Luci e colori del cielo, come interpretarli e riconoscerli per fissarli su fotografia? A risolvere questo intrigante quesito che affascina da sempre tutti ci pensa Marco Meniero, un esperto di astronomia. Che ha anche il pregio di essere un abile divulgatore, come testimonia l’interesse attorno al suo libro recente “Luci e colori del cielo Manuale sui fenomeni ottici che si verificano in atmosfera, nella scienza e nella storia: come osservarli e fotografarli”.
Autore rinomato nel settore della fotografia astronomica e della meteorologia, Meniero ha realizzato pubblicazioni e mostre nei più disparati aspetti della astrofotografia.
Quando hai iniziato a osservare il cielo e quando questo aspetto è diventato il tuo lavoro?
Sono appassionato di astronomia, di meteorologia e di fotografia fin dai primi anni 90 e seguo le mie passioni con mia moglie Andreina Ricco. La fotografia del cielo non è il mio lavoro. Sono laureato in Scienze statistiche ed economiche e di professione sono un controllore del traffico aereo: ho lavorato sei anni nella Torre di Controllo dell’aeroporto Galileo Galilei di Pisa, due in quella del 4 Stormo Caccia Intercettori di Grosseto, otto anni nella sala radar “Pisa Radar” come “approach controller” e dal 2017 presto servizio presso l’Aeroporto “Fabbri” di Viterbo.
Che riconoscimenti hai avuto nel corso di questi anni?
La mia passione mi ha regalato numerosi riconoscimenti di rilievo: nel 2005 lo scatto “The Green Flash” è stato selezionato tra le top 10 migliori foto astronomiche dell’anno da Astronomy Now. Nel 2007 ho fornito immagini per la stesura del Dizionario d’Astronomia Ed. Gremese Larousse. Nel 2008 mi viene affidata la realizzazione del Calendario astronomico per conto della Rivista Nuovo Orione. Nell’Ottobre 2009, per l’Anno Internazionale dell’Astronomia, ho partecipato alle celebrazioni Galileiane intervenendo ad un convegno presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Ho esposto nel 2010 presso il Saint Mary’s College nel Maryland, USA e nel 2011 presso il National Science Foundation di Arlington, Washington DC. Nel dicembre 2013 ho tenuto un seminario di fotografia presso il campus universitario Division of Space Technology di Luleä University of Technology in Svezia; ho, inoltre, collaborato alla realizzazione del libro “Kaleidoscope Sky” (Abrams Book). Nel 2017 e nel 2018 ho esposto a Pechino e Shangai. Dal 2004 ad oggi ho organizzato quindici mostre fotografiche nazionali ed eventi, tra cui lo Star Party del Silenzio 2013 con la collaborazione dell’European Astrosky Network che ha visto la partecipazione di Andrea Bocelli, Paolo Nespoli e l’astronomo Cesare Barbieri. Sono risultato vincitore del Premio Italiano Fotografia Astronomica 2013, la cui giuria era composta da rappresentanti dell’ASI, INAF ed ESA; finalista nel 2017 e nel 2018 al SIPA Contest e. Ho all’attivo oltre 340 pubblicazioni fotografiche, numerose copertine e 40 scritti sulle riviste del settore, 2 Astronomy Picture of Day (NASA) e 23 Earth Science Picture of Day (Univiersitie Space Research Association).
La cosa più strana che hai visto in cielo?
Osservando la natura del cielo e cercando di capirne gli aspetti, io non definirei nulla di “strano”, ma userei l’aggettivo “peculiare” riferito a qualche manifestazione rara ed insolita. Sotto questa ottica posso rispondere con la “nebbia colorata”. A dicembre osservando la nebbia dalla Torre di Controllo dell’aeroporto di Viterbo, notai che assumeva la colorazione del cielo limpido sopra di essa: nelle zone sotto il cielo arrossato era rosata, mentre sotto il cielo azzurro compariva grigia/azzurra.
Il tuo hobby coincide in parte col tuo lavoro. Pensi che sia un completamento necessario?
Hai centrato il punto: il mio lavoro mi ha permesso di apprendere delle conoscenze in campo della meteorologia importanti per aiutarmi a capire alcuni aspetti del cielo che altrimenti mi sarebbero rimasti sconosciuti. Inoltre nel mio team di lavoro è sempre presente un meteorologo con cui ho un dialogo continuo per trasmettere le informazioni utili alla navigazione aerea ai piloti.
Come fai a raccontare in maniera divulgativa quello che osservi?
Credo che la conoscenza fine a se stessa sia limitativa, ritengo che solamente la trasmissione delle informazioni tra gli uomini possa permettere la migliore crescita comunitaria; la divulgazione rappresenta pertanto per me un aspetto naturale e complementare alla ripresa fotografica.
Hai pubblicato un libro che ha suscitato molto interesse. Cosa ti chiedono maggiormente le persone?
