Un modo per conoscere meglio la produzione pittorica di Lorenzo Puglisi è il Dialogo sulla pittura che ci sarà mercoledì 20 giugno ore 18.30 presso lo Studio Guastalla di Milano.
La galleria è sede di una mostra, In A Silent Way dedicata all’artista nato nel 1971 a Biella e residente a Bologna. La presentazione del volume a cura di Valerio Dehò, edito da Giampaolo Prearo, prevede l’intervento dell’artista e curatore e di Giampaolo Prearo editore. Modera Giacomo Nicolella Maschietti.
La mostra In a silent way è aperta fino al 28 luglio con i seguenti orari:10-13 15-19 escluso lunedì e festivi.
In mostra ci sono circa quindici tele dai fondi di tenebra, materici, in cui il nero profondo sembra assorbire la luce e creare un silenzio dal quale prendono vita forme primordiali . Dal buio assoluto emergono volti e mani dai contorni e tratti indefiniti, fatti di pennellate vigorose che abbozzano dei lineamenti, che sembrano materializzarsi attraverso la pittura. Sono elementi ancora indistinti, enigmatici, che affiorano dal nulla e ci rimandano immediatamente alla grande tradizione della pittura di luci e di ombre di Leonardo, Caravaggio , Rembrandt, Goya, Bacon.
I volti dell’ Ultima cena di Leonardo, quello del Narciso di Caravaggio con le mani appoggiate sul terreno, l’uno e le altre sdoppiate dal riflesso dell’acqua, e altri particolari di dipinti famosi, restituiti nella loro essenzialità , compaiono sulle tele di Puglisi, in realtà riconoscibili solo (oltre che per il titolo delle opere che rimanda a quello dei modelli) per l’identica posizione su lla tela. Manca però tutto il contesto, i dettagli dei corpi, delle vesti, degli ambienti, completamente oscurati dal nero profondo.
“Lorenzo Puglisi parte dal silenzio del corpo per arrivare alla verità della pittura. Il suo è un viaggio nel cuore delle tenebre, dove appare la luce appare per segnali intermittenti. La sua presenza viene annunciata da lampi, segnali, apparizioni. Corpo e pittura sono due estremi che si intersecano nella percezione del sentire attraverso e oltre i sensi. Il corpo dell’uomo può anche essere letto come un paesaggio, come una geografia umana che rifletta la volta celeste. Il corpo della pittura riflette invece la capacità dell’uomo di andare oltre la realtà, ma non fuori, piuttosto dentro di essa. Non vi è competizione, quanto piuttosto un’opposizione che sa di alterità. La sfera del conoscibile si specchia in quella del sensibile per aprire le porte di una conoscenza diversa perché fondata sulla novità e non sulla ripetizione.”
Valerio Dehò