Fino al 25 giugno al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino c’è la mostra “Cross Roads. Incroci Itali-USA, dal dopoguerra al boom economico”.
Nella capitale dell’auto italiana, i curatori Luca Beatrice e Rodolfo Gaffino Rossi vogliono esporre le influenze che hanno ispirato i designer di automotive nel corso degli anni 50 e 60. Il percorso espositivo si snoda in più fasi analizzando la musica, il cinema, l’arte e gli autori e artisti che durante quegli anni raccontavano il mondo in cui vivevano.
Il direttore del MAUTO Rodolfo Gaffino Ross definisce la mostra “un nuovo importante passaggio del lavoro che il MAUTO ha avviato sul design dell’automobile e sulla centralità internazionale della cultura italiana e torinese in questo fondamentale settore. Il car design viene qui declinato nel suo valore di fattore cruciale del dialogo Italia – USA e di processo catalizzatore di movimenti trasversali a tutta la cultura estetica e visiva del dopoguerra..”
Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Bert Stein, Tazio Secchiaroli sono solo alcuni dei nomi esposti accanto ad automobili dall’elevato valore storico come la Hudson Commodore Coupé Six del 1948 appartenuta al Principe Ranieri di Monaco.
In mostra ci sono in totale 13 autovetture, tra berline e convertibili, che arrivano dalle linee di produzione dei due mondi, le mastodontiche americane accanto ai pregiatissimi esercizi di design italiani. Durante al serata di inaugurazione è stato portata come pezzo speciale la Packard Super-Eight 1501 del 1937 interamente restaurata grazie all’intervento di Nicola Bulgari.
Alfa Romeo 6C 2500 Sport Cabriolet “Extralusso” StabilimenI Farina (1947) è una imponente cabriolet sul telaio Alfa Romeo 2500 disegnato da Giovanni Michelotti; si distingue per il frontale privo di marca ma caratterizzato da listelli orizzontali che occupano interamente lo spazio tra i fari.
Questo esemplare, uno dei due ancora esistenti della piccolissima serie costruita, ha sul cruscotto un volante speciale brevettato dal designer Mario Revelli e un rudimentale “computer” di bordo. Il motore motore è un 6 cilindri in linea da 2,5 litri che eroga una potenza di 95 CV.
Cisitalia 202 SMM Spider Nuvolari (1947), spider in omaggio al grande pilota mantovano che lo guidò nella Mille Miglia del 1947, è un esempio di impostazione stilistica quanto mai originale. Ne furono costruiti circa 20 esemplari tra il 1947 e il 1948 e quello esposto è uno dei circa 10 tuttora esistenti. Il motore: 4 cilindri in linea da 65 CV.
Plymouth Fury (1957), era un’auto tre anni avanti nei confronti della concorrenza. La meccanica sportiva unita al V8 di 5,2 litri da 290 Cv le faceva coprire lo 0-100 km/h in 8 secondi.
Fiat 8V Demon Roge (1953) è una berlinetta dal design assolutamente unico e irripetibile, con il tetto fatto di plexiglas, le maniglie delle porte incorporate nei montanti posteriori, niente paraurti e i fari incorniciati dalla calandra che le hanno fatto conquistare nel 1955 il primo premio nel Concorso d’Eleganza “Coppa Campione d’Italia” e nel 2004, il premio “Best of Show” al Concorso d’Eleganza al Palazzo di Het Loo ad Apeldoorn.
Lancia Aurelia B52 Coupé Vignale (1953) nasce da uno degli autotelai “nudi” affidati alle valenti cure dei migliori carrozzieri per la realizzazione di esemplari unici o delle così dette “fuoriserie” a tiratura limitata. Lancia ha prodotto in totale 98 telai B52, di cui 11 consegnati a Vignale che realizzo vetture dalle linee elaborate e futuristiche.
Buick Roadmaster Convertible 76 (1947), è stata l’automobile più elegante e prestigiosa prodotta dalla casa americana. L’esemplare esposto, venne notato “all’Oldtimer Festival” di Anversa in Belgio, dove fù comprato da Alfred H. Heineken, nipote del fondatore della famosa birreria europea. Dopo la sua morte entrò a far parte della collezione Bulgari.
Cadillac Sixty Special Fleetwood (1954) è un’autovettura full-size di lusso prodotta dalla Cadillac dal 1938 al 1976 e dal 1987 al 1993. Nata come il modello meno costoso della gamma Cadillac, con il passare del tempo, è diventata una delle Cadillac più costose di sempre. Questo esemplare incarna perfettamente lo stile americano degli anni cinquanta.
Hudson Commodore Coupé Six (1948) ha contribuito all’evoluzione dell’automobile USA. Nel 1948, la Hudson innovò il design delle proprie automobili con un anno di anticipo rispetto ai concorrenti di Detroit. Questa auto era famosa per lo “Step Down Design”: si doveva scendere in auto, non salire. L’esemplare esposto, come detto all’inizio, è stato acquistato dal Principe Ranieri di Monaco, probabilmente per il trasporto del suo staff personale.
Lancia Florida Pinin Farina (1954) creata da un intreccio di linee rette e squadrate, ha influenzato il design dell’auto per un decennio. La versione a quattro porte di questa vettura si è evoluta nell’elegantissima Lancia Flaminia (tuttora l’auto presidenziale del Presidente della Repubblica Italiana, ndr).
Questa Lancia Florida è stata costruita in 3 esemplari, si distingue per l’assenza del montante centrale e per le portiere con apertura ad armadio.
Lancia Aurelia Pininfarina PF 200 (1952), nacque come show car destinata ai saloni dell’auto, un esercizio di stile per sorprendere i clienti più esigenti dell’epoca. Disegnata da Battista Pinin Farina, è l’unica vettura a cui il maestro a voluto dare il suo nome, PF (le iniziali) seguite da 200 a indicare la cilindrata.
Lincoln ConInental 4-Door ConverIble (1965), è considerata un’icona del suo periodo, è stata soprannominata “Suicide Door” per le sue portiere incernierate al contrario. Il motore V8 di quest’auto eroga 320 cavalli. Fa parte della collezione di Nicola Bulgari.
Packard Super-Eight 1501 (1937), è un nome noto tra i migliori costruttori americani per la qualità delle sue vetture di lusso a 12 cilindri, le vittorie sportive ottenute nel periodo pionieristico e una serie di innovazioni tecniche introdotte negli anni 50.
Una vettura di eleganza impeccabile con un motore 8 cilindri e cambio a 3 marce. Il proprietario Gordon Morrill nel 1959 l’ha donata al museo con un’unica raccomandazione, non superare mai le 30 miglia orarie così da mantenere nel tempo lo stato della vettura.
Fiat 1400 Nuvolari (1950), appartenuta a Tazio Nuvolari nel 1950, è l’ultima vettura che risulti essere intestata al pilota mantovano. Conserva ancora tutti i documenti con i dati del proprietario. Il design dell’auto si ispirava alla linee della auto americane in voga in quel periodo. Lo grande spazio interno può ospitare fino a 6 persone.
Informazioni sulla mostra su www.museoauto.it