La bandiera della bellezza del mecenate Antonio Presti finalmente svetta alta su Le Rocce di Taormina. Presti è celebrato nel mondo per il suo impegno e divulgazione dell’arte e ora regala con la riapertura de Le Rocce, nuova arte al popolo della bellezza.
Scrivere di Antonio Presti non è semplice perché occorre distanziare l’amicizia e raccontare una persona che mai è diventata personaggio, dato che le sue azioni e il suo credo sono mente e cuore mischiati assieme.
Quando implorava il ritorno della bellezza nel mondo, erano lontani anni luce film, mostre, sfilate: è stato il precursore assoluto di un’istanza che ha portato e porta avanti con il coraggio di sempre e con la forza, spesso solitaria, del vìolino solista.
Mi trovo a incontrarlo alla sua ultima impresa, che è termine appropriato, visto che in Italia non è affare da poco realizzare in tempi brevi, qui giusto sei mesi, un restauro compiuto, operativo, gratis. Anzi, a spese proprie!
Allora Presti, firmati gli accordi con le maestranze, avvia il recupero ambientale e artistico delle ‘Rocce di Mazzarò’, 25 minuscole case ormai degradate a contenitori di rifiuti, diroccate e ingiuriate dal tempo e dall’insensatezza umana, che oggi tornano a animarsi e a risplendere quali propulsori di vita e arte.
Perché la casa è il nostro abito, e Antonio ha dato ennesima prova di generosa e limpida propositività e con artisti, architetti, pittori, scultori, professionisti vari, ha rivestito di arte e bellezza queste macerie di pietre, trasformando i singhiozzi in sorrisi, perché era un delitto piangere e recriminare al cospetto di una delle baie più belle del mondo.
Chi è Antonio Presti?
Sono un uomo prestato al mondo, che dona alla Sicilia contemporanea bellezza, etica, respiro. Ho vinto contro l’oscurantismo con il messaggio che chi profonde arte e bellezza vedrà restituito amore universale.
Come confronti la tua nuova creatura con la mitica “Fiumara d’arte” nella Valle dell’Alesa?
“Fiumara d’Arte” ha compiuto 40 anni ed é conosciuta nel mondo, è una creatura magica e adulta. “Le Rocce” sono un progetto appena inaugurato che dovrà consolidarsi nel tempo. Io sono come sempre in prima linea come finanziatore, perché il privato é importante, ma occorre sensibilizzare l’azione di altri investitori, e poi ben venga anche l’aiuto pubblico.
Come hai fatto a strappare al degrado dopo mezzo secolo “le Rocce” di Mazzarò?
Come hai visto all’inaugurazione del 27 luglio, ho firmato con la città metropolitana di Messina un comodato d’uso di 100 anni e in appena 6 mesi, sono riuscito con un prezioso team proveniente da diversi settori, a dare luce a un posto ormai ridotto a discarica.
Come hai ideato il programma di fruizione de Le Rocce?
I vari spazi saranno da settembre aggiudicabili con dieci bandi pubblici che riguardano il parcheggio, il cottage, l’area ricevimento, i servizi per la spiaggia di Mazzarò, la piscina, lo scoglio, l’Agorà, un percorso ipogeo, la piazza dell’Odeon, la Torre del pensiero e dell’ascolto. Spero che i giovani rispondano numerosi a tale opportunità. É prevista l’installazione di opere temporanee che ogni 3/4 anni verranno demolite e rigenerate in nuove. L’arte non è possesso e qui l’artista deve rinunciare alla forma eterna ma accettare l’ottica di rinnovare e fare rinnovare bellezza.
Qual è il tuo messaggio etico e culturale?
Eternizzare la bellezza con un riguardo alla gioventù. Ritengo che partendo dalle scuole elementari occorra vincere la dittatura dell’ignoranza. É in atto una strategia della paura per sottomettere i ragazzi che invito a non scappare all’estero: l’Italia ha bisogno del talento e l’istruzione va tutelata contro la calata dei barbari manipolatori di populismo. Il futuro non é buio, come vogliono far credere, ma é vivo e va soccorso con un ottimo antidoto: un libro in mano che trasformi il lettore in guerriero di luce.
La mostra alle Rocce si chiama Incantesimo. Perché?
Perché la mia resilienza artistica ha rotto la maledizione e creato l’incanto: accetto che solo la Dea della Bellezza mi metta le catene.
Antonio, e l’amore?
È curioso ma nessuno osa chiedere della mia sfera privata, immagino sia dovuto al fatto che da decenni la mia vita è pubblica e tesa al benessere di chi mi circonda. L’amore personale? Io sono il mecenate dell’amore universale!
Come immagini tutto quello che hai creato dopo di te?
Desideravo lasciare delle tracce, e il comodato d’uso per 100 anni de ‘Le rocce’ visto che di anni ne ho 60, é una consegna al futuro, che auguro sempre migliore del presente, e comunque girandomi indietro e attorno, rifletto che non ho vissuto invano.
L’INTERVISTA È TERMINATA E LA SCRITTORA AUGURA A OGNI LETTORE DI TRASFORMARSI, ANCHE PER UN ATTIMO, IN GUERRIERO DI LUCE.