Vanessa Beecroft torna protagonista a Milano con la sua arte, dopo la performance al Pac del 2009. L’artista che vive e lavora a Los Angeles, all’interno del palinsesto del Photo Vogue Festival, è a Palazzo Reale con la mostra Vanessa Beecroft Polaroids 1993.2016.
Le sale dell’Appartamento del Principe (fino al 29 novembre) sono state allestite con riproduzioni giganti delle sue Polaroid di testimonianza e critica sociale che spesso si ispirano all’arte antica. Quello che vedrete è nel segno della continua ricerca artistica sull’identità femminile e sulla riflessione centrata sul corpo delle donne. Il percorso a Palazzo Reale propone trentasei ingrandimenti di rare Polaroid di Vanessa Beecroft, in maggioranza primi piani di donne che provano a rompere il “male gaze”, lo sguardo dal punto di vista maschile che nelle performing arts è stato teorizzato 40 anni fa dalla critica Laura Mulvey. Qui siamo di fronte al vero “female gaze”, l’apporccio che sta rivoluzionando il modo di rappresentare il corpo e la sessualità femminile nell’arte e nella moda.
Il Photo Vogue Festival di Milano è nelle intenzioni degli organizzatori, una riaffermazione del Female Gaze. E se si parte da qui, ci si rende conto di che cosa si parla.
Secondo Alessia Glaviano, a cui è stata assegnata la direzione artistica del festival, “Vanessa Beecroft compie un atto sovversivo di riappropriazione dello sguardo, riflette i principi della società occidentale contemporanei e ne esalta le contraddizioni. Che sono l’ossessione dei consumi e dell’esposizione mediatica“.
Non secondaria la scelta di esporre riproduzioni di Polaroid, in un’epoca digitale in cui tutto è riproducibile all’infinito e uguale a se stesso. La Polaroid è l’immagine unica e irripetibile, su supporto fisico che va contro il consumo rapido delle foto in pixel. La foto è un oggetto, torna a essere tangibile. In una mostra che critica proprio l’oggetto-donna.
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