11 Ottobre 2021

Le canzoni di Davide Peron: “L’altro porta sempre bellezza”

Il cantante presto protagonista in musica anche di un documentario sulle profughe italiane in onda su Rai Tre.

11 Ottobre 2021

Le canzoni di Davide Peron: “L’altro porta sempre bellezza”

Il cantante presto protagonista in musica anche di un documentario sulle profughe italiane in onda su Rai Tre.

11 Ottobre 2021

Le canzoni di Davide Peron: “L’altro porta sempre bellezza”

Il cantante presto protagonista in musica anche di un documentario sulle profughe italiane in onda su Rai Tre.

Ci sono anche degli arrangiamenti che Claudio Corradini ha “ereditato” da Franco Battiato nel nuovo disco di Davide Peron, cantautore 47enne di Vicenza. Oggi l’artista, che ha inciso il suo primo disco nel 1998 e ha da allora macinato consensi soprattutto di critica, rilascia per Soyuz “Passaggi”, il nuovo disco con brani di punta come “La Disobbedienza” e “La Vite”.

Riconosciuto come uno dei più solidi esponenti della musica d’autore dello stivale, Peron ha avuto la fortuna di essere seguito per questa prova dal celebre Claudio Corradini, tra i maggiori produttori e arrangiatori italiani, scomparso prematuramente lo scorso primo luglio.


Davide come ti sei avvicinato alla musica e cosa rappresenta per te questo mestiere?

Quando ho rilasciato il mio primo disco ero in una fase di cambiamento, da perito meccanico nella zona industriale di Vicenza, ad amante della musica. Oggi posso dire che è questa la mia strada, anche se da sempre mi ha guidato il mondo delle sette note. Ho fatto per oltre 20 anni un lavoro di grande empatia nelle comunità dei disagiati. Essere con persone in difficoltà e aver preso una laurea in Scienze dell’Educazione a 33 anni ha rafforzato il mio impegno e convinzione nel potere della musica.

L’hai usata anche per scopi non commerciali?

Certo, in tutte le attività che faccio inserisco il veicolo musicale come mezzo per migliorare. Che sia il comportamento del singolo o un contributo sociale, la musica nelle mie attività c’è sempre stata. Faccio teatro con mia moglie usando la musica, ho lavorato in cooperative di recupero attraverso la musica. C’è sempre stata ed è stata salvifica per me e per gli altri.

Perché la parola “Passaggi” racconta un intero disco?

Parlo delle tante circostanze che ci portano ad essere diversi e allo stesso tempo uguali, la necessità di capire che siamo di passaggio e che tutti i passaggi forgiano una parte di noi: le persone che incontriamo ci cambiano, le esperienze che viviamo ci segnano, i dolori che toccano la nostra vita ci temprano e tutti questi passaggi di vita hanno come risultato noi, anche se sbagliati e fallibili. Una delle poche cose che so fare è lasciare che la musicami usi come strumento, così mi sono messo in ascolto. Le canzoni sono arrivate. Nel disco ho cercato di raccontare che la bellezza che non si macchia, la diversità, il fatto di essere finiti e di passaggio, il desiderio di uguaglianza e la meraviglia siano fortune che troviamo ogni giorno.

Davide Peron, cantautore vicentino, con Eleonora Fontana, attrice e compagna di vita, sta preparando vari spettacoli teatrali-musicali che trattano temi sociali.


Essendo un performer hai necessariamente un rapporto con la tua immagine. Che tipo di presentazione visiva hai ideato per “Passaggi”?

Piero Martinello è il fotografo di Schio che ha seguito la scuola di Oliviero Toscani e che mi ha curato gli scatti del disco e della promozione. Non mi sento un divo da palcoscenico. L’unico vezzo che ho è il cappello. Ne ho quattro diversi e quando mi esibisco o lavoro come musicista li indosso sempre.

Dove ti senti maggiormente a tuo agio?

