La sua biografia, divisa tra il mondo russo ebraico in cui crebbe e la Francia, si intreccia con eventi decisivi dell’Europa della prima metà del Novecento. Marc Chagall, maestro dell’arte di origine ebrea e vissuto tra Russia e Francia (1887-1985) ha visto con la sua arte dall’urbanizzazione e secolarizzazione alla Rivoluzione russa, dalla persecuzione degli ebrei alle guerre mondiali. Ma è soprattutto nelle sue radici ebraiche, nella sua gioventù, nel suo amore per la moglie che Chagall ha trovato l’ispirazione.
La mostra al Museo delle Culture di Milano, il Mudec “Marc Chagall. Una storia di due mondi” punta proprio a evidenziare il contesto materiale e culturale alla base della sua arte così originale, unica nel panorama del secolo scorso, piena di colori, talvolta malinconica, talvolta allegra, facilmente comprensibile a pubblici diversi.
La mostra affronta l’opera di Marc Chagall da un punto di vista nuovo, collocandola nel contesto del suo background culturale, grazie alla straordinaria collezione nell’Israel Museum, che presenta in mostra una selezione di oltre 100 opere donate per la maggior parte dalla famiglia e dagli amici di Chagall. Il progetto espositivo è dedicato in particolare ai lavori grafici di Chagall e alla sua attività di illustratore editoriale.
L’esposizione ripercorre alcuni temi fondamentali della vita e della produzione dell’artista: dalle radici nella nativa Vitebsk (oggi Bielorussia), all’incontro conl’amata moglie Bella Rosenfeld, alla serie di acqueforti dedicate a Le anime morte di Gogol’ fino all’edizione illustrata delle Favole di La Fontaine e La Bibbia. Il progetto espositivo mette in relazione queste opere con il contesto culturale da cui nacquero: la lingua, gli usi religiosi e le convenzioni sociali della comunità ebraica yiddish, così come i colori e le forme che Chagall assimilò da bambino ed espresse al meglio da adulto, il rapporto esistente nell’opera di Chagall tra arte e letteratura e tra linguaggio e contenuto.
Marc Chagall nasce nel 1887 nel villaggio di Vitebsk, in Bielorussia, nel 1910 si trasferisce a Parigi, dove conosce i principali artisti dell’epoca, tra cui Braque, Picasso, Robert Delaunay e Léger. Allo scoppio della prima guerra mondiale, l’artista torna a Vitebsk e successivamente si trasferisce a Mosca nel 1920, lavorando a decorazioni sceniche e dipingendo i pannelli per il teatro ebraico d’avanguardia. Con il peggiorare della situazione politica nell’Unione Sovietica lascia Mosca nel 1923, facendo ritorno in Francia, dove continua a lavorare nonostante il crescente antisemitismo.
Con l’invasione della Francia da parte della Germania nel 1939 la sua situazione diventa quasi insostenibile: nel maggio del 1941 parte per gli Stati Uniti. Nel 1946 una grande retrospettiva al Metropolitan Museum of Art di New York ripercorre 40 anni di lavoro, contribuendo in modo determinante alla sua notorietà internazionale. Rientra nell’amata Parigi nel 1948, dedicandosi a scenari e costumi per il balletto Daphne e Chloe per l’Opéra, mentre la sua reputazione continua a crescere: le sue opere vengono esposte in gallerie e musei di tutto il mondo, compresi il Louvre e il Petit Palais di Parigi. Muore il 28 marzo 1985 a St. Paul de Vence, dove viene sepolto.