La primavera d’oro dei Måneskin continua: la vittoria alla 71ma edizione del Festival di Sanremo con il brano “Zitti e Buoni” già certificato disco d’oro, precede la pubblicazione venerdì 19 marzo 2021 del nuovo album “Teatro d’ira – Vol.I”. “La nostra ira e impeto è un contesto dove si trasforma in qualcosa di positivo, non è una rabbia distruttiva ma catartica”, raccontano alla presentazione alla stampa del disco più rock che abbiano mai fatto.
E prima di dirigersi all’Eurovision, rivelano di aver fatto un pezzo con i The Struts in uscita ad aprile: sono stati cercati da loro e quindi con un album che contiene anche pezzi in inglese pensano di poter fare il grande salto nel mercato estero.
Andranno all’Eurovision Song Contest con una versione di 3 minuti del pezzo che ha vinto Sanremo 2021 con una versione edulcorata del pezzo perché dicono “altrimenti ci squalificavano con le parolacce. Quindi abbiamo pensato che era più importante esserci che mandare tutto all’aria. Siamo ribelli ma non scemi“. L’organizzazione europea ha permesso ai partecipanti al contest di pre-registrare la propria esibizione da mandare in eurovisione in modo da poterla sostituire con il live dall’Olanda, nel caso in cui la situazione Covid non dovesse migliorare. La band romana sta pensando a dove registrare ma al momento non ha ancora iniziato le riprese per l’importante appuntamento. La finale dell’Eurovision Song Contest è il 22 maggio 2021.
L’anticipo dei brani che abbiamo potuto ascoltare rivela una band compatta, innamorata del suono del rock vintage davvero suonato nella giusta dimensione di carica ed energia. Il dibattito sul genere della musica dei Måneskin si infervora tra gli appassionati, quasi quanto il dibattito sulle loro ipotetiche preferenze sessuali, data la loro immagine provocante. “Non ci interessa che stanno a discutere se siamo rock – rivelano i quattro vincitori di Sanremo 2021 – , se siete con le orecchie aperte ascoltateci perché non ci sono molti gruppi di ventenni oggi che suonano i propri strumenti analogici come facciamo noi”.
Damiano, il bello, il volto della band, chiosa: “Avere un’identità e portarla sul palco di Sanremo e nel mercato mainstream… se non è rock questo, cosa è? Strappare per forza con la bocca i pipistrelli?“.
“Teatro d’ira” contiene un linguaggio misto tra italiano e inglese, senza pensare alle durate dei pezzi, una varietà all’interno delle tracce che i protagonisti raccontano “tocca estremi diversi ma non snaturati rispetto a quello che sentiamo noi di essere”.
Victoria dice: “Abbiamo sperimentato con il primo album e abbiamo studiato sia individualmente che come gruppo dal vivo. Con questo disco abbiamo voluto portare il clima analogico, la crudezza dove abbiamo ritrovato l’energia del power trio, la scelta dei suoni sia con gli strumenti che si sentono che col metodo dell’analogico e l’amplificazione giusta a supportarla“.
“Quando incidiamo stiamo insieme – dice Thomas Raggi, il chitarrista soprannominato “Er Cobra” – e ci divertiamo per tutta la durata delle registrazioni. Questa energia poi si sente”.
Il batterista: Nathan racconta: “Noi nasciamo live e moriremo live percheé siamo partiti da via del Corso a Roma. Quella della strada è stata una scuola perché il pubblico te lo devi conquistare. Puntavamo a essere noi stessi, un power trio con la voce e non credo sia cambiato molto da quei giorni”.
A distanza di due anni dal debutto con “Il ballo della vita”, doppio disco di platino, il gruppo italiano più irriverente della scena musicale quindi con “Teatro d’ira – Vol. I”, realizza un primo volume di un nuovo progetto più ampio che si svilupperà nel corso dell’anno e che racconterà in tempo quasi reale gli sviluppi creativi della band insieme alle prossime importanti esperienze. Un percorso ambizioso e in continuo divenire, partito dai singoli “Vent’anni” (disco di platino nel 2020, link al video ) e dall’inedito “Zitti e buoni” (link al video), brano con cui hanno vinto il Festival di Sanremo, che in pochi giorni ha raggiunto 18 milioni di streaming.
