimenti.
La manifattura di Sèvres e i libri che ne descrivevano il guardaroba sono ancora oggi considerati delle pietre miliari del gusto settecentesco. Rose Bertin, la sua stilista personale e i simboli dei giardini Trianon sono ancora oggi una testimonianza prestigiosa della sua eredità estetica.
STORIA – Maria-Antonietta spese gli ultimi giorni (10 settimane di vita) nella prigionia del Conciergerie in attesa del verdetto che la mandò alla gigliottina.
In mostra c’è anche l’ultima lettera scritta a mano dalla regina il 16 ottobre 1793 scritta a madame Elisabeth, la sorella di Luigi XVI. I momenti poco prima e poco dopo la sua decapitazione sono entrati nel mito perché le rappresentazioni della regina che entra nella scena della sua morte hanno ispirato popoli e musei, primi film e dipinti. La realtà storica si ciba proprio di questo dualismo, tra dramma personale dell’esponente di un regime che crolla e vittoria di ideali nuovi e indelebili.
ATTUALE – Perché ci sia stato un ritorno dell’attenzione mediatica e visiva attorno al personaggio di Maria-Antonietta negli ultimi 20 anni è oggetto di studio e di analisi. Probabilmente la simbologia di donna indipendente e forte che viene abusata e condannata alla tragedia è un passaggio che stimola molte fantasie e prese di posizioni in questa epoca storica.
L’emozione che suscita questa storia di una moderna eroina ricca dal destino tragico è pervasiva e di grande attualità. La mostra parigina prova anche a portare il parallelo ai giorni d’oggi, con quell’ondata di emozione collettiva che attraversò il mondo intero ad agosto 1997, quando morì proprio a Parigi Diana, principessa di Galles. Da quel momento i parallelismi si sono sprecati e la regina Maria-Antonietta probabilmente ha assunto una forma di icona trans-storica e storicizzata, adatta a simboleggiare tutte le contraddizioni e ambiguità di qualsiasi personalità femminile moderna.
Fotoservizio da Parigi di Andrea Agostinelli / The Way Magazine
Marie-Antoinette: Metamorphoses of an Image – fino al 26 gennaio 2020
Conciergerie 2 boulevard du Palais – 75001 Paris