La nuova edizione della Guida ai Locali Storici d’Italia presenta, totalmente aggiornata, i 191 selezionatissimi locali che sono parte dell’Associazione e sono presenti su tutto il territorio italiano.
L’Edizione 2024/2025 è focalizzata sulle famiglie che hanno fondato e gestito i locali storici e ne hanno tramandato eredità e memoria storica per molte generazioni e fino ad oggi, preservando l’autenticità, la qualità e il più vivo valore dell’ospitalità italiana.
Sono cento novantuno esempi che illustrano come la continua passione, dedizione e capacità di innovare abbiano mantenuto vivo il patrimonio culturale e gastronomico italiano.
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L’Associazione Nazionale Locali Storici d’Italia che ha appena pubblicato l’edizione 2024/2025 della Guida ai Locali Storici d’Italia, la mette a disposizione gratuitamente nei luoghi di cui si occupa e direttamente dal sito dell’Associazione . L’attuale edizione racconta i locali storici attraverso un tema che unisce la maggior parte dei locali storici, quello delle famiglie che hanno fondato e tramandato l’attività di generazione in generazione. Tra questi, dal 1803 con ben sette generazioni di continuità familiare, il primato spetta allo storico Gran Caffè Renzelli di Cosenza. Un caso unico di azienda familiare nel panorama italiano, che ha attraversato 220 anni di storia ininterrotta.
Custodi di memorie e tradizioni, i Locali Storici d’Italia, sono sempre più amati e frequentati anche dai giovani, che scoprono attraverso questi luoghi il gusto, le tradizioni, la bellezza, l’arte e la storia del nostro Paese.
Enrico Magenes, Presidente, Locali Storici d’Italia, è intervenuto alla presentazione del volume a Milano, dove è stato raggiunto da Antonio Sergio, uno dei consiglieri dell’associazione. L’imprenditore è titolare con la famiglia del Gran Caffè Gambrinus a Napoli, in quello spicchio di città che occupa la celebre Piazza Plebiscito con l’inizio di via Chiaia. Dopo anni di ridimensionamento, ora il luogo storico si è riappropriato delle sue sale nell’interezza dell’antico splendore.
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Michele Sergio (Napoli 1916 – 1996) fu colui che più di tutti ha creduto nel recupero del Gambrinus, fondato nel 1860. Oggi è guidato dai fratelli Arturo ed Antonio Sergio, ed è sempre tappa obbligata di tutti i turisti che visitano Napoli, nonché di personaggi famosi, politici e letterati che scelgono il caffè per i loro incontri.
Gabriele Conta, curatore della Guida 2024/2025 ha sottolineato “Il ruolo delle famiglie nella storia dei locali storici, che non solo custodiscono segreti e curiosità, ma che fanno un lavoro che necessariamente aiuta la memoria storica del nostro paese. Per questo vanno sostenute”.
Alla presentazione ha fatto il suo intervento anche Max Martelli, storico dell’arte e artista, che ha sottolineato come il viaggio tra i Locali storici d’Italia sia anche un viaggio tra bellezze architettoniche e artistiche spesso in essi custoditi.
Magda Antonioli, Senior Professor presso la SDA Bocconi School of Management, ha invece sottolineato come nell’ambito del turismo culturale ed esperienziale, i locali storici siano parte integrante dell’Italian way of living. La senatrice Tatjana Rojc, si è espressa infine in materia di tutela dei Locali storici d’Italia.
Le tradizioni familiari non solo garantiscono la qualità dei prodotti e dei servizi offerti, ma contribuiscono anche a preservare l’autenticità delle tradizioni culinarie locali. Molti dei piatti tipici delle diverse regioni italiane, infatti, si sono tramandati di generazione in generazione grazie ai Locali Storici d’Italia, mantenendo vive le radici culturali di un luogo: senza di loro rischieremmo di perdere la ricchezza e la diversità della cucina italiana, un patrimonio intangibile dell’umanità.
Questo discorso è particolarmente valido se guardiamo al Caffè La Crepa di Isola Dovarese (Cremona) e al suo libro-ricettario dove si trovano prelibatezze come il luccio in salsa Isolana o lo storione del Po cotto al vapore.
Tradizione, passione e gusto si ritrovano anche al Ristorante Da Ö Vittorio a Recco (Genova),dove da oltre un secolo la famiglia Bisso accoglie gli ospiti con l’ospitalità tipica di un tempo. Quattro generazioni hanno portato avanti le specialità tradizionali e i sapori autentici della cucina ligure, a partire proprio dalla vera focaccia al formaggio i cui primi cenni storici risalgono alla metà del XVIII secolo (quando era molto diversa da quella odierna e si consumava soltanto il Giorno dei Morti).
Le origini del Ristorante La Bersagliera di Napoli risalgono agli inizi del Secolo scorso, quando sulla Banchina Santa Lucia, in uno dei “magazzeni” adibiti alle attività di pescatori e marinai, tra barche, reti e panni stesi al sole, Emilia Del Tufo preparava da mangiare per la sua numerosa famiglia. La prima licenza come ristorante risale al 1919, mentre il nome del locale deriva dall’appellativo con cui era conosciuta Donna Emilia, che non camminava ma marciava di corsa, proprio come i Bersaglieri.
Tra i nuovi ingressi, sempre dalla Campania, la Pasticceria Pansa di Amalfi (Salerno), da sei generazioni guidata dall’omonima famiglia, che da oltre due secoli tramanda la più verace tradizione dolciaria della Costiera. Fondata nel 1830 da Andrea Pansa, la pasticceria ha mantenuto immutato tutto il suo fascino, trasmesso ancora oggi dall’arredamento ottocentesco che profuma delle essenze dei padri e dei personaggi famosi che l’hanno frequentata, da Ibsen a Wagner, da Longfellow a Quasimodo.
Fu invece una famiglia di origine bergamasca a fondare nel 1831 il Caffè Pedrocchi di Padova, il più antico e famoso della città. Il desiderio di Antonio Pedrocchi era chiaro: voleva fondare «il caffè più bello della Terra» e l’intento è ancora manifesto oggi.