Fortunato Depero, uno dei maggiori futuristi italiani, con la mostra alla Galleria Matteotti di Torino, è tornato di grande attualità nei media in questo periodo. Le grandi tele dipinte a olio, o semplici tempere su cartone e bozzetti preparatori, ci illustrano la sua fascinazione per il mondo della pubblicità.
Siamo a 100 anni di distanza e il suo insegnamento e il suo tratto sembrano ancora più vivaci. Campari, San Pellegrino, Strega, tutte le firme dell’allora nascente made in Italy sono immortalate dai suoi dipinti fantastici. Tra i firmatari del manifesto Ricostruzione futurista dell’Universo, Fortunato Depero incentrava la sua poliedrica carriera artistica sulla ridefinizione di un’arte nuova per un uomo nuovo.
Appropriato quindi il titolo della mostra torinese, Depero Futurista. L’arte Dell’avvenire (fino al 30 dicembre) che ci riporta anche in un mondo che dall’astrattismo passa al figurativismo di marionette, robot e delicate figure antropomorfe. Depero è anche ricordato per aver realizzato il libro Depero Futurista nel 1927 che è considerato il primo graphic design book della storia, attualmente al centro di una campagna di ri-pubblicazione con sottoscrizione su Kickstarter. Anche se i futuristi non hanno distrutto i musei come annunciarono nel 1909, hanno giocato molto con la forma-oggetto del libro d’arte e ce ne rendiamo conto anche oggi che da più parti si vuole recuperare quel libro “imbullonato”. Se ne sta occupando la newyorkese Designers & Books in partnership con il museo MART di Rovereto, in provincia di Trento, sede degli Archivi Depero.
Nel comune di Rovereto fu inaugurato il primo museo del Futurismo italiano, su progetto e realizzazione dello stesso Depero. Nel 1989 la Galleria Museo Depero diventò parte integrante del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. Al Mart appartengono oggi oltre 3.000 oggetti a firma Fortunato Depero e nella casa museo Depero si possono oggi ammirare diversi ambienti creati dall’artista come la biblioteca, una sala dedicata all’esperienza newyorkese con fotografie dell’epoca e disegni pubblicitari.
A Milano invece, l’opera di Depero ha lasciato tracce non solo tra le collezioni dei marchi che ha reso celebri con le sue pubblicità. Trova infatti posto nella collezione del Museo del Novecento.