Scritto interamente dai Måneskin, il nuovo album è stato registrato tutto in presa diretta al Mulino Recording Studio di Acquapendente (VT) – luogo da cui hanno presentato l’album con un minilive – rimandando alle atmosfere analogiche dei bootleg anni ’70, con l’idea e la voglia di ricreare la dimensione live vissuta dal gruppo nel loro primo lungo tour di 70 date fra Italia e Europa. Un disco tutto suonato, crudo, contemporaneo, capace di rappresentare lo stile e il sound della band.
Ci sono delle spinte nel disco che si accostano a un’evoluzione interessante per la band. Damiano dice che “I wanna be your slave” ha un testo colorito: “Sono andato oltre la potenza e la crudezza delle sfaccetature della sessualità delle persone. Si gioca molto sui contrasti, schiavo e master, bravo ragazzo e gangster, ognuno può avere ed essere entrambe le cose nella vita. Questo brano è molto centrato sulla sessualità dove la libertà si potrebbe dover esprimere di più, è un ambito con tante variabili e questo è il nostro modo per dirlo. Probabilmente questo testo mi farà guadaganre le prime denunce della mia carriera”.
A Londra hanno scritto la parte più rock e internazionale della seconda prova in studio, sentendo i gruppi live. Nella canzone “For Your Love”, hanno creato anche a molti momenti diversi per esaltare i loro strumenti. Mentre, a dirla con Damiano, “Paura del buio parla di quello che non ci fa paura. Non abbiamo paura dell’ignoto anzi, proprio con orgoglio diciamo: non riuscirete a fermarci”.
“Lividi sui gomiti” è invece un cross-over tra rock e hip hop: “Parliamo dei nostri sacrifici, dell’impegno e disciplina per arrivare agli obiettivi. Volevamo descrivere attraverso la musica quello che facciamo e raccontare che non è improvvisato”.
Non è un disco generazionale ma è un disco di rabbia (catartica, dicono) che può parlare a quelli come loro: “Ci piace che la nostra generazione si stia aprendo alle comunità emarginate finora – dice Damiano – , quelli che erano sotto il tappeto. Lottiamo contro i preconcetti, sei maschio ti metti il jeans e ti piacciono le donne. Non deve essere così, più gente si informa e più se ne parla e più diventerà la nostra normalità. Questa è la nostra speranza”.
I Måneskin porteranno la loro incredibile carica dal vivo per la prima volta sui palchi dei più importanti palazzetti italiani, dove presenteranno il loro secondo album “Teatro d’ira – Vol. I” in un tour di 11 date, organizzato e prodotto da Vivo Concerti. Sperando che la situazione lo permetta in Italia il prossimo autunno. Il loro fedelissimo pubblico, fatto di intere famiglie, ormai è risaputo, sembra crederci.
Subito esauriti i biglietti per i primi quattro show al Palazzo dello Sport di Roma (14 e 15 dicembre) e al Mediolanum Forum di Assago (18 e 19 dicembre), a cui si aggiunge un terzo concerto al palazzetto di Milano, previsto per il 22 marzo 2022.
Oltre a questa nuova data oggi sono annunciati i nuovi concerti della tournée che farà tappa il 20 marzo all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (BO), il 26 marzo al PalaPartenope di Napoli, il 31 marzo al Nelson Mandela Forum di Firenze, il 3 aprile al Pala Alpitour di Torino, l’8 aprile al PalaFlorio di Bari e si concluderà nell’iconica Arena di Verona il 23 aprile 2022. Questo sarà un live evento che vedrà i Måneskin con la loro straordinaria energia aprire la stagione dei grandi concerti 2022 dell’Arena.