Cosa sarebbe l’avanguardia contemporanea, quell’ondata artistica a metà tra le performance e l’espressione visiva, senza fotografie che la raccontassero? Ecco che l’archivio di Fabrizio Garghetti diventa cruciale per raccontare un’epoca, quella dagli anni 70 in poi, quando gli artisti avevano l’atteggiamento di rottura che consegnava ai posteri non solo le loro opere, ma anche il gesto della loro creazione.
Nella mostra allestita alla Fondazione Mudima di Milano, le foto di Garghetti mostrano gli happening di Andy Warhol, Yoko Ono, Pina Bausch, Merce Cunningham, John Cage e Robert Filliou, tutti immortalati in scatti che ora sono storia.
Per più di un ventennio, a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, le azioni e operazioni a metà strada tra teatro e arte del corpo entrarono direttamente nell’arte. Le performances di cui sono stati protagonisti pittori e poeti, musicisti e letterati, aveva come partenza l’esibizione, non tanto del proprio corpo come nell’autentica body art, ma del proprio volto, del proprio atteggiamento, “della propria persona narcisisticamente esibita” come dice Gillo Dorfles, critico e artista lui stesso, nell’introduzione alla mostra.
Si vede Emilio Isgrò che cancella e i suoi contemporanei che si “esibiscono”. “Se, tra i tanti che hanno ripreso le azioni di questi e altri artisti del corpo, – dice Dorfles – c’è un fotografo che li ha seguiti passo passo per più di un quarantennio con amore e con straordinaria fedeltà, ma anche con humour e con abilità tecnica, questi è appunto Fabrizio Garghetti.”
Fabrizio Garghetti – Storia Fotografica dell’Avanguardia Contemporanea
Fondazione Mudima | Via Tadino 26, Milano
a cura di Renato Corsini e Sarenco, fino al 10 marzo 2017.