17 Marzo 2019

L’oceano a Venezia per Moving Off the Land II

TBA21–Academy insieme a Luma Foundation aprono un hub internazionale sui cambiamenti climatici alla chiesa sconsacrata di San Lorenzo. La mostra dal 24 marzo.

17 Marzo 2019

L’oceano a Venezia per Moving Off the Land II

TBA21–Academy insieme a Luma Foundation aprono un hub internazionale sui cambiamenti climatici alla chiesa sconsacrata di San Lorenzo. La mostra dal 24 marzo.

17 Marzo 2019

L’oceano a Venezia per Moving Off the Land II

TBA21–Academy insieme a Luma Foundation aprono un hub internazionale sui cambiamenti climatici alla chiesa sconsacrata di San Lorenzo. La mostra dal 24 marzo.

Ocean Space di TBA21, un hub di ricerca internazionale su oceani e cambiamento climatico, apre a Venezia nella chiesa sconsacrata di San Lorenzo. Lì nel luogo in cui da sempre si cercano le spoglie di Marco Polo, l’unione tra arte e scienza dal 24 marzo sarà aperto fino a fine settembre per sensibilizzare sul clima. E stupire.

Come progetto pubblico inaugurale di Ocean Space, TBA21–Academy presenta un’installazione immersiva e multimediale dell’artista internazionale Joan Jonas; il progetto costituisce l’esito di tre anni di intensa ricerca e di esplorazioni itineranti svolte insieme all’Academy. Curata da Stefanie Hessler e visitabile dal 24 marzo al 29 settembre 2019, Moving Off the Land II occuperà 500 metri quadri di quella che era la navata unica della Chiesa di San Lorenzo. Il 7 maggio, in concomitanza con l’apertura della 58° Biennale di Venezia, la mostra sarà attivata da Jonas con una performance dal vivo. 

Joan Jonas è una delle più celebri artiste della sua generazione, considerata una pioniera nell’ambito della video-art e dell’arte performativa. Sin dagli anni Sessanta, anni in cui l’arte iniziò ad abbandonare i confini delle gallerie, Jonas cominciò a sperimentare insieme danza, musica e teatro, affrontando le complesse questioni che circondano il nostro rapporto con l’ambiente. Per il suo progetto più recente Jonas ha ideato un’installazione monumentale che decostruisce e traduce la sua ipnotica performance Moving Off the Land (2016 – ad oggi). La mostra include video, scultura, disegno e suono, concentrandosi sugli oceani come fulcro totemico, spirituale ed ecologico. La performance, commissionata da TBA21–Academy, è stata presentata per la prima volta in parallelo alla Kochi – Muziris Biennale nel 2016, e poi di nuovo in collaborazione con Tate Modern presso la Turbine Hall nel 2018. Come è caratteristico del lavoro di Jonas, la performance è cresciuta ed ha assunto nuove forme, sin dalla sua prima iterazione. Durante i giorni di apertura della 58° Biennale di Venezia nel maggio 2019, la performance sarà presentata in una versione estesa all’interno di Ocean Space.

Jonas ha rappresentato gli Stati Uniti nella 56° Biennale di Venezia. Con il suo nuovo progetto, l’artista ritorna a Venezia e rivisita alcuni dei temi che aveva già affrontato nella sua mostra nel padiglione americano They Come to Us Without a Word (2015): l’ambiente naturale e gli animali che lo popolano – dalle api ai pesci – accanto all’attuale pericolo del cambiamento climatico e dell’estinzione. Questa nuova installazione rende omaggio in particolar modo agli oceani e le loro creature, la loro biodiversità e la loro delicata ecologia.

Il nuovo lavoro di Jonas si immerge profondamente negli oceani, nuota a fianco dei pesci che abitano l’idrosfera terrestre e ricorre alla letteratura e alla poesia di scrittori che si sono avvicinati alle masse liquide che ricoprono due terzi del nostro pianeta. Seguendo quella stessa metodologia che le ha accordato fama internazionale, Jonas unisce la poetica di scrittori quali Emily Dickinson e Herman Melville con testi di Rachel Carson e Sy Montgomery, assieme ad immagini in movimento documentate negli acquari di varie parti del mondo, oltre che sulla costa giamaicana, dove le fioriture algali e l’eccessivo sfruttamento ittico costituiscono gravi minacce ambientali. Utilizzando la sua stessa voce, assieme alle musiche del celebre percussionista Ikue Mori e della rinomata musicista María Huld Markan Sigfusdottir, Jonas crea un’avvincente esperienza evocativa e poetica.

Nel corso di vari anni, Jonas ha visitato e girato riprese in diversi acquari del mondo. Nell’ultimo anno e mezzo, sostenendo una continua conversazione sui rispettivi lavori, David Gruber, biologo marino ed esperto di barriere coralline e fotosintesi, ha condiviso con Joan Jonas le sue affascinanti riprese sottomarine, incentrate in particolare sulla bioluminescenza. Nel 2018 Gruber ha visitato Jonas nella sua casa estiva a Cape Breton, dove ha girato delle riprese del cane di Jonas, Ozu, sul bagnasciuga.

L’installazione all’interno di Ocean Space è la prima di una serie di mostre, performance, symposia, concerti, proiezioni e altri eventi organizzati da TBA21–Academy, che esaminerà il tema degli oceani da diverse prospettive nel corso degli anni a venire.

Ocean Archive, un’estensione digitale della mostra di Joan Jonas, pubblicherà una selezione di materiali complementari, tra cui un’intervista esclusiva con Jonas ed Hessler, video di lavori correlati e precedenti, oltre a materiali aggiuntivi che hanno influenzato e dato vita all’esposizione a Venezia.

Ocean Archive è un co-laboratorio digitale che lavora nell’intersezione tra le indagini scientifiche, l’intelligenza artificiale e la difesa ambientale. Creata da TBA21–Academy, questa piattaforma ospita materiali relativi alle spedizioni, le mostre e gli eventi pubblici dell’Academy, e integra questi all’interno di un’accurata selezione di ulteriori opere, ricerche e informazioni riguardanti gli impegni politici ed azioni di salvaguardia ambientale. Pensato per facilitare la scoperta, la cooperazione e la co-produzione di nuove conoscenze, Ocean Archive è in fase di sviluppo da parte di User Group Inc. per TBA21–Academy e sarà presentato presso Ocean Space a Venezia il 21 settembre 2019.

Per marzo 2019, Office for Political Innovation dell’architetto Andrés Jaque ha collaborato con Joan Jonas per creare un’iniziale piattaforma interna che costituisce la scenografia per Moving Off the Land II, uno spazio performativo in un’ala della chiesa.

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