“Luci e colori del cielo” è il frutto di anni di ricerche personali e di osservazioni che ho deciso di raccogliere e condividere, cercando di fornire le informazioni utili sia agli addetti ai lavori sia ai non esperti. Ho cercato di trasmettere tutte le mie conoscenze apprese nel tempo dando preziosi consigli anche per la ripresa fotografica dei fenomeni.
Ci racconti come lo hai concepito?
Le foto sono accompagnate da un’esauriente descrizione circa i processi fisici che hanno dato luogo ai fenomeni luminosi senza tralasciare gli aneddoti storici e le indicazioni pratiche per le osservazioni e la ripresa fotografica. Il manuale si sviluppa in 10 capitoli: Le fotometeore, Il raggio verde, sveliamo il mistero, L’illusione ottica dei miraggi, I miraggi astronomici: le lenti gravitazionali, Le illusioni ottiche fisiologiche cerebrali, Le aurore polari, Luce di STEVE, Fenomeni luminosi misteriosi (Ufo, luci di Hassdalen, folletti rossi, getti blu e elfi), Classificazione dei movimenti atmosferici che danneggiano le osservazioni notturne, Inquinamento luminoso.
Sono degli argomenti che stimolano l’approfondimento?
Dopo la lettura del testo in molti mi chiedono approfondimenti sul raggio verde e sui fenomeni alonari. Il primo consiste nella manifestazione di una striatura verde, o un lampo, sopra il disco solare o lunare quando l’astro tramonta o sorge. Questo fenomeno è più comune di quanto si creda e nel libro viene spiegato come prevederlo e fotografarlo. Con fenomeni alonari si intendono le apparizioni in cielo di archi con i colori dell’iride, simili all’arcobaleno, che circondano il Sole o la Luna in presenza di cirri.
Hai una teoria sul perché gli avvistamenti avvengono sempre negli stessi periodi? Credi alla suggestione?
Dobbiamo chiarire di che tipo di avvistamenti parliamo: se intendiamo i fenomeni atmosferici descritti nel mio libro, la risposta è affermativa perché essi derivano da determinate condizioni atmosferiche tipiche dei vari periodi dell’anno oppure di particolari momenti della giornata. Nel libro è presente un capitolo dedicato alla suggestione ovvero ai “miraggi cognitivi”. Si tratta di miraggi o apparizioni che vengono osservate, ma in realtà non si verificano fisicamente. Questo avviene a causa di alcuni processi cognitivi che ingannano inconsapevolmente la mente.
C’è qualcosa che vale la pena guardare in cielo di cui non ci rendiamo mai conto?
Corone, pareli, aloni, arcobaleni, glorie… da sempre incuriosiscono i nostri sguardi, come anche i miraggi incantano ed alimentano la fantasia popolare. Saper riconoscere e fotografare questi spettacoli del cielo significa riuscire a cogliere “l’attimo fuggente” di un fenomeno che la natura concede meno raramente di quanto si creda. Quante persone hanno visto le fotometeore? Penso pochi o pochissimi. Di notte poi vi sono altri fenomeni luminosi legati all’interazione dell’atmosfera con il campo elettrico dell’atmosfera e con il campo magnetico della Terra, come sprites, blue jets e aurore. Insomma nell’atmosfera vi è una moltitudine di “luci e colori” meravigliosi che spesso sfuggono alla nostra osservazione.
Se ci sono dei lettori appassionati, puoi suggerire dove formarsi e dove studiare?
Sicuramente consiglio di non seguire le mode dettate dai social. Reputo sbagliato fotografare per ottenere i “like”, o per vincere i concorsi. Questa tendenza può solo appagare le vanità personali. Astrofotografare vuol dire farsi guidare nella composizione dalle sensazioni intime che si provano davanti al cielo stellato. La fotografia è una forma di arte che esplicita il bisogno di esprimere un messaggio. Pertanto i giovani devono cercare con umiltà la via migliore per esprimersi comunicando la propria visione del cielo stellato.
Cosa bisogna fare per seguire le tue orme?
Quando metto l’occhio dietro la reflex cerco di trasmettere le mie sensazioni con il linguaggio della fotografia: una buona foto deve far pensare oppure sognare. Per riuscirci si deve essere in grado di riconoscere i fenomeni celesti con le loro effemeridi e saperli inserire con armonia nel fotogramma. Consiglio di studiare il cielo, i principi della meccanica celeste e per quanto riguarda la fotografia, ritengo utile studiare le regole della composizione ed osservare le foto dei grandi fotografi.La fotografia è una lingua la cui grammatica è costituita dall’equilibrio con cui si dispongono gli elementi visivi selezionati; le regole grammaticali e la sintassi sono quindi costituite esclusivamente dalla sensibilità del fotografo, il quale le applica con la tecnica per determinare la composizione finale. Per questo è importante studiare la tecnica e sviluppare la propria creatività.
Per approfondire sul tema delle fotometeore, oltre al suo libro uscito per Ronca Editore, Marco Meniero consiglia di visitare il migliore sito in materia: www.atoptics.co.uk/index.htm