Faccio il mio rifugio in tour nei monti, l’unica dimensione che sento davvero vicina. La musica è una cosa che è arrivata da subito, fin da quando la maestra alle elementari raccomandò ai miei genitori di farmi studiare. Ho iniziato col flauto come primo strumento per poi passare al pianoforte che ho studiato al conservatorio per tre anni. La prima esperienza in studio è stata con un amico Diego Piotto che è a Bassano del Grappa ed è anche fonico dei film. Dopo le prime incisioni mi sono poi trovato in finale ai concorsi tipo Castrocaro. L’attività live però non mi ha mai preso.

Come mai questa reticenza alle esibizioni?

Pensa che tra il primo e secondo disco sono passati 10 anni. La musica del cantautorato è il mio mondo, ho comprato Bob Dylan e non mi sono mai discostato da quel modello. Stare su un palco non è quello che preferisco, la separazione col pubblico non mi piace. Meglio passeggiare tra i monti e tra una pausa e l’altra suonare con i compagni.

Come componi?

Le canzoni non le scrivo io è la musica che me le detta. Compongo alla chitarra, per me una canzone deve stare in piedi con voce e chitarra. Sono nato nella provincia di Vicenza, nelle terre di nord-est, dove la pianura padana incontra le Piccole Dolomiti, quindi per me la componente naturale è necessaria, così come le radici della mia terra.

In passato La pallottola, uno dei pezzi di più marcato impegno civile, è stato scelto come inno da Libera di Don Luigi Ciotti. Cosa farai ancora per l’impegno sociale in musica?
Mi rifugio in tour è il percorso musicale-culturale-naturalistico estivo a tappe nei rifugi di montagna delle Piccole Dolomiti, dove realizzo concerti tra prati e vette dal 2008. Assieme a mia mogli Eleonora Fontana vogliamo che la cultura ritorni anche tra le persone che vivono in montagna e sono isolate. Vorrei portare conforto, distrazione ma anche riflessione. E dire loro che l’altro, la conoscenza, portano bellezza.
 


Produttori esecutivi del disco “Passaggi” di Davide Peron sono Eleonora Fontana e Claudio Corradini, che ha curato anche la produzione artistica e gli arrandiamenti. Di Corradini sono le orchestrazioni, programmazioni, tastiere e basso mentre tutti i testi e musiche sono creati da Peron, che nel disco canta e suona la chitarra. Davide Antonio Pio suona chitarre con Davide Repele e ha curato la pre-produzione. Il disco è stato registrato presso lo studio Risonanze (Dueville, VI), mixato da Alberto Gaffuri presso X-Land Studio (Zugliano, VI). Le grafiche sono di Simone Maistrello e le fotografie di Piero Martinello 
Partner del progetto: The Factory Fashion (Schio, VI) di Irene Peron  

C’è una matrice comune nei sette pezzi dell’album “Passaggi”?

Volevo che anche il figlio che ho da poco avuto avesse il suo disco. L’ispirazione è sicuramente la vita vista da un padre. Ho una bimba Anita di 5 anni, Luigi di 2 anni e Piercarlo di 6 mesi. Mi ha cambiato molto essere padre, pensavo di essere di passaggio ora mi sono rimesso in ascolto con me stesso e voglio essere qui per la musica. È la fotografia dei miei pensieri in questo periodo, mi metto in collegamento e scrivo. Solitamente parlo degli altri, del bisogno di rivedersi nell’altro, perché dopo 22 anni di educatore mi fa strano che non si capisca la grandezza degli umani.

Cosa vorresti rimanesse del tuo messaggio?

Vorrei raccontare come gli altri riescono a essere degli aiuti. Al povero, agli ultimi non importa del potere, mentre noi ne siamo schiavi. Loro sono attenti a tutto mentre noi abbiamo in mente solo gli obiettivi. E la richezza che a noi sta fregando a loro non tange.

Non sei una persona aggressiva. La riflessione che fai sul modo in cui viviamo da chi può essere raccolta?

A un pubblico che cammina in montagna, a chi viene a vedermi in teatro, tutte persone che hanno un bisogno. Chi spegne la tv, ascolta me.

Di cosa ti ringrazia il tuo pubblico?

