Dopo mezzo secolo di oblio a fine luglio c’è stata la riapertura ufficiale delle Rocce di Taormina, il villaggio turistico a picco sul mare pensato negli anni 50.
Il progetto di riqualificazione del sito ad opera del mecenate Antonio Presti, presidente della Fondazione Fiumara d’Arte, prevede fino al 27 settembre una serie di mostre fotografiche dal titolo Incantesimo.
Alle Rocce di Capo Mazzarò, il poggio sospeso in una delle baie più belle della Sicilia viene restituito ai cittadini, un paradiso perduto, oggi al centro di un progetto di rilancio internazionale attraverso l’arte e l’impegno civile. Uno spazio che rivivrà nuovamente fruibile dopo decenni di incuria e degrado.
Le Rocce, consegnate per cinquant’anni al nulla e all’invisibile, diventeranno passo dopo passo un complesso artistico-monumentale sull’esempio del museo a cielo aperto strutturato in oltre trent’anni nella Valle dell’Halaesa e dell’Atelier sul Mare di Castel di Tusa. “La nostra vita è un comodato d’uso offerto dall’Universo: l’esistenza non è possesso, ma condivisione. Recuperiamo uno spazio unico, profanato dal disinteresse della politica e dall’avidità di chi avrebbe voluto sfregiarlo – spiega il mecenate Antonio Presti – costruiremo intorno al paesaggio un nuovo codice di fruizione: aboliremo la logica del cemento nel pieno rispetto di questo luogo, con le anime tese a quell’orizzonte che si apre davanti agli occhi. La Fondazione sta già lavorando per consentire a questo poggio incantato di dare cittadinanza all’Arte in tutte le sue forme”.
Le mostre fotografiche dal titolo Incantesimo omaggiano la memoria delle Rocce (con progetti originali, studi e immagini d’epoca provenienti dal Fondo Spatrisano; allestimento a cura dell’arch. Francesca Carditello), assieme alla dolce vita degli anni ’60 con le suggestioni di Taormina Cinema (a cura di Ninni Panzera).
Parte anche la campagna di fundraising che la Fondazione vuole condurre nei prossimi mesi in previsione di un sempre più ampio coinvolgimento del territorio alle sorti di un bene finalmente restituito alla comunità artistica internazionale.
LA STORIA – Il Villaggio Le Rocce fu realizzato per volontà dell’Assessorato Regionale al Turismo e inaugurato nel 1954. Erano gli anni del dopoguerra, un momento denso di tensioni e di aspettative: il turismo rappresentò in quella fase uno dei principali strumenti di cui si avvalse la Regione per attivare la ripresa economica e avviare sostanziali trasformazioni territoriali.
L’insediamento originale era stato pensato con estrema cura del contesto, creando quindi una relazione ininterrotta con il paesaggio e l’ambiente circostante in un momento storico che vedeva l’ascesa di Taormina come destinazione privilegiata del turismo internazionale, ma anche della emergente classe media italiana figlia del boom economico. Il bene ha poi vissuto fasi alterne causate dall’immobilismo amministrativo, fino alla definitiva chiusura avvenuta all’inizio nel 1972. Da quel momento la mancanza di cura e manutenzione dei luoghi ha lasciato che degrado e abbandono prendessero il sopravvento. Negli ultimi anni l’ex Provincia Regionale di Messina, oggi Città Metropolitana – proprietaria del sito – aveva avviato un percorso di riqualificazione attraverso un project financing finalizzato alla realizzazione di un albergo di lusso. Oggi l’idea di Antonio Presti e della sua Fondazione Fiumara d’Arte, accolta con favore dagli enti territoriali e dalle associazioni dei cittadini, traduce in realtà il desiderio collettivo di recupero di un luogo straordinariamente panoramico per esaltarne la sua storica vocazione naturalistica in un’ottica di trasformazione in centro di aggregazione culturale di carattere internazionale.
L’ALBERGO – C’è anche il museo Albergo Atelier sul Mare, voluto da Antonio Presti poco distante da Le Rocce, a Castel di Tusa, un delizioso villaggio in riva al mare, a pochi chilometri dal parco di Fiumara d’Arte. Il mecenate ci ha lavorato dal 1990, comprando l’albergo di 40 stanze, affidando l’arredo di ogni stanza a un artista. Ha un suo preciso punto di vista sull’arte: è convinto che per apprezzarla non basta guardarla, ma occorre viverci dentro, deve entrare a far parte della nostra vita quotidiana. Nasce così l’Art Hotel Atelier sul Mare: le opere da camera d’arte sono venti. Venti stanze concepite e costruite da artisti eccezionali che consentono al visitatore di vivere dentro l’opera. Abitare l’opera per uno o più giorni prenotando la stanza o le stanze che si preferiscono. Si visita il museo dormendo nell’opera.
L’Atelier sul Mare negli scorsi anni è stato celebrato internazionalmente anche con questo servizio della Cnn americana.