Se siete appassionati di fotografia da non perdere è l’esperienza al Museo Galileo di Firenze che parte oggi. C’è una mostra, che è anche occasione di conoscenza, dedicata agli albori della fotografia e alla celebrazione dei suoi strumenti.
Nell’Ottocento l’uso del mezzo fotografico produsse notevoli mutamenti nella pratica scientifica. E non è un caso che a ospitare la mostra siano i locali del Museo Galileo che conserva diverse testimonianze di questo cambiamento: proprio in città avvenne qualcosa di molto particolare e unico in merito allo sviluppo del mezzo fotografico.
Nel percorso espositivo di Immagini della Scienza – La fotografia scientifica nelle collezioni del Museo Galileo ci sono macchine fotografiche, libri, documenti, lastre e stampe fotografiche. L’adozione della fotografia mutò il modo di fare scienza e influì fortemente sullo sviluppo di molte discipline, dall’astronomia alle scienze naturali. Nella seconda metà dell’Ottocento, gli astronomi Giovanni Battista Donati (1826-1873) e Angelo Secchi (1818-1878), pionieri della spettroscopia stellare, furono grandi fautori della ripresa fotografica per lo studio dei fenomeni astronomici.
La ricerca di una nuova obiettività conobbe importanti sviluppi a Firenze, grazie ad autorevoli scienziati come Paolo Mantegazza (1831-1910), Odoardo Beccari (1843-1920), Giorgio Roster (1843-1927) e Stefano Sommier (1848-1922) che nel 1889, insieme a fotografi professionisti come Carlo Brogi (1850-1925) e Vittorio Alinari (1859-1932), fondarono la Società Fotografica Italiana. Nel dinamico contesto culturale fiorentino, la fotografia si diffuse come formidabile strumento di documentazione culturale e nuovo linguaggio visivo. Fra i protagonisti, si distinse il medico e igienista Giorgio Roster per gli eccellenti risultati tecnici raggiunti, a livello internazionale, nella fotomicrografia e nella telefotografia.
La mostra, rivolta a tutti i tipi di pubblico, offrirà ai visitatori l’opportunità di ammirare alcuni degli strumenti conservati nei depositi del Museo Galileo e una selezione dei materiali iconografici raccolti nella biblioteca di ricerca, normalmente a disposizione solo degli studiosi. Tra gli oggetti in esposizione si segnalano una camera oscura portatile e una macchina dagherrotipica del XIX secolo, il grande “teleobiettivo” di Roster (1885), un apparato fotografico di notevole complessità che consentiva di comporre dettagliate vedute panoramiche, oltre a stampe originali del primo Novecento e a suggestivi ingrandimenti fotografici delle immagini più belle.
Due laboratori didattici sul funzionamento della camera oscura e sulle antiche tecniche fotografiche saranno disponibili su prenotazione.
In apertura foto di Speed Graphic (1912-1927)