Che sia moda o musica dance e pop, Marco Gradara col suo contagioso entusiasmo è il regista a cui ci si rivolge per raccontare il ballo. Ballo nelle immagini, dinamismo nelle avventure estetiche di questi anni, prima durante e dopo la pandemia. Anzi, Marco, classe 1985 di Bellaria, Romagna, trapiantato a Milano, lavora molto di più con la sua creatività oggi che prima. Curiosamente, proprio ora che i locali notturni sono chiusi, esce il video di Santissima Vicky “Fammi Sapere” e il video di “Nella Balera” con Vergo artista proveniente da X Factor 2020. Sono stati girati entrambi in due locali alla moda molto cool, proprio perché da outsiders, come la balera di NoLol, Arizona 2000 e la Balera dell’Ortica, entrambi a Milano. Il regista ha portato la sua visione di ironia e glamour in questi templi spenti del divertimento, oltre che collaborare nel fashion con blasonati marchi come La Martina, Motivi, Frau, Etro.
Marco come nasce la tua passione per i video?
Nasce con l’unione di due mondi. Ho affiancato alla regia di videcolip, che sono stati sempre il mio sogno, il lavoro commerciale per la moda. In entrambi c’è sempre il ballo come trait d’union.
Di che genere musicale sei appassionato?
La musica pop, nasco così perché i miei avevano un albergo a Bellaria, facevamo gli spettacoli con i cugini e le feste per clienti nell’albergo e c’era una bella atmosfera spensierata sempre. Sugli schermi, proiettavamo la MTV tedesca con le parabole satellitari. I primi videoclip che mi colpirono furono “Wating for Tonight” e “If you had my love” di Jennifer Lopez. Lei all’epoca lavorava con registi molto bravi. Quella è stata la mia scuola, le immagini di Joseph Kahn, la vera ispirazione di unire all’immagine lo styling di moda e il ballato coreografico. In quel momento si è formato il mio gusto, che ancora oggi sopravvive nei movimenti di camera che ti fanno ballare assieme alle immagini.
Il clip musicale è stato dato per morto molte volte, eppure continua ad affascinare varie generazioni. Come te lo spieghi?
C’è molta rinascita negli ultimi anni, i social hanno fatto in modo che la gente avesse bisogno di pubblicare cose creative. Pensa che io l’anno scorso con la pandemia ho lavorato di più, visto che c’erano contenuti da pubblicare e la richiesta video è stata esponenziale. La foto non basta più, i servizi fotografici che si facevano un tempo per la moda non bastano. Ci credono ormai tutti e mi è capitato di non essere disponibile per alcuni shooting e, incredibile a dirsi, sono stati rimandati pur di avere il video girato sul set fotografico. Quindi il video, musicale o di moda, è importante tanto quanto la foto, ai fini promozionali.
Hai visto qualcosa delle sfilate “digitali” di Milano Moda Uomo 2021?
Prada è scuola totale, le sfilate con i marchi del made in Italy ormai si è capito che diventano fashion film a pieno titolo. Da lì si capisce come ti raccontano le collezioni, che tipo di set organizzano, che fotografia usano. Credo che il Covid abbia stimolato l’intelligenza e dopo questi fashion film spero non si torni indietro, perché il livello è davvero troppo alto. Certo, si rifaranno le sfilate in presenza, eventi insostituibili e sappiamo tutti che gli incontri fanno l’economia. Ma la costruzione scenografica sarà ancora più nuova con un’integrazione del vecchio e nuovo modo.
Come sei entrato nelle grazie della comunità queer milanese?
La Vichy è un mio amico fin da piccolo e quando ha deciso di girare “Fammi Sapere” mi sono candidato io, perché volevo troppo farlo. L’idea di avere un locale vuoto e costringere l’interprete a fare tutto era stimolante. Credo che il segreto sia il divertimento, come si vede nei video backstage che pubblichiamo. Anche perché le persone guardano e dicono: cavolo è proprio un bel modo di lavorare.
Come sei sul set?
Mi diverto tantissimo, ogni volta è un carnevale, il divertimento è essenziale, oltre a essere anche un modo furbo di affrontare il lavoro. Ha molto più senso coinvolgere le persone sul set che creare tensione e noia. Se metti a loro agio sono pronti a darti tutto quello di cui hai bisogno. Sono giornate dure, difficili, devi fare cose e risolvere problemi.
Hai ormai una carriera consolidata ma ci fai respirare sempre l’entusiasmo degli inizi!
Ma è vero perché io su una settimana di vacanza, per dire, con gli amici organizzo subito shooting nei primi cinque giorni. Ho iniziato a fare i primi video per le serate per le discoteche o i promo per serate con le drag queen e i go go boys intorno al 2011 quando il social media unico era Facebook. E quello stampo festaiolo mi è rimasto.
Per gli ultimi due video hai scelto due luoghi del clubbing milanese un po’ retrò. Farà tendenza?
Credo che sia una scelta dovuta al budget e al fatto di testimoniare in qualche modo il momento che stiamo vivendo. Vicky ci lavorava come animazione a La Boum all’Arizona 2000 e abbiamo voluto simbolicamente riaccendere la musica lì dentro ora che è tutto spento. La Balera dell’Ortica è il mio posto, andavo a ballare proprio lì. Vergo che era appena uscito da X Factor, doveva fare un video con un singolo, e abbiamo realizzato un teaser che raccontava della balera, della sua funzione di unione, dove la gente si incontra, dall’anziano a giovane e si trovano insieme culture diverse. Sono due posti che al momento non possono svolgere il ruolo per cui sono nati.