Mi fanno complimenti che a volte mi sorprendono. Fanno i confronti con Fossati, De Andrè, dicono che tengo compagnia con le canzoni. Mi hanno scritto anche teologi che preparano le lezioni ascoltando le canzoni per avere delle idee. Vuol dire che sono sulla strada giusta.

Parlaci del progetto teatrale con tua moglie.

Abbiamo preso in gestione il teatro Lux.Cinema.Cultura.Società a Recoaro Terme, in provincia di Vicenza. E abbiamo creato una casa con un salotto di cittadinanza per bere il caffè e conversare. Noi viviamo l’arte quotidianamente e perché non può essere così per tutti? All’interno voglio includere anche chi non è protagonista solitamente di momenti artistici. Ci sono tante persone arroccate nei monti con tanta solitudine. Se la popolarità arriva tra mite la musica mi aiuterà riportare un po’ di cultura nel territorio, sia per giovani che anziani.

Cosa ha fatto la musica per te?

A me la musica ha salvato la vita perché sarei perduto, mi ha continuamente seguito, mi ha regalato incontri, bellezza, mi ha insegnato a guardare alle cose oltre. Quando lavoravo con la musica nelle comunità non ho mai trovato nessuna resistenza, anche con i più difficili. I miei riferimenti sono Tom Waits, Bob Dylan e Ivano Fossati che sa scrivere meglio di tutti e ha smesso. Jannacci e Battiato, Zucchero sono anche presenti in quello che faccio.

Su Passaggi il produttore era Claudio Corradini, che appena finito il disco è morto. Che responsabilità senti ora che è pubblicato?

Si tratta dell’ultimo disco di un grande produttore e sento molta responsabilità. Il registrato inizia con delle percussioni. Battiato gli aveva dato degli arrangiamenti di archi e percussioni e gli aveva detto: troverai una giusta collocazione in futuro, saprai tu dove metterli. E così sono capitate a me anche alcune orchestrazioni che sono sopravvissute dal genio che era. Non avere più Claudio per me è stato un colpo, perché dopo aver fatto pop con questo disco lui voleva un ritorno alle sue origini, era tornato nel territorio dei cantautori. Cerco di fare il meglio che posso ed è un peccato che lui oggi non possa vedere le recensioni positive. Questo bagaglio è un onore per me.

Cosa ti resta del vostro legame?

Gli chiedevo delle idee sulla musica di ricerca, aneddoti su artisti che ha conosciuto tra tv e retroscena delle registrazioni. La correttezza che aveva nella musica era esemplare, non metteva mai note a caso, il senso profondo del suo lavoro era che aveva un rispetto enorme per la musica. Non abbiamo mai parlato del pubblico o delle reazioni commerciali, eravamo sempre concentrati sulla realizzazione artistica.

Davide Peron ha cinque album all’attivo (oltre a “Passaggi”): Davide Peron (1998 – P8Studio), Aria Buona (2008 – Top Music), Fin Qui (2012 – A.P.), Imbastir Parole (2014 – ThisPlay music), Inattesi (2018 – New Model Label), considerato da Radio1Rai FVG Album rivelazione del 2018. E’ presente con le sue canzoni anche in due compilation: Un sorriso per le Madonie (2007 – Storie di Note), Contrasti e incontri d’autore (2009 – Acne). Ha aperto concerti alla stella internazionale Willie Nile oltre che a Eugenio Finardi, Marco Ferradini e ai Mariposa.


“Passaggi” avrà anche vita oltre il disco?

Rai Tre ha chiesto a una scrittrice con cui io collaboro con la mia moglie Eleonora Fontana, Raffaella Caigaro, una ricostruzione storica di un momento molto particolare della storia d’Italia. E per la regia di Gianfranco Ialongo ne è nato un documentario sulle profughe della Prima guerra mondiale, specie nell’alto Vicentino, con le mie musiche. Sono storie che non sono state mai raccontate. Scappavano di casa con cose alla rinfusa e figli, e si perdevano nelle strade. La storia si ripete e non non lo capiamo. Entro fine anno andrà in onda.

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